Nella seduta consiliare di ieri, il presidente della Provincia Riziero Santi ha presentato il documento “Patto per la governance del territorio – contributo al dibattito sul Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia-Romagna”.
Si tratta da una parte di una proposta di patto che la Provincia avanza alle istituzioni locali e alle rappresentanze sociali per la governance del territorio, dall’altra rappresenta il contributo della Provincia di Rimini al dibattito sul Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia-Romagna.
“Lo spirito con cui nasce questo documento – spiega la provincia di Rimini – è lo stesso che muove quest’anno il Patto regionale per il lavoro e per il clima e che anima finalità e contenuti del Next Generation EU: l’emergenza pandemica e le sue drammatiche conseguenze impongono sì un grande piano d’azione per sostenere la ripartenza, ma a partire da un’analisi critica, seria e approfondita, del nostro modello di sviluppo. Un’analisi che, proprio a partire da quelle condotte a livello di istituzioni europee, conduce alla necessità di una revisione dell’attuale paradigma di sviluppo e ad una serie di grandi sfide per la società contemporanea. Sfide globali e locali al contempo, che impegnano tutti noi, a cominciare dalle istituzioni”.
“Di queste sfide – ha sottolineato il presidente della Provincia Riziero Santi durante la presentazione – le più grandi da affrontare a noi appaiono quella del cambiamento climatico e della transizione energetica e la sfida dell’Era digitale, che in breve tempo spazzerà via i modelli consolidati di produzione e, di conseguenza, le già sempre più fragili strutture occupazionali. La Provincia, con questo documento, non ha certamente la presunzione di dire la sua su ogni aspetto del sistema socioeconomico del nostro territorio, piuttosto la riflessione e l’analisi condotte in questi mesi ci ha condotto a formulare una serie di proposte laddove le funzioni dell’Ente lo consentono, limitandoci ad aprire un confronto su quei temi che sfuggono al perimetro di competenza provinciale. La finalità è quella di fare una ricognizione delle politiche strategiche di sistema e degli ambiti nei quali, a livello di governance del sistema provinciale, è necessario e possibile intervenire. Se non c’è la pretesa di esprimersi su tutto, abbiamo però l’ambizione e la speranza che questo documento possa agire da stimolo per costruire insieme – enti locali, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e società civile – e grazie quindi al contributo di tutti, un Patto territoriale che consenta di governare, e non subire, i cambiamenti in atto, per assicurare il benessere della nostra comunità.”
Il documento (scaricabile qui) è articolato in due parti. Nella prima, di carattere generale, viene presentato il quadro d’insieme entro cui nasce il documento e le finalità che esso si propone, tracciando una visione declinata prima sul livello strettamente provinciale, poi su quello più ampio del contesto socioeconomico. Nella seconda parte, il documento entra nello specifico lanciando 15 proposte, di metodo e di contenuto.
Questi i titoli:
1. Il sistema istituzionale: riforme a tutti i livelli
2. L’Area vasta Romagna: un tagliando per il rilancio
3. Aziende partecipate: ruoli più chiari e vera concorrenza
4. Il PTAV: SOS consumo di suolo
5. Energie rinnovabili: meno parole, più fonti
6. Entroterra: la vocazione in un rapporto non dualistico con la costa
7. La perequazione territoriale: conciliare sviluppo e valorizzazione ambientale
8. Aree produttive: ridimensionamento e qualità ambientale
9. Centri commerciali: stop a quelli tradizionali di grande scala
10. Viabilità: tutte le strade portano alla nuova SS16
11. Sistema aeroportuale: uscire dallo stallo
12. Trasporto Pubblico Locale: il modello Metromare
13. Edilizia scolastica: non solo investimenti ma anche organizzazione
14. Progetti Europei: l’antenna del territorio per l’innovazione e la ricerca
15. Recovery Plan: esserci e farci trovare pronti
Nei prossimi giorni, dopo la condivisione con il Consiglio provinciale e la trasmissione del documento ai Comuni, partirà il confronto con le istituzioni e con la società civile, a cominciare dalle associazioni di categoria e dalle organizzazioni sindacali. Il primo appuntamento sarà quello con la Conferenza dei Sindaci.