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La merla porta in Romagna il freddo ma non troppo

I Giorni della Merla: l’origine della locuzione non è ben nota e per ogni regione vi è una elaborata variante che ne accrediterebbe la propria origine. In sostanza il significato è sempre uguale e racconta che se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Un po’ come la tradizione americana del giorno della marmotta.

Mentre Il 2 febbraio invece si festeggia la Candelora: “Madonna della Candelora dell’inverno sèmo fòra, ma se piove o tira vento, de l’inverno semo ancora dentro”. In sostanza, sulla base di quest’ultima tradizione, la Candelora sancirebbe la fine della stagione invernale, ma se il tempo è brutto allora durerà un altro mese almeno.

Questi detti popolari sono di certo molto diffusi, ma poco o nulla hanno di che spartire con le evidenze scientifiche, in quanto non ci sono elementi meteo-climatici validi che ne confermano la tesi. Il detto si basa sul fatto che i giorni più freddi siano quelli di metà inverno, ossia quelli che cadono alla fine di gennaio e che coincidono con la metà dell’inverno astronomico (tra il 21 dicembre e il 21 marzo).

La statistica climatica però ci conferma, senza ombra di dubbio, che il periodo invernale più freddo in media corrisponde con quello a cavallo tra la prima e la seconda decade di gennaio (10 Gennaio sul Nord Italia, intorno al 15 sulle regioni centrali e al 20 sul Meridione). Anzi, al contrario, tendenzialmente si registra un innalzamento delle temperature proprio nel corso della seconda metà del mese; ovviamente senza non qualche eccezione derivante dalle caratteristiche della zona climatica che, ad esempio, può risentire maggiormente dell’influenza continentale (peninsulare) anticipando il calendario, o di quella marittima (costiera) che, al contrario, ne mitiga gli effetti ritardandone la coincidenza.

Quindi, questo inizio 2023 rispetterà le leggendarie giornate della Merla? Il freddo si farà sentire, ma non sarà freddissimo, poiché le temperature caleranno soprattutto nel primo mattino sino a lunedì 30, facilitate dal soleggiamento e dalla ventilazione debole: attestandosi attorno -3/-4 gradi sulle pianure occidentali con qualche grado in meno nelle zone extraurbane, qui con la possibilità che si formino delle estese gelate, e 0 gradi sul settore costiero; mentre le massime subiranno un lieve rialzo fino a raggiungere 9/10 gradi. Valori termici che fino a giovedì 2 febbraio, tutto sommato vengono previsti in aumento (soprattutto nelle aree collinari e montuose, dove potranno rusultare anche al di sopra della media) per poi rimanere quasi stazionarie i giorni successivi.

Tutto questo per effetto di un campo di alta pressione che in ripresa da nord-ovest accompagnerà dei flussi atlantici più miti. Un Anticiclone delle Azzorre però non tanto convinto, poiché nel tentativo di estendersi dall’Europa meridionale verso il Regno Unito, se da una parte porterà una maggiore stabilità del tempo sulle regioni settentrionali italiane e quindi anche in Emilia-Romagna, determinando un periodo relativamente più asciutto, d’altra parte, il suo orientamento stimolerà un’ulteriore discesa di correnti fredde di natura artica continentale che nel fine settimana punterebbero i Balcani e il Mar Nero: con il possibile interessamento del medio e basso versante Adriatico. Una tendenza quest’ultima ancora affetta da molta incertezza.
Ne riparleremo.

Roberto Nanni

• Tecnico Meteorologo AMPRO Meteo Professionisti
• Certificato dal World Meteorological Organization DTC-TMT-004-19
• Divulgatore scientifico
• Consulente ambientale

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