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La Fiera non è un’impresa come un’altra

“Ci sono imprese e… imprese!” direbbe un pubblicitario navigato.
Imprese industriali di produzione che generano manufatti e macchine, oppure imprese commerciali che favoriscono il commercio di quei prodotti e così via.
Ci sono poi delle imprese particolari perchè, attraverso la propria attività, danno valore e promuovono determinati mercati,come ad esempio chi organizza fiere.
Si può comprendere, infatti, come una fiera sull’economia circolare contribuisca a far conoscere e sviluppare l’economia e il mercato della riduzione dei rifiuti. come pure una manifestazione fieristica sulla ceramica aiuti a rendere più efficiente la filiera dell’industria di
quel settore e i mercati di sbocco della produzione .
Quindi un’azienda che organizza fiere e manifestazioni simili, ha la responsabilità di “dare voce (e soldi)” e convogliare energie economiche e finanziarie sui segmenti di mercato a cui appartengono gli operatori di quelle manifestazioni.
Questa è la particolarità: chi organizza manifestazioni fieristiche è strumento di sviluppo di determinate economie.
Si tratta di una responsabilità oggettiva e ineludibile; una particolarità che rende gli effetti della propria attività ben più ampi dell’attività stessa (il fatturato del settore a cui appartengono le imprese presenti in fiera è decisamente maggiore dei volumi di fatturato della società che ha organizzato la fiera stessa)..
A questa categoria di imprese appartiene certamente IEG Spa l’azienda di Rimini che promuove manifestazioni fieristiche. e allora, partendo da queste consapevolezze mi sorgono alcune domande…
– come si giustifica una manifestazione fieristica che promuove le armi di ogni genere, se il codice Etico aziendale dichiara espressamente di ispirare la propria azione sul principio del valore della persona (le armi sono fatte per ammazzare le persone!)?
– come può convivere una manifestazione che promuove il turismo o l’economia circolare con una che promuove l’industria delle armi?
– forse la cosa che le accomuna è che producono utile economico per gli azionisti? ma quell’utile è così alto che giustifica l’impatto sociale e gli effetti di quella produzione?
– esiste una policy che la proprietà dell’azienda si è data per definire i confini e i criteri con cui sviluppa la propria azione o vale tutto purchè porti un guadagno? (perchè non il settore del gioco d’azzardo o della pornografia che “tirano” sicuramente)
– se un azienda è a partecipazione pubblica quali sono i criteri con cui la proprietà (Comune, Regione, ecc) definisce il perimetro delle attività che l’azienda deve avere? basta che guadagni? Oppure importa anche “come” arriva quel guadagno?

Nazzareno Gabrielli – Vicedirettore generale di Banca Popolare Etica

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