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La Confraternita della Tagliatella svela il suo stendardo

Costituitasi nel 2014, l’allegra, goliardica, gaudente Confraternita della Tagliatella continua a girare una volta al mese per ristoranti, trattorie, osterie del mare e dell’entroterra riminese alla ricerca della mitica tagliatella perfetta.

Patron, monarca assoluto, della Confraternita il Gran Maestro dott. Maurizio Della Marchina che governa in maniera non costituzionale l’associazione, composta da una trentina di soci più gli ospiti occasionali nelle diverse serate.

Nella compagnia la “mente” culturale e culinaria è Piero Meldini, scrittore ed ex Direttore della Biblioteca Gambalunga. Il maggiordomo tuttofare, al servizio del Gran Maestro, è Enrico Santini, ex di una infinità di cose. L’artista è l’arch. riminese/milanese Annio Matteini, tra i progettisti del nuovo Fulgor, che è stato chiamato a disegnare il logo nonché lo stendardo della Confraternita.

La serata del 14 novembre: in primo piano a destra, Annio Matteini; a sinistra, Piero Meldini

I “politici” del gruppo sono tanti, di tutti gli orientamenti, con una pluralità cacofonica e divergente su ogni questione. E poi c’è il poeta (dialettale naturalmente), cantore della tagliatella in ogni sua versione, da Lui qualificata come un bene fondamentale dell’umanità: è Ivano Aurelio Muratori ex grande burocrate del Comune di Rimini che, con l’andata in pensione, ha scoperto una vena poetica a cui dà sfogo sulla sua pagina Facebook.

La Confraternita ha una chat governata dal Gran Maestro attraverso la quale Lui fa conoscere le sue decisioni: ad esempio è Lui che alla fine di ogni serata esprime un voto finale sulla qualità delle tagliatelle appena gustate. Voto inappellabile. Segreto, riservato solo ai confratelli, da non divulgare fra i non adepti. E soprattutto al ristoratore prima di aver pagato il conto. Non si sa mai che questo lieviti per un giudizio troppo buono o troppo severo. Invece la decisione di premiare il ristorante dell’anno viene presa in maniera più collegiale, attraverso il voto di tutti i confratelli: nel 2018 è stato premiato come miglior ristorante dell’anno da parte della Confraternita la Locanda del Pettirosso di Saludecio. Presto si saprà il nome del vincitore per l’anno 2019.

Insomma una aggregazione di amici (tutti rigorosamente maschi perché sembra prevalere l’opinione che la tagliatella sia un piatto per uomini in quanto alle donne sembra non fornire gli stessi stimoli – culinari naturalmente – che fornisce a loro) che in maniera ormai consolidata si ritrovano per condividere e gustare lo stesso piatto di pasta, possibilmente al dente, e prendersi, platonicamente, con ironia per il culo.

All’ultimo incontro, giovedì scorso, fissato presso “Nud e Crud” nel Borgo San Giuliano, siamo stati invitati io per Chiamamicitta.it e Luca Ioli per Il Resto del Carlino. La stampa doveva essere presente, per rispondere alla megalomania del Gran Maestro e al narcisismo dell’artista, alla presentazione e consegna ad ogni adepto del nuovo gagliardetto della Confraternita.

Lo Stendardo Confraternita della Tagliatella

L’arch. Matteini così ci ha edotti sulla scelta grafica compiuta: “Sono quattro bande di colore giallo organizzate tra loro ortogonalmente ed inscritte in un quadrato, delineano la lettera “C” e la lettera “T”. Esse provengono dai ricordi dell’infanzia. I magici nastri di pasta, perfettamente identici pur tagliati con rapidità a mano con il solo controllo delle dita appena ricurve su cui si appoggiava il coltello, venivano srotolati sul tagliere dalle mani sapienti della nonna, impeccabile azdora. Nell’incrocio dei nastri i dodici quadrati sono colorati con il rosso dell’immancabile ragù”.

Dopo questa dotta illustrazione i confratelli si sono affrettati a controllare quanto buon sangiovese “Beato Enrico” (della Tenuta Santini di Coriano) l’architetto avesse già consumato.

Devo dire che la serata è stata piacevolissima, vuoi per le ottime tagliatelle che Sergio Gnassi ci ha preparato (giudizio positivo unanime sul ragù, più sofferta la discussione sullo spessore della tagliatella presentataci, molto sottile. I cultori della tagliatella più robusta hanno messo in discussione, da quello che si è capito per l’ennesima volta, quale sia la scelta migliore fra le due opzioni. Un po’ la stessa discussione che avviene sulla piadina).

Ma anche per le infinite battutacce politico, culturali, sportive che hanno attraversato tutte le discussioni della serata. Se non si apprezza l’ironia, il motteggio, la presa in giro, la disponibilità a non avere certezze assolute, meglio lasciar perdere e andare a passare la serata altrove.

Ivano Muratori

Finirei questo pezzo molto poco serio: una delle tante poesie che il poeta (dialettale) Muratori ha dedicato alla tagliatella, rubandogliela dalla sua pagina Facebook (sperando che non gli venga in testa di richiedere alla testata qualche soldo per diritto di stampa):

ELÒG DLA TAJADÈLA

Grazie méla tajadèla,
per com i t à fat bèla,
’na ròba che la inchènta,
t ci da véra bèla tènta.
Na sna bèla, ènca bòna,
t ci ‘na grèzia dla Madòna,
pjó d’isé un si putrja,
sèinza ad té cum ch’us farja?
Grazie pr’ e’ tu sapór,
per e’ góst ch’e’ va me cór,
per e’ sug che t’é sóra,
tajadèla grazie ancóra.
T ci una prèlibatèza,
magnèt l’è ‘na bèlèza,
e per e’ tènt che t pièš,
t ciap dièš, òltre un bèš.

ELOGIO DELLA TAGLIATELLA

Grazie mille tagliatella,
per come ti hanno fatto bella,
una roba che incanta,
sei davvero bella tanto.
Non solo bella, anche buona,
sei una grazia della Madonna,
più di così non si potrebbe,
senza di te come si farebbe?
Grazie per il tuo sapore,
per il gusto che va al cuore,
per il profumo di roba buona
sei meglio di una bella donna.
Grazie per il tuo sapore,
per il gusto che va al cuore,
per il sugo che hai sopra,
tagliatella grazie ancora.
Sei una vera prelibatezza,
mangiarti è una bellezza,
per il tanto che piaci,
prendi dieci, oltre un bacio.

di Muratori Ivano Aurelio

Paolo Zaghini

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