La problematica mai risolta della fauna selvatica, legata al rischio della peste suina, è stata tra i temi al centro dell’incontro tra il vicepresidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Mauro Di Zio, e la presidente della Commissione Ambiente della Camera, Alessia Rotta.
“Punto importante dell’incontro è stata la questione dei danni, sempre maggiori, causati dalla fauna selvatica alle aziende agricole – spiega Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – oltre ai rischi per l’incolumità dei cittadini, non solo delle aree rurali”.
Misirocchi ribadisce che la Cia è da tempo fortemente impegnata sul tema e pronta a collaborare con Ministeri, Parlamento e tutte le altre istituzioni, per arrivare al più presto a nuovi strumenti di gestione della fauna selvatica in generale: “Cia – sottolinea Misirocchi – ha messo a disposizione delle istituzioni la sua proposta di revisione della legge 157/1992 che regola la materia, per arginare un fenomeno ormai fuori controllo”.
Accolto con favore da Cia-Agricoltori Italiani l’annuncio della ministra Bellanova dell’emanazione di un decreto d’urgenza sulla peste suina africana, che consenta di intervenire sul contenimento dei cinghiali, la cui proliferazione incontrollata può diffondere nel territorio un virus con conseguenze devastanti sul patrimonio suinicolo locale e nazionale.
Per quanto riguarda la peste suina, che sta decimando gli allevamenti tedeschi, nessun caso è stato rilevato in Emilia Romagna, ma l’attenzione è alta e sono state adottate dagli assessorati regionali all’Agricoltura e alla Sanità le linee guida che recepiscono il piano nazionale di sorveglianza e prevenzione.
Durante l’incontro con la presidente Alessia Rotta, Cia ha anche sottolineato l’impegno degli agricoltori per contribuire al raggiungimento degli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità, obiettivi ambiziosi che richiedono un utilizzo mirato ed efficiente di una parte delle risorse del Recovery Fund. Il vicepresidente di Cia Mauro di Zio ha espresso preoccupazione sull’approccio attuale ai Sad, ovvero ai sussidi dannosi per l’ambiente. Sul tema, l’organizzazione ha ribadito la sua disponibilità a lavorare a un percorso comune che, nel rispetto degli intendimenti comunitari di riduzione, veda salvaguardato il lavoro degli agricoltori come vere sentinelle ambientali e presidio del territorio.