I 5 Stelle di Riccione come idee “innovative” non scherzano. Prima, fare un portale di informazione turistica che c’è già (in quattro lingue e ben posizionato su Google, checché qualcuno non se ne sia accorto). Poi la proposta “razziale” delle agevolazioni per chi apre nuove aziende a Riccione a patto che assumano almeno il 70% di disoccupati residenti (vi sono parecchie amministrazioni comunali che dànno incentivi per l’apertura di nuove aziende, oppure per l’assunzione di disoccupati residenti, ma non ce n’è una che metta entrambi i paletti: nuova azienda e quota “etnica” e prefissata di assunzioni fra i residenti). Ora arriva una seconda proposta protezionistica, anche se stavolta . I residenti di Riccione potranno usufruire di un’ora al giorno di sosta gratuita. Come venga attuata questa proposta non è dato saperlo. L’ora gratis è un forfait utilizzabile una volta sola? Oppure si possono cumulare le soste brevi fin all’esaurimento dei 60 minuti di bonus? A parte il dettaglio, proviamo comunque fare alcune ipotesi. Viene dato ad ogni residente di Riccione che ne fa richiesta un libretto da esporre sul cruscotto in cui annota il giorno e l’ora d’arrivo. Il libretto dovrà essere di formato agenda facilmente consultabile per i vigili urbani. Oppure viene esposta la carta d’identità del conducente assieme al disco orario. Oppure un numero verde, una App, una smart-card, insomma un qualcosa con cui il conducente residente a Riccione debba comunicare l’inizio della sua sosta in un determinato parcheggio. Ma allora, dato anche che in campagna elettorale non si bada troppo agli oneri (a proposito, quanto costerebbe al bilancio il parcheggio gratis dei riccionesi doc?), non sarebbe più semplice e attrattivo per la città rendere gratuita la prima ora di sosta per tutti? Ma forse siamo noi che non studiamo e non vogliamo imparare dai tecnici candidati 5 Stelle.
Il candidato di Patto Civico conclude la sua campagna elettorale con un riassunto in alcuni punti del suo programma. Un copia/incolla delle proposte avanzate da altre forze politiche negli anni. Per il Trc propone il “ridimensionamento dell’impatto ambientale ed estetico e l’integrazione nel tessuto urbano”. Né più né meno, la proposta avanzata dal Pd e respinta dalla giunta Tosi. Di cui Conti faceva parte. Sul turismo, “Riccione deve essere riprogettata partendo dalla visione di una città attiva tutto l’anno”. Ben detto. Ma anche già fatto: il Pala Congressi e la piscina olimpica, solo per dire delle opere maggiori, sono state realizzate negli anni passati proprio per questa ragione. Più che “riprogettare” si tratterà di andare avanti in quella direzione. Tralasciamo la semplificazione delle imprese. Riccione fa parte di un progetto (con legge dello Stato) che prevede “burocrazia zero”. Nulla vietava all’assessore Conti di applicarla mentre era in giunta.
Renata Tosi fa un ultimo appello al voto:” Domenica nelle vostre mani c’è il futuro della nostra città. Mai come in questo momento, infatti, Riccione ha bisogno di un governo forte e stabile per rilanciare il turismo, per creare nuove opportunità di sviluppo, per garantire servizi pubblici e sociali efficienti e per tutti.” Ci è sfuggito qualcosa? Governo forte? Stabile? Se non abbiamo capito male, le elezioni anticipate si svolgono perché si è sfaldata la maggioranza di centro destra. E non all’improvviso, ma dopo un’agonia che ha paralizzato per mesi la città. Ci si poteva aspettare almeno un appello al voto che parlasse d’altro. Imbarazzante poi il “cappello” messo sui dati positivi sul turismo dell’ultimo quadrimestre. Tutte le località turistiche della costa romagnola segnano una crescita a due cifre al pari di Riccione. È evidente che i motivi della crescita sono di area e non della singola realtà. Per non dire del tempo bello e della concentrazione di ponti festivi. Ma chissà, forse nel suo ultimissimo appello la Tosi si ricorderà anche di aver riformato il calendario e indirizzato altrove le perturbazioni.
Di Morena Ripa è difficile parlare. Un’intera campagna elettorale non è bastata per capire, a parte l’omonimia con la nostra Renata, quale attinenza potrebbe avere con Riccione il modello veronese di Flavio Tosi,
Sabrina Vescovi chiude la sua campagna elettorale in piazza. Una campagna elettorale lineare, con proposte concrete indicando i modi di realizzarle, senza tante promesse. Questo il suo limite. Nell’era dei populismi, delle sparate ad effetto, dei piacioni e dei gigioni, una candidata che passa da insegnante di matematica rischia di non essere compresa. Quando andavamo a scuola, di solito il beniamino di tanti studenti era il professore vagabondo che raccontava le barzellette, mica la prof rigorosa e preparata. Poi però, col passare degli anni, quegli insegnamenti ci hanno fatto un gran comodo per affrontare i problemi veri della vita. A cominciare dal metodo. Forse un ritorno alla politica ragionata, al merito dei problemi, non è merce da campagna elettorale. Ma anche no.
L’Arciunès