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Jessica Mazzola, la riccionese d’oro nel lancio del martello

“Datemi un martello! Lo voglio dare in testa, chi non mi va!”. Così cantava Rita Pavone nel lontano 1963. Ma per fortuna la riccionese Jessica Mazzola è nata solo nel 1999 e del martello fa un uso  migliore: vince una gara dopo l’altra, lanciandolo più lontano che può.Questa baby campionessa, cresciuta atleticamente nella Polisportiva Comunale di Riccione e che ora fa parte della società Acsi Italia Atletica di Roma, ha agguantato il titolo invernale giovanile in questa difficilissima specialità. Grazie a questo successo è stata convocata dalla nazionale azzurra U20 per il triangolare di lanci lunghi a Nantes che vedrà l’Italia impegnata con Germania e Francia. Un primo traguardo davvero prestigioso per questo talento in erba che, piano piano, sta costruendo una lunga carriera in questa particolare disciplina.

Jessica, quando hai cominciato a praticare sport?

«Sono sempre stata una ragazza sportiva. Ho provato molti sport, dalla danza, alla pallavolo, al basket e a tanti altri, ma nessuno è mai riuscito ad appassionarmi talmente tanto da poterci creare qualcosa di serio. Poi, nel 2012, assieme ad una mia amica, ho deciso di provare l’atletica e devo dire che mi è piaciuta fin da subito. Agli allenamenti mi divertivo molto con i miei amici e inoltre mi piaceva l’idea di gareggiare da sola, era più una lotta contro me stessa».

Che cosa ti ha affascinato nel lancio del martello?

«Inizialmente ero totalmente contraria, non mi piaceva l’idea e non la trovavo una disciplina affascinante. Adoravo la corsa veloce, ma a causa di un problema di salute mi è stata sconsigliata. Proprio in quel momento, il mio attuale allenatore Luca Vitagliano, che allora ancora non conoscevo, decise di farmi provare a lanciare il martello. Ho iniziato per scherzo, ma poi in qualche modo la passione mi è cresciuta dentro in maniera esponenziale. Il mio allenatore è un ex martellista, mi ha trasmesso l’amore per questo sport e mi ha fatto conoscere questo nuovo mondo».

Avresti mai immaginato di portare a casa la medaglia d’oro ai campionati italiani?

«Il mio obiettivo, quest’anno, era di arrivare fra le prime due ai campionati italiani invernali giovani in modo da essere convocata per il triangolare di lanci lunghi U20 a Nantes in Francia. Mi sono presentata con la seconda misura come accredito, ma eravamo in quattro e tutte nel raggio di un metro. Sapevo di avere le potenzialità, ci speravo, ma facevo fatica a crederci. Per me era già un buon traguardo arrivare seconda e non avrei mai pensato al primo posto. È stata una gara molto combattuta, ma il mio carattere determinato mi ha permesso, all’ultimo lancio, di centrare una gran bella misura, un primato personale di 56.72 metri con il martello da 4 kg, che mi è valso il titolo di campionessa italiana invernale giovanile. La strada è quella giusta e la convocazione in nazionale lo conferma. Spero che sia la prima di una lunga serie, perché vestire la maglia azzurra è un onore e un’emozione davvero unica».

Stai facendo molti sacrifici per mantenerti a questi livelli?

«Ogni mia giornata è scandita solamente da scuola e allenamenti. Il sabato sera e le domeniche libere sono veramente poche, ma tutti i sacrifici che ho fatto fino ad ora mi hanno ripagato. Sono dell’idea che ne è valsa la pena e se tornassi indietro non cambierei nulla. Devo dire grazie al mio allenatore, che mi ha spronato e supportato nei momenti belli, ma soprattutto in quelli difficili. E sicuramente se non ci fosse stato lui non avrei mai ottenuto questi risultati. Inoltre ringrazio la mia attuale società Acsi Italia Atletica di Roma, che negli ultimi due anni mi ha affiancata e sostenuta in questo viaggio».

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

«Vorrei farmi valere ai campionati nazionali della mia categoria in programma i primi di giugno ad Agropoli. Il 23/24 giugno avrò i campionati nazionali a squadre, dove spero di portare buoni punti alla mia fantastica squadra e infine mi piacerebbe fare bene anche ai mondiali juniores di 57 metri in programma a metà luglio in Finlandia».

Nicola Luccarelli

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