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Italiani in smart working: vizi e virtù del lavoro da casa

Lo smart working oggi rappresenta una realtà consolidata anche in Italia, sebbene la Penisola abbia fatto una parziale marcia indietro rispetto al recente passato, per via della fine dell’emergenza sanitaria. Il lavoro da casa, comunque, continua ad essere un must per molte persone. Chi lavora in remoto da tempo oramai si è abituato ai vizi e alle virtù di questa modalità, ma chi la sta approcciando soltanto adesso dovrebbe “anticipare i tempi”, soprattutto in ottica dei cambiamenti previsti nel 2023, e prendere atto di entrambi gli aspetti il prima possibile.

 

Qual è la situazione dello smart working in Italia?

In base ad una recente ricerca, è emerso quanto segue: il numero di lavoratori in smart working in Italia è in calo, dopo due anni di crescita costante. In totale si parla di circa 3,6 milioni di italiani impegnati nel lavoro da remoto, ma dal 2023 il dato dovrebbe tornare a crescere, anche per via delle nuove politiche previste dal nostro governo. Chiarito questo punto, è bene capire anche quali sono le abitudini dei lavoratori italiani in smart. 

Uno dei comportamenti più comuni è godere al massimo della pausa pranzo o della pausa caffè, sfruttando l’ambiente domestico. Va da sé che, se il lavoratore è un fumatore, il ricorso alla sigaretta dopo il caffè non sarà di certo un problema, bensì un vizio che potrà essere soddisfatto data l’assenza di vincoli appartenenti al luogo di lavoro. Un discorso simile può essere applicato anche alle e-cig e alla sigaretta a combustione: quest’ultima, come spiegano alcune pagine dedicate, è capace di non produrre cattivo odore, così da evitare di incidere sulla qualità dell’aria domestica. Altre abitudini oramai consolidate riguardano la creazione di un angolo domestico da dedicare esclusivamente alle attività lavorative, utile per separarle dalle attività quotidiane. Infine, si tende logicamente a consumare una maggiore quantità di energia elettrica e di gas.

 

Vantaggi e vizi dello smart working

Lo smart working piace agli italiani per un motivo molto semplice: la flessibilità. Lavorare da casa permette di risparmiare sulle spese relative all’auto, e di godere di uno stile di vita più sano, con minori livelli di stress, e con la possibilità di godersi la propria famiglia. Inoltre, si può guadagnare più tempo per altre attività che altrimenti sarebbero impossibili da svolgere in contesti lavorativi tradizionali. Di contro, non è tutto oro quel che luccica. Lo smart working tende ad isolare il lavoratore, specialmente se si parla di coloro che vivono da soli, e come detto aumenta le spese in bolletta, per via del fatto che si trascorre molto più tempo in casa. 

In secondo luogo, richiede una capacità di autogestione che non tutti hanno: da un lato può aumentare la produttività, ma dall’altro può anche diventare una fonte di maggiori distrazioni. Di riflesso, chi inizia a lavorare in smart working dovrebbe innanzitutto imparare a cancellare le distrazioni durante gli orari lavorativi. Poi è importante mantenere una routine chiara, assicurandosi di fare una colazione abbondante, e il necessario movimento fisico durante le pause. Infine, meglio evitare di lavorare in pigiama.

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