“No a sovranismi, nazionalismi, populismi. No tasse, no burocrazia. Sì alla ragionevolezza, a una forza liberal-riformista di centro. Per le imprese e per il lavoro. Lavoro e ancora lavoro, non assistenza e pensioni anticipate”. Sergio Pizzolante presenta così la nascita di Italia Viva a Rimini, “il partito che mancava, che riempie il vuoto creato da un centro-destra che oramai è solo destra e una sinistra che affronta problemi nuovi con metodi vecchi”.
Uno dei problemi nuovi, e non da poco, è che il 26 gennaio ci sono le elezioni regionali dell’Emilia Romagna e per la prima volta il centrosinistra rischia seriamente di perderle. Cosa farà Italia Viva, dal momento che Renzi ha annunciato che non si presenterà alla competizione?
Lo spiega il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, coordinatore nazionale del nuovo partito, giunto a Rimini per battezzare l’evento assieme all’onorevole Marco Di Maio: “Al presidente Bonaccini offriremo tutto il nostro appoggio. Non per scelta acritica, ma perché ha ben amministrato e sono i fatti a dirlo. L’Emilia Romagna è una delle eccellenze in Europa e il merito è anche di chi l’ha governata in questi anni. Lavoreremo a testa bassa per il presidente nel modo che abbiamo concordato con lui, con nostri candidati nella lista che lo sosterrà”. Quindi niente simbolo di Italia Viva sulla scheda, ma nomi di peso nella lista per Bonaccini. Quali? “Ancora non lo sanno nemmeno loro – scherza Pizzolante – ma presto li presenteremo. E saranno tutte personalità di spicco, anche con qualche bella sorpresa”. Per il simbolo di Italia Viva l’appuntamento con le urne è rimandato alle prossime consultazioni amministrative.
Il forlivese Marco Di Maio marca subito la differenza con il suo concittadino Jacopo Morrone :“Sono stato suo vicino di casa per trent’anni – sospira – tuttavia abbiano dovuto lottare per mantenere almeno in parte il bando delle periferie che la Lega voleva cancellare portando via i soldi ai Comuni e ci battiamo per la nuova questura di Rimini che la Lega vuole affossare, la caserma Giulia Cesare, la bretella Adriatica”. E al nuovo sindaco della sua città: “La prima cosa che ha fatto è stato di indicare Rimini come il nemico. Al contrario, noi vogliamo superare i campanili che non portano a niente. Italia Viva avrà un’identità romagnola, per unire e non dividere le quattro grandi realtà che la compongono e fare dialogare a lavorare assieme Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna”.
E le sardine? “Bellissimo movimento – risponde sempre Pizzolante – del tutto spontaneo, che non va strumentalizzato come giustamente ha detto Bonaccini. Una sana ribellione contro l’arroganza, le bugie, la violenza che imperversano nel dibattito politico, contro l’odio che invade i social. Una repulsione al fatto che una donna di 90 anni, da bambina nel lager, in Italia debba girare sotto la scorta. Una reazione quasi antropologica più che politica. Noi non metteremo il cappello a questa realtà fresca e positiva, ma io domenica sarò qui in piazza con loro, porterò il contributo del mio pesciolino. E credo lo faranno altri di noi: ma, ripeto, come scelta personale dei singoli”.
Ieri però i 5 Stelle hanno deciso che correranno anche loro, cosa cambia? “Per noi non cambia nulla – assicura Rosato – e rispettiamo assolutamente le scelte degli altri. Però mi domando: si presentano con quale candidato? Per stare in quale campo? Noi la scelta l’abbiamo fatta ed è quella per proseguire un percorso di governo che ha saputo produrre ciò che è sotto gli occhi di tutti. Il cambiamento, nelle cose reali, quello che tutti possono toccare con mano anche qui a Rimini”.
E qui il riccionese Pizzolante non può che tirare l’affondo: “Si dice che dopo tanto tempo con lo stesso governo sia giusto cambiare. In astratto, tutto bene. Ma attenzione, i cambiamenti possono essere anche in peggio. Se prendiamo Rimini e Riccione, dove c’è stato il cambiamento? A Riccione si è cambiato colore dell’amministrazione per ottenere cosa? Guardiano tutto quello che succede a Rimini, e che a Riccione non succede. Guardiamo dove ha portato il sovranismo di Riccione, il dialogare con nessuno e litigare con tutti. Riccione sovranista si chiude: e non va da nessuna parte. Rimini si apre, corre verso il futuro. E intanto la sovranista Riccione resta immobile”.
Italia Viva nel consiglio comunale di Rimini sarà abbinata, nel simbolo e nel nome, a Patto Civico. Ma è solo un dettaglio tecnico: i renziani nell’Arengo avranno sei consiglieri comunali: Daniela De Leonardis, Davide Frisoni, Mirco Muratori ed Enzo Zamagni, già di Patto Civico; più Giorgia Bellucci e Barbara Vinci in uscita dal Pd (“senza strappi, nessuna rottura, nulla da ricucire”). Ciascuno spiega le ragioni che li ha portati ad aderire al nuovo gruppo, il cui capo sarà presentato ìella prossima seduta del consiglio comunale.
“Nessun terremoto – garantisce Muratori – e pieno appoggio al nostro sindaco Andrea Gnassi”. Alla presentazione di oggi compaiono anche l’assessore Anna Montini e il riccionese Fabio Ubaldi.
Ma gli occhi sono puntati su due “cavalli di razza”, come si sarebbe detto un tempo: Alberto Ravaioli e Stefano Vitali.
Sindaco di Rimini per 12 anni, Ravaioli spiega così la sua scelta: “Ho lavorato con il Pd per tanto tempo e con grande soddisfazione, anche se in quel partito secondo me restano elementi dogmatici che impediscono il cambiamento di cui c’è necessità. Così l’ostilità al jobs act, alle politiche di riduzione delle tasse e per le imprese. L’arrivo di Renzi l’ho vissuto come una liberazione, mi sentito rinascere politicamente. Con gli amici del Pd l’amicizia resta ed è totale. Credo che anzi possiamo aiutare il Pd a cambiare”.
L’ex presidente della provincia di Rimini, Stefano Vitali, precisa invece che “dal Pd ero uscito già da qualche tempo, ma mi sentivo orfano. Mancava un partito che sapesse affrontare la modernità, il lavoro e certi determinati valori come quelli dei cattolici democratici, i ‘cattocomunisti’, come ci chiamavano. Con il Pd vogliamo lavorare assieme e innanzi tutto per la rielezione di Stefano Bonaccini”.