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Italia Nostra Rimini: “Ex colonia Enel Marebello, vincoli sacrosanti”

Dopo l’ennesimo incendio scoppiato nell’ex colonia Enel abbandonata da anni a Marebello e divenuta rifugio per sbandati, la consigliera comunale PD Annamaria Barilari aveva proposto: “Non ha più senso tenere la colonia in queste condizioni. Anche la Soprintendenza se ne deve fare una ragione, eliminando quei vincoli che fin qui hanno impedito una riqualificazione dell’ex colonia Enel di Marebello”. E ancora: “Ora basta, non c’è più niente di quello che è stato. Ci vanno sempre a bivaccare, ormai è solo un cumulo di degrado. Noi ormai, è brutto dirlo, ma ci siamo abituati. Ma i turisti no. Per loro ha un impatto molto forte. Altro che belle arti”.

Barilari è anche albergatrice e da parte del Conitato turistico di Marebelllo, di cui è stata presidente. Ma le sue parole fanno indignare Italia Nostra Rimini: “Si dice che la realtà supera la fantasia ma c’è da rimanere allibiti di fronte a certe prese di posizione da parte di rappresentanti delle istituzioni e soprattutto di fronte alle soluzioni prospettate”, scrive l’associazione.

Che prosegue: “Quindi sono i vincoli, secondo la rappresentante politica, a impedire la riqualificazione di un bene storico – architettonico che racconta, con la sua presenza e la sua bellezza, una parte importante della storia riminese e, in quanto colonia, dell’intera politica sociale che in un determinato periodo storico si è sviluppata nel nostro paese. C’è da rimanere allibiti. Se l’imprenditoria privata e pubblica (l’ex colonia, al momento in mano a un curatore fallimentare, è di proprietà privata ma una parte è anche di proprietà del Comune di Rimini) non crede alla forza di una riqualificazione che dia nuovo ruolo e attrattiva a un bene, ma punta ancora, con la rimozione dei sacrosanti vincoli apposti dalla Soprintendenza, ad uno sfruttamento speculativo degli spazi e dei luoghi, vuol dire che l’indice di arretramento culturale e politico è veramente preoccupante”.

“Del resto, basterebbe solo guardarsi a cosa sta succedendo, proprio grazie al ruolo attivo di questi organi dello Stato, nella riqualificazione della Casa del Marinaio di piazzale Boscovich e – proprio oggi è l’inaugurazione – con la riapertura della Jole, sul porto canale. Due interventi diversi, sicuramente minori, ma che proprio con la rimozione degli abusi e su indicazione della Soprintendenza hanno dato qualità alla vita di tutti i riminesi, bellezza alla città e prospettiva ai proprietari”, osserva Italia Nostra.

“Cosa intende la consigliera Barilari quando conclude che “è necessario porre le condizioni perché l’edificio diventi attrattivo per i potenziali acquirenti.”? Purtroppo lo immaginiamo perché “i tanti vincoli sull’ ex colonia ancora oggi esistenti non aiutano” e quali siano le soluzioni, ma non siamo certo disposti ad accettarlo. Rimini, sta ancora pagando le ferite di una storia che con la riminizzazione selvaggia del suo territorio ha puntato tutto sulle apparentemente facili soluzioni, anziché su quelle giuste per la qualità della vita di tutti, oggi come domani. Proseguire su quella strada sarebbe cieco e sbagliato”, intima l’associazione.

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