Non è mai stato così alto l’allarme per l’invasione di cinghiali in Italia che con l’emergenza Covid hanno trovato campo libero in spazi rurali e urbani, spingendosi sempre più vicini ad abitazioni e scuole fino ai parchi dove giocano i bambini. Gli animali selvatici distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone #bastacinghiali.
Una situazione che ha ormai oltrepassato il limite di guardia con gli agricoltori esasperati che giovedì 8 luglio 2021 dalle 9.00 a Roma in piazza Montecitorio. Ci saranno anche gli agricoltori riminesi. Proprio su questo argomento il senatore di Forza Italia Antonio Barboni interroga il governo.
“La proliferazione senza limiti dei cinghiali e di tutta la fauna selvatica sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi presenti sul nostro territorio;
la presenza incontrollata di cinghiali non solo nelle zone agricole ma anche nei centri abitati, mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini, provocando gravi problemi ambientali, di pubblica sicurezza e di ordine sanitario;
con legge 157 /92 e successive modifiche sono state adottate le disposizioni per il contenimento della diffusione del cinghiale, allo scopo di effettuare piani di prelievo selettivo senza limiti temporali;
il ministero della salute ha pubblicato, il 2 aprile 2021, il Piano si sorveglianza e prevenzione per la Peste Suina Africana ( PSA), con il quale si evidenzia la necessità di adottare misure per la gestione numerica della popolazione dei cinghiali, visto che hanno un ruolo fondamentale per la diffusione del virus. Tale Piano, per l’anno in corso, prevede anche la sorveglianza per la PSA ma non sono inclusi i cinghiali, per i quali è prevista quindi una sorveglianza passiva, aumentando il rischio della diffusione di malattie infettive batteriche sia all’uomo che all’intero nostro patrimonio suinicolo;
dai dati emersi nel Piano, ogni anno in Italia vengono abbattuti dai 300 mila ai 500 mila cinghiali a fronte di una popolazione post riproduttiva che va da 800 mila ad 1 milione di ungulati, per i quali quindi si rende necessaria una riduzione sia numerica che spaziale;
con nota congiunta del 21 aprile 2021 i ministeri della salute, delle politiche agricole e della transizione ecologica hanno trasmesso alle regioni un documento di indirizzo tecnico sulla gestione degli ungulati e della Peste suina africana, per supportare i singoli Piani e consentire l’aggiornamento continuo dei dati;
con sentenza n. 21 del 17 febbraio 2021 la Corte costituzionale, riconoscendo l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato al controllo, si è pronunciata consentendo ai cosiddetti operatori volontari, quali agricoltori provvisti di tesserino di caccia, cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali e guardie giurate, di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero di animali selvatici, dopo appositi corsi di formazione e preparazione, organizzati dalle regioni in accordo con l’ISPRA;
la presenza incontrollata dei cinghiali sul nostro territorio continua a provocare ingenti danni economici all’agricoltura oltre al grosso rischio sanitario per la zootecnia locale, per la quale necessita la creazione di una filiera tracciata e trasparente;
per sapere se:
il ministro in indirizzo, alla luce di una situazione sempre più allarmante e con i piani regionali di contenimento sinora insufficienti, non ritenga necessario intervenire per consentire l’adozione di ulteriori misure straordinarie di controllo e contenimento, garantendo cosi un giusto equilibrio tra la presenza di fauna selvatica, attività economica e sicurezza dei cittadini.”