“Era meglio se la gasavano tutta la sua famiglia… gente come lei mi fa solo schifo”; “Aspetti che la incontri per strada”. E ancora: “se non era ebreo non lo cagava nessuno”. Tutti commenti postati sul profilo Facebook di Roberto Matatia, candidato alle prossime elezioni comunali di Faenza con il PD e affermato scrittore di origini ebraiche. Appartenente a una famiglia che ha molto a che fare con la storia di Riccione. I Matatia, infatti, possedevano un villino proprio accanto a quello dove Benito Mussolini trascorreva le vacanze. Dei “vicini scomodi”, come ha titolato lo stesso Roberto Matatia nel libro che racconta la vicenda. Alla fine la famiglia, sottoposta a pressioni di ogni genere, fu costretta a vendere la sua proprietà per un tozzo di pane al Comune di Riccione.
A commentare oggi “le parole di odio rivolte a Roberto Matatia, amico di Riccione”, è Sabrina Vescovi del Pd Riccione.
“L’odio e la violenza non sono separabili. Il primo genera la seconda. La storia ce lo insegna – scrive Vescovi su Facebook – Ed è per questo che dovremmo tutti stigmatizzare le parole che gli sono state rivolte. Perché l’indifferenza è il migliore degli alleati dell’odio. E noi non possiamo e non dobbiamo voltarci dall’altra parte. I rigurgiti fascisti proliferano e l’odio vomitato addosso a Roberto va respinto con forza e determinazione”.
(nell’immagine in apertura, i fratelli Matatia a Riccione negli anni Trenta)