“Questo studio evidenzia come in Romagna la sicurezza sul lavoro deve essere una priorità – dichiara Francesco Marinelli – per cercare di diminuire il gap con il dato italiano. Inoltre, purtroppo, nel 2020 dovremo aggiungere anche gli infortuni dovuti al Covid. I dati Inail pubblicati pochi giorni fa, relativi agli infortuni denunciati (quindi ancora non accertati definitivamente) in Emilia Romagna tra gennaio e luglio 2020, evidenziano una netta diminuzione, dovuta però alla chiusura di molte aziende a causa della pandemia. Raddoppiano invece degli infortuni in quei settori che più di tutti sono stati a contatto con il virus, come la sanità e assistenza sociale ( da 2.125 denunce di infortunio tra gennaio e luglio 2019 a 4490 nei primi sette mesi del 2020)”.
“Sappiamo bene – chiarisce Marinelli – che purtroppo non sempre gli infortuni rientrano nelle statistiche Inail perché non sono denunciati, a volte per pressioni degli imprenditori per non subire indagini e non vedersi aumentare il costo del premio INAIL, altre volte perché riguardano lavoratori irregolari. Quest’ultimo fenomeno apre il circolo vizioso di bassa retribuzione, evasione fiscale-contributiva e pericolo per la salute e la sicurezza di chi lavora causando quella concorrenza sleale che danneggia l’economia e gli stessi imprenditori onesti, che sono la maggior parte”.
“Da questi due indici risulta evidente che occorre fare ancora tanto sul versante della sicurezza nei posti di lavoro- conclude Marinelli- e in questa fase è necessario un forte impegno delle istituzioni, nelle imprese e di tutti gli attori preposti ai controlli in materia di prevenzione e sicurezza sul posto di lavoro. Occorre dare piena attuazione alle normative, rafforzare i servizi ispettivi, attuare un maggior coinvolgimento dei lavoratori, migliorare l’organizzazione del lavoro nonché la formazione delle persone, per rafforzare il sistema di prevenzione e costruire una vera cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro”.