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Inflazione, nel 2022 a Rimini ogni famiglia paga 3.500 euro in più

L’Istat rileva per il territorio di Rimini nel mese di ottobre una ennesima salita del 3.3 % rispetto al mese precedente che attesta il tasso di inflazione al + 12.2 % su base annua con un + 0.4% rispetto al dato nazionale. Non si registrava una inflazione così alta dai primi anni ‘80.

Secondo quanto riporta l’Agenzia ANSA, Ravenna è la città con più di 150mila abitanti più cara: l’inflazione è pari al 13,9%, la quarta più alta d’Italia, ma è la città più cara con una maggior spesa aggiuntiva, equivalente, in media, di 3.359 euro su base annua. Al secondo posto Bologna, dove il rialzo dei prezzi del 13,2%, la sesta maggiore inflazione, determina un incremento di spesa annuo pari a 3.293 euro per una famiglia media. Al terzo posto Bolzano, mentre al sesto posto c’è Modena (+12,8%, 3.093 euro). La classifica è stata stilata dall’Unione nazionale consumatori sulla base dei dati dell’inflazione di ottobre resi noti dall’Istat.

A livello regionale la regione con l’aumento dei prezzi più sostenuto è il Trentino Alto Adige, che a fronte di un’inflazione annua a +11,9%, registra a famiglia un aggravio medio pari a 3092 euro su base annua. Segue l’Emilia Romagna, dove la crescita dei prezzi del 12,5% implica un’impennata del costo della vita pari a 2.973 euro.

“Un dato estremamente preoccupante – commenta Federcnsumatori Rimini – soprattutto se si considera che l’impennata da un lato riguarda il settore energia con variazioni tendenziali del 203,2% su energia elettrica e del 113,9% del gas, combustibili solidi + 88.7%, dall’altro il tasso relativo al carrello della spesa, che cresce complessivamente del 13,2%”.

In particolare: pane e cereali +14.5 % , carni + 12% , pesci e prodotti ittici+ 11.3% , latte formaggi e uova +17.2%, oli e grassi 27.6%, frutta + 3%, vegetali + 14.6%.

“Con l’inflazione a questi livelli – prevede l’associazione – l’aggravio per ciascuna famiglia sarà, in termini annui, di 3.500 Euro, di cui 800 Euro in più solo nel settore alimentare. Questi rincari sono particolarmente gravi perché colpiscono  in maniera disuguale le famiglie, aumentando le disparità e le disuguaglianze a svantaggio delle famiglie meno  abbienti e delle persone socialmente più fragili”.

Federconsumatori ha rilevato importanti modifiche nelle abitudini delle famiglie: dal calo del consumo di carne e pesce del -16,8% , alla riduzione del consumo di verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini), al ricorso sempre più assiduo a offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 46% dei cittadini). In tale contesto gli sconti del Black Friday assumono un nuovo significato: la maggior parte di chi acquisterà lo farà in vista delle festività natalizie oppure effettuerà acquisti nel settore alimentare.

 “I dati odierni – prosegue l’associazione – dimostrano quanto sia urgente e necessario che il Governo intervenga per sostenere le famiglie, specialmente quelle meno abbienti, che sono le più penalizzate dalla crescita inflattiva. La prime risposte contenute del Dl Aiuti quater sono a nostro avviso ancora insufficienti in tal senso: troppo poche le risorse destinate ai cittadini, incomprensibile l’esclusione degli utenti domestici dall’accesso alla rateizzazione delle bollette, manca inoltre ogni riferimento alla sospensione dei distacchi per morosità”.

“Sono ancora molte le operazioni da mettere in campo se si vuole veramente invertire la rotta di tale andamento, che sta innescando una spirale negativa di crisi e calo della domanda. Chiediamo, pertanto, che il Governo prenda seri provvedimenti di contrasto ai fenomeni speculativi, rafforzando i poteri dell’autorità di vigilanza sui prezzi e istituendo degli Osservatori territoriali dedicati, con la partecipazione attivi delle Associazioni dei consumatori. È improrogabile, inoltre, una profonda revisione e  riforma delle aliquote IVA, che preveda una sterilizzazione ed un contenimento su tutti i beni primari: secondo le nostre stime si risparmierebbero, in tal modo, 531,57 euro a famiglia”, conclude Federconsumatori Rimini.

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