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Indino- Silb: “Giuste le chiusure ma capisco chi fa ballare”

“Chi non rispetta le regole deve essere sanzionato, però in un momento di grave difficoltà come è quello di chi da 19 mesi non può lavorare, non mi sento di condannare il comportamento dei colleghi. Sono uomini e donne allo stremo, sull’orlo del fallimento“. Così Gianni Indino, presidente Silb Emilia-Romagna, commenta la chiusura dell’ennesimo locale per non aver rispettato le regole anti-covid.

“Non riusciremo a salvarci, saremo confinati nelle riserve come gli indiani, verremo fatti ammirare per ricordare com’era un tempo il divertimento”, aggiunge Indino, ricordando le proposte fatte al Governo e approvate dal Cts: “Con ingressi contingentati e Green pass avremmo potuto ovviare a ogni cosa”, dice. Mentre il divieto “ha di fatto legalizzato l’abusivismo.
si balla in spiaggia, nei casolari, negli agriturismi, in campagna”. E i titolari delle discoteche “si sentono beffati, cornuti e mazziati. Loro devono stare alle regole, ma tutto intorno esplode l’abusivismo”.

“Siamo 200mila lavoratori senza lavoro, senza stipendio, in grave difficoltà eppure siamo invisibili. Non solo i titolari delle discoteche, ma anche dj, baristi, camerieri, parcheggiatori, pr, grafici, musicisti.  Perché per noi non si può attivare un tavolo di confronto?”. L’appello di
Indino è a parlarne: “Entro la fine del mese ci auguriamo di avere risposte. Ci siamo sempre resi disponibili a collaborare.
La riapertura non deve essere domani, ma occorre gettare le basi per ipotizzarne una, quando le condizioni lo consentiranno. Oggi
lo chiediamo in questo modo, domani se non saremo ascoltati metteremo in campo delle azioni”.

 

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