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In seimila a Riccione per l’addio alle vittime: “Grazie di cuore” – VIDEO e FOTO

Migliaia e migliaia i riccionesi accorsi alla stadio salutare per l’ultima volta i componenti del Centro 21 e della cooperativa Cuore 21, accompagnati dal canto di sei cori. Altre centinaia in piazzale Ceccarini, dove è stato allestito un maxischermo per proiettare in diretta le immagini delle esequie. In tutto forse 6mila persone.

Accanto a loro, oltre alle famiglie delle persone scomparse nell’incidente, gli ospiti e gli educatori del centro, diversi esponenti delle istituzioni, tra cui la sindaca di Riccione, Daniela Angelini, il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti e il sindaco di San Donà di Piave, Andrea Cereser.

La funzione religiosa è stata presieduta dal vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi; il presule sta per lasciare il suo apostolato per raggiunti limiti di età, un ben triste finale dopo 15 anni alla guida della Diocesi.

Ha preso poi la parola la sindaca di Riccione Daniela Angelini. Si è data quindi lettura poi dei numerosi messaggi dei ragazzi di Cuore21 e Centro 21 e quelli dedicati a loro.

L’omelia del vescovo di Rimini 

Resta con noi, Signore!”

Siamo tutti poveri viandanti, affamati di vita, assetati di cielo. Siamo tutti miseri mendicanti, bramosi di luce, bisognosi di amore. Come i due di Emmaus alla sera di Pasqua (Lc 24, 13-35), ce ne andiamo anche noi “con il volto triste”, cercando, nel racconto convulso delle nostre storie e di quel che ci è accaduto, un briciolo di senso, una scintilla di risposta alle nostre spiazzanti, pungenti domande.

1. Emmaus, come il cammino della vita: tanti passi di sudore, tante tappe di miraggi e rimpianti, con interminabili soste di nebbia e di dubbio. Tanta paura, tanto dolore, con lo spirito nostro, buio e raggelato. Ma si può sperare che proprio il punto più duro e più freddo del cuore possa diventare, d’un tratto, una fiamma che illumina e non si spegnerà mai più?

Intanto Lui, il Crocifisso-Risorto, ci cammina al fianco. Ma i nostri occhi sono “impediti a riconoscerlo”: non ha l’aspetto del “profeta potente in opere e in parole”. E’ un pellegrino come noi. Un povero viandante, in tutto e per tutto come noi. Un instancabile mendicante presente e misterioso. Tra gli altri. Tra tutti. Perché Lui è fatto così: ama nascondersi mentre ci accompagna. Ama far finta di voler “andare più lontano”, perché possiamo pregarlo di rimanere con noi per sempre. Non perché ci tenga poi tanto a farsi pregare. Ma perché si comporta da Compagno innamorato, che ci vuole bastare e, al tempo stesso, ci vuole mancare. Ama nascondersi, non per eclissarsi, ma per rendersi più presente. Mai Lui ci è così vicino come quando noi siamo nella prova. Scompare alla vista, ma non ci ‘molla’. Mai la sua mano è così potente, come quando sembra assente. E’ un “Dio che si cela pur quando si svela” (Turoldo).

E si rivela allo spezzare il pane. Gesto così ordinario, così anonimo, eppure così toccante e familiare. E la memoria rimbalza all’indietro, all’ultima cena, a quel pane spezzato che voleva dire una dedizione totalmente incondizionata a fronte di una violenza totalmente ingiustificata. E il ricordo trasvola alla croce, che di quella dedizione era stata l’eccessivo, insuperabile compimento. E poi il pane spezzato dà la forza per operare l’imprevedibile inversione ad U, e quindi tornare di nuovo a Gerusalemme per riunirsi con la comunità dei discepoli. E così condividere la gioia della comunione: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!”.

2. Sorelle e Fratelli tutti, lo sappiamo. Nel luogo fatale della morte l’appuntamento con il Mistero mantiene intatto il suo ‘perché’. Un segreto che, se non è contro la nostra ragione, è pur sempre oltre e sopra di essa. Ma Colui che non ha voluto scendere dalla croce, è risorto e vivo e ci ha promesso di essere con noi tutti i giorni. Pertanto è stato con noi e con i nostri amici anche il 7 ottobre scorso. Certo, non per sbriciolare il muro della morte, ma per farne un ponte di comunione con il Padre dei cieli e con tutti noi. E’ questo il fondamento roccioso della nostra speranza. Sì, noi non possiamo rinunciare alla tenera e tenace speranza di poter un giorno riabbracciare questi nostri “fratellini e sorelline” (Don Oreste).

Ma ora, Sorelle e Fratelli tutti, fatemi condividere con voi una litania di grazie.

Il primo grazie lo vorrei rivolgere ai nostri indimenticabili “fratellini e sorelline” che noi diciamo, con parola incespicante, ‘scomparsi’, perché non li vediamo. Eppure non sono né dispersi né si sono resi latitanti, perché Gesù è risorto e li ha messi in grado di vederci e di ascoltarci.

Sì, grazie a te, Massimo carissimo, che hai mostrato con fatti di vita che si è veramente ‘politici’ se ci si spende senza se e senza ma, per il bene di chi ne ha più bisogno.

Grazie a te, generosa e gentile Romina, che hai fatto dono del tuo tempo e delle tue doti per il bene degli ospiti del Centro 21 e ti sei spinta perfino a fare dono dei tuoi organi per altri fratelli e sorelle che ne potranno trarre vantaggio.

Grazie a voi due, Alfredo e Rossella, che sognavate di sposarvi l’anno prossimo. A te, Alfi, per le tue passioni: dal volley alla buona cucina, alla musica italiana. Ma soprattutto grazie per l‘amore per i tuoi genitori, che nel tuo ultimissimo messaggio hai definito “fantastici, strepitosi”. E, in cima a tutti, grazie per l’amore tuo bellissimo, per la tua Regina, la tua dolce Rosellina, così affettuosa e materna nei modi, dal cuore immenso, che adorava gli smalti dai colori intensi.

Grazie a te, Maria, che la tua cara mamma ha descritto come “una ragazza dolce, sensibile, ma anche molto determinata. Ti esprimevi attraverso la danza e il teatro, le tue grandi passioni, che condividevi anche con le amiche. Sul palco ti trasformavi e riuscivi a dare libero sfogo alla tua straripante creatività”.

Grazie a te, Francesca, la più giovane della comitiva. Un’amica ti racconta come “allegra e chiacchierona. Ti piaceva condividere ciò che ti capitava, mentre i tuoi interessi ruotavano attorno alla musica e al ballo. Esuberante, piena di energia, sorridente, e con un cuore grande grande”.

Grazie anche a te, Valentina. Ti sentivi la sorella maggiore delle amiche con cui vivevi e ti offrivi sempre come punto di riferimento in ogni situazione. Tutto il tuo mondo era il Centro 21, e non vedevi l’ora di partire con la programmazione invernale dopo due settimane di stop.

3. Ma vorrei ancora aggiungere un grazie a tutti voi, babbi e mamme, di questi nostri splendidi ragazzi. Grazie per aver dato una mano decisiva a Dio, perché i vostri figli potessero venire alla luce, nella certezza incrollabile che la vita è un bene infinitamente più grande della non-vita. E nella lucida consapevolezza che far nascere questi ragazzi è stato un miracolo che Lui, il Creatore, da solo non poteva e non può mai, né mai vuole realizzare senza dei veri ‘pro-creatori’ di buona volontà, come voi. Grazie per l’amore con cui li avete accolti e avvolti, battezzati, coccolati, accompagnati, educati. Grazie per non aver trattenuto per voi soli il loro bene, ma per averlo condiviso con altri familiari e amici, tessendo una rete infrangibile, che non si spezzerà mai. Mai più. Sentitevi accompagnati anche dalla nostra preghiera, perché la speranza di poter riabbracciare un giorno i vostri dolcissimi figlioli non si spenga dal vostro cuore mai. Mai più.

Da ultimo, ma non ultimo, un grazie a tutti voi del Centro 21: ospiti e responsabili. Ricevete la nostra stima più sincera e ammirata. Sì, noi ammiriamo, grati e incantati, la vostra generosità, il vostro invincibile coraggio, la vostra inesauribile creatività, la vostra inossidabile passione nel portare avanti quella che papa Francesco chiama la “rivoluzione della tenerezza”.

E infine, grazie a te, Gesù crocifisso, risorto e vivente, mite e umile pellegrino di Emmaus, che continui a farti compagno delle nostre strade e vicino nelle nostre ‘strane’ vicende, per rivelarti in ogni frammento di amore, in ogni semino di bontà, in ogni brano di vera umanità.

Grazie. Grazie di vero cuore!

+ Francesco Lambiasi

Il discorso della sindaca di Riccione Daniela Angelini

Ci sono eventi che segnano in maniera indelebile una comunità. Il 7 ottobre del 2022 resterà per sempre nella nostra memoria cittadina. Sarà un ricordo di dolore estremo, personale e collettivo, tra i momenti più laceranti della nostra storia recente. Ma, ne sono sicura, il 7 ottobre del 2022 sarà archiviato nella memoria di Riccione come un momento di grande resilienza per la nostra comunità, che sin da subito ha saputo stringersi per intero attorno ai parenti delle vittime.

Maria, Alfredo, Francesca, Rossella, Valentina, Romina e Massimo ci hanno insegnato, ce lo stanno insegnando ora e ce lo insegneranno in futuro, a essere migliori. Ognuno a proprio modo, sono stati l’esempio vivente di cosa significhi realizzarsi attraverso la condivisione, l’esserci per l’altro, nutrendosi di quella gioia e quell’amore che consentono di superare ogni difficoltà e sofferenza. La nostra città vi deve tantissimo: grazie!

Lo stesso esempio ce lo stanno dando ora i loro congiunti. Pur travolti da una tragedia che ha portato loro via ciò che avevano di più prezioso al mondo, hanno reagito da grande famiglia, unendosi, cercando di farsi forza l’uno con l’altro. Riccione, non serve che ve lo dica, non vi abbandona. Anzi, Riccione continuerà ad avere bisogno di voi.

Abbiamo perso il nostro ex sindaco Massimo Pironi, un caro amico, che ha donato la sua vita alla propria città, alla propria provincia e alla propria regione. Ha regalato la sua vita agli altri, contagiando migliaia di persone con la sua passione e gettando tantissimi semi durante la sua lunga carriera politica. Il più pregiato lo ha tenuto per la sua Riccione, facendo sbocciare, prima come sindaco e poi come volontario, insieme a un gruppo di persone straordinarie, il Centro 21, una struttura di eccellenza per il supporto, l’integrazione e l’autonomia dei ragazzi con la Sindrome di Down.

Oggi piangiamo Romina, una ragazza fantastica, generosa, solare e una grande professionista. Ci mancheranno tremendamente il sorriso dolce di Maria; Francesca che quando andavo a prendere il caffè mi riempiva di attenzioni, Alfredo e la sua Rosellina, come amava chiamarla, innamoratissimi con il cuore immenso e poi Valentina, dai modi così gentili. Cinque angeli che ogni giorno, semplicemente danzando, cantando, recitando, lavorando con grande impegno nei locali della nostra città hanno saputo renderci migliori.

Nei prossimi giorni pianteremo sette alberi in ricordo dei nostri sette cari nel parco di via Limentani, a fianco della sede del Centro 21. Anche simbolicamente, oltre che attraverso il loro splendido esempio, continueranno a vivere con noi. Sono certa che il loro polline, trasportato dal vento, continuerà a contaminare la nostra comunità.

A nome della città di Riccione ringrazio davvero di cuore tutte le autorità civili, militari e religiose intervenute oggi. Ringrazio il prefetto di Rimini Giuseppe Forlenza, che oggi non è potuto essere presente ma che ci ha rivolto un meraviglioso messaggio di cordoglio e vicinanza. Tantissimi rappresentanti delle associazioni, enti, organizzazioni di volontariato religiose e laiche avrebbero voluto dedicare un pensiero ai nostri magnifici sette in questo momento: comprensibilmente, per motivi di tempo, oggi non è possibile. Vi ringrazio a nome di tutti loro. Grazie infine a tutti coloro che in questi giorni hanno impiegato ogni energia per l’organizzazione di questo funerale.

Il messaggio delle  famiglie di Centro 21

“Non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” Ci sembrano le uniche parole che possano descrivere pienamente la misteriosa chiamata in cielo dei nostri cari. Massimo e Romina non si sono mai risparmiati in questo, donando tutto di loro stessi: tempo, energie, pensieri, affetto, cuore e la vita stessa. Averli conosciuti e aver condiviso con loro la crescita dei nostri ragazzi è per noi un grande regalo e un grande onore.

Ora ci è chiesta l’importante responsabilità di accompagnare lo sviluppo dei semi che loro hanno abbondantemente gettato e curato. Alfredo, Rossella, Maria, Francesca e Valentina sono per noi il segno più evidente che la vita è bella, ogni vita, così come ci è donata.

Questi nostri ragazzi hanno ormai aperto una strada: ci hanno fatto vedere che è possibile desiderare una vita piena, con una casa propria, un proprio lavoro, un rapporto di affetto profondo, amicizie importanti, interessi e divertimento.
Non si sono accontentati: passo dopo passo, hanno costruito tutto questo insieme a chi li ha accompagnati . E lo hanno fatto non solo per loro: è il loro contributo al mondo intero, è lo svolgersi di un compito che è stato loro affidato, perché la vita di tutti sia più buona, più vera, pienamente umana.

Come famiglie del Centro 21, desideriamo dire a Massimo, Romina, Alfredo, Rossella, Francesca, Valentina e Maria il nostro grazie, chiedendo che dal cielo, dove ora sono per sempre insieme, ci accompagnino nella strada che dobbiamo
percorrere, e ci aspettino fino al giorno in cui potremo tutti riabbracciarci.

Un messaggio per Francesca

Quando ieri la Grazia al telefono tra le lacrime mi ha detto che l’unico suo cruccio è non aver protetto sua figlia Francesca… Ebbene io le ho risposto che lei veramente l’ha protetta come di più non si poteva e sapete come? Lasciandola libera… libera di vivere la vita che voleva.. libera di decidere e di camminare con le sue gambe e di volare. Lei questo viaggio lo voleva con tutto il cuore come lo volevano gli altri ragazzi.. Era la realizzazione del loro sogno e volevano farlo conoscere in giro per l’Italia.. erano orgogliosi del risultato di indipendenza che avevano raggiunto e a questo traguardo sono potuti arrivare grazie all’amore incondizionato dei loro cari, degli educatori che hanno creato e fatto crescere il CENTRO 21 E di TUTTI COLORO CHE HANNO creduto in loro ed hanno SPESO ENERGIE, TEMPO, SOLDI e fiumi di IMPEGNO affinchè questo sogno si realizzasse…

Erano felici, perché avevano dimostrato che non c’è diversità quando c’ è amore e voglia di vivere e sicuramente loro le avevano tutte e due. Solo chi è entrato nel loro mondo sa e può capire quanto speciali erano e sono perchè sono con noi qui anche ora. Certamente Massimo e Romina loro accompagnatori lo sapevano perchè hanno non solo dedicato ma regalato la loro vita.. Ora sono liberi.. liberi da tutti i vincoli e convenzioni che la vita quotidiana ci mette davanti.. Mi consola sapere che siete volati via sereni e felici facendo ciò in cui credevate sopra ogni cosa… Concludo augurandomi che tutti insieme, ognuno per quello che può e come può, alimenti questo sogno e che una volta spenti i riflettori di questa giornata non ci si dimentichi di loro e dei ragazzi del Centro 21 perché questi angeli ne sono l’essenza …

Ciao ragazzi, volate liberi più in alto che potete, noi saremo sempre qua a pensarvi ed ad amarvi, siamo tutti orgogliosi di voi.

I messaggi dei ragazzi di Centro 21

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