Approda oggi al voto della Camera per poi passare all’esame del Senato il decreto fiscale (124/2019) che contiene numerosi elementi di novità per gli enti locali. Tra i provvedimenti che maggiormente toccano da vicino il Comune di Rimini c’è l’articolo 38, che istituisce a decorrere dal 2020, una nuova imposta immobiliare sulle piattaforme marine (IMPi) in sostituzione di ogni altra imposizione immobiliare locale ordinaria sugli stessi manufatti. Ai Comuni spetteranno le attività di accertamento e riscossione, ma non avranno possibilità di manovra sull’imposta, con lo Stato che si riserva oltre il 70% del gettito, lasciando ai comuni la quota fissa del 3 per mille. Per il Comune di Rimini si tratta di un provvedimento che potrebbe valere intorno ai 450.000 mila euro all’anno, che però non potrà realisticamente concretizzarsi prima della fine del 2020. Per il primo anno di applicazione infatti sarà lo Stato a ricevere l’intero pagamento e solo successivamente, con un apposito decreto, provvederà all’attribuzione del gettito di spettanza di ciascun comune.
“E’ una partita che il Comune sta seguendo passo dopo passo – è il commento dell’Amministrazione Comunale – soprattutto perché l’approvazione del dl rappresenta un punto fermo anche in chiave di risoluzione del contenzioso in corso con Eni, concessionario titolare delle piattaforme antistanti la costa riminese”. Da tempo infatti il Comune di Rimini sta portando avanti un difficile contenzioso con Eni relativa all’IMU di 6 piattaforme, posizionate tra il confine nord e sud del territorio comunale. La Corte di Cassazione ha stabilito che anche le piattaforme sono sottoposte a tassazione e per la determinazione dell’importo occorre tener conto dei criteri contabili previsti per la categoria D/7.
L’ufficio tributi del Comune di Rimini, dopo aver verificato la mancanza di dichiarazioni e versamenti ICI, ISCOP e IMU, ha proceduto alla notifica degli atti al concessionario (per un valore totale di 13.325.663 euro tra imposta, sanzioni e interessi). Da li è nata una controversia, tuttora irrisolta, per la quale l’ufficio comunale ha presentato ricorso per l’appello avanti la Commissione Tributaria Regionale di Bologna, opponendosi alla sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Rimini, che stabiliva l’accoglimento dei ricorsi presentati da Eni S.p.A. “Alla luce del Decreto Fiscale in via di approvazione – è il commento dell’Amministrazione – appare ancora più giustificata la richiesta del Comune di Rimini avanzata al concessionario. E’ una battaglia, che ci accomuna ad altri Enti locali, sulla quale l’Amministrazione non mollerà la presa”.