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Il sindaco di Rimini: “Ancora armi all’Ucraina? La più grande è la diplomazia”

Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad prende posizione ulla guerra in Ucraina. Per dire che “l’arma più grande è la diplomazia”.

“Vi racconto qualcosa di molto personale – scrive il sindaco su Facebook – Era il 1980 e mio padre si trovava a Shiraz in Iran dai suoi fratelli, i miei zii, quando scoppiò la guerra degli 8 anni con l’Iraq. Un viaggio che doveva durare un paio di settimane si trasformò in un incubo lungo 5 mesi. Non esisteva internet, i telefoni erano sistematicamente in blackout e io, bambino di 8 anni, sentivo di una guerra che impediva a mio babbo di tornare da me a Rimini (ma….cos’era la guerra?) e soprattutto vedevo mia madre non essere più la stessa. La vedevo piangere e io non riuscivo più a parlare al telefono con mio padre. Dopo cinque mesi, tra i bombardamenti delle truppe di invasione di Saddam Hussein, mio padre riuscì ad arrivare via terra in Turchia e da lì a tornare in Italia”.

E prosegue: “Cosa rimase di quella guerra? Oltre un milione di morti e il paese invaso, l’Iran, dopo 8 anni di eroica resistenza costretto ad accettare “l’amaro calice della pace” (così la definirono i governanti iraniani dell’epoca).
Il mio timore più grande è che la guerra in Ucraina si trasformi in un grande pantano. Dove di fatto non ci sono vincitori (anche se entrambe le parti rivendicano continui successi) ma neppure sconfitti. Situazione “ideale” per far prevalere la logica della guerra a ogni costo, che fa comodo a tanti potenti della Terra per vari motivi. E in questa situazione il popolo Ucraino, quello sì eroico per il dramma che sta vivendo, unico vero sconfitto di questa assurda guerra”.

Ed ecco come la pensa Jamil Sadegholvaad: “Ormai da diversi giorni si parla solo di riarmo da garantire alla resistenza ucraina. Sarò impopolare, ma credo che la più grande arma da utilizzare contro gli atti criminali di Putin verso i bambini, le donne, gli uomini del’Ucraina sia costringerlo a sedersi a un tavolo di negoziazione che solo la diplomazia internazionale può mettere in campo. Purtroppo però ho l’impressione che in questa fase tale opzione non sia contemplata e quindi il massacro dell’Ucraina debba proseguire. Questa sì che è una sconfitta, forse la più grande.
Inevitabilmente prima o poi si arriverà al momento in cui ci si renderà conto che questo conflitto si può risolvere unicamente con la diplomazia e non con le armi, ma nel frattempo ci saranno state tante, troppe, inutili vittime”.

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