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Il rapinatore solitario di Rimini è un cocainomane 35enne di Venezia, il covo nel garage di un complice

Un italiano di 35 anni, nato a Venezia ma da tempo trasferito a Rimini e ora senza fissa dimora, dipendente dalla cocaina, con precedenti per ricettazione e furto. E’ lui il colpevole di almeno cinque delle sette rapine consumate dal 25 agosto a oggi a cadenza quasi quotidiana, sempre con le stesse modalità.

La polizia l’ha scovato dopo l’ultimo colpo, messo a segno ieri alla tabaccheria Giorgetti del centro Flaminio. Alla fine a risultare fatale per il malvivente è stata la reazione del tabaccaio, che dopo essere stato costretto a consegnare l’incasso di 1.500 euro sotto la minaccia di una pistola, si era messo all’inseguimento del bandito che fuggiva a piedi per strada. Ma quell’uomo “correva come un matto”, come ha riferito poi la vittima della rapina, e ne aveva perduto le tracce nelle vie intorno alla ex caserma G. Cesare.

Questa fuga precipitosa aveva però impedito al 35enne di inforcare la bicicletta con la quale si allontanava dopo ogni colpo. E di quella bici alla Questura di Rimini sapevano tutto, come ormai era chiaro da tempo che l’autore degli assalti era sempre lo stesso, immortalato più volte dalle telecamere e descritto dai testimoni. Un uomo fra i 30 e i 35 anni, alto oltre 1.80, snello, con addosso sempre dei bermuda jeans, Adidas bianche, cappellino, occhiali scuri e mascherina chirurgica. Sempre la stessa camicia scura a righe bianche, salvo che per l’ultimo colpo dove ne indossava una di jeans. Qualcuno che poteva avere problemi di droga o di debiti, se non tutti e due. E anche l’indentikit della bicicletta era preciso: di colore scuro con un marchio grigio, con quel caratteristico manubrio con i “cornetti” e il lucchetto sotto la sella. Indagini certosine e a tutto campo che però non erano ancora riuscite a individuare il nascondiglio del bandito. Poi si capirà il perché. Ma la base doveva trovarsi nella zona colpita dalle rapine, piuttosto ristretta.

Il 25 agosto il colpo alla farmacia comunale n. 5 di via Flaminia angolo via Balilla, bottino 282 euro; il 26 al forno Borromei di via Lagomaggio, 175 euro, peraltro non immediatamente denunciata; il 27 tocca alla farmacia comunale n.3 di via Guadagnoli, 390 euro; il 28 è la volta del Conad di fronte all’ospedale Infermi, 3.100 euro; infine i 1.500 euro portati via dalla tabaccheria Giorgetti di via Flaminia.

I poliziotti hanno trovato la bicicletta ieri poco dopo quest’ultima rapina, consumata verso le 16 dopo un tentativo fallito ai danni di una parrucchiera di via Pascoli una ventina di minuti prima. Chissà se il rapinatore sarebbe andata a riprendersela?

Succede davvero poco dopo le 21. Qualcuno arriva e rapidamente inforca la bici partendo subito a razzo. Scatta l’inseguimento degli agenti appostati nei paraggi, a piedi e con le volanti. Ma ancora una volta il malvivente riesce a dileguarsi. Ma non deve essere andato tanto lontano. E così battendo palmo a palmo la zona gli agenti scoprono qualcosa di strano in un garage di un condominio non distante dalla ex caserma G. Cesare: lì dentro ci abita qualcuno. E quel qualcuno risponde proprio alla descrizione del ricercato.

Un rifugio che gli è stato concesso dall’inquilino di un appartamento di quel condominio, un bolognese di 54 anni con qualche precedente per reati contro il patrimonio e stupefacenti. A che titolo sia stata concessa quell’ospitalità e se i proventi delle rapine siano stati spartiti, è ancora tutto da verificare da parte degli inquirenti.

Quasi 5.500 euro di refurtiva che non sono stati certo spesi per vivere nel lusso. Nel garage, fornito anche di un piccolo ripostiglio, il quadro di degrado era assoluto, con tanto di bottigliette piene di urina che evidentemente erano l’unico tipo di servizio igienico disponibile. Ritrovati anche tutti gli abiti impiegati durante i colpi, i due cappellini, gli occhiali scuri. E poi un bilancino di precisione e una pipetta, ma nemmeno un soldo e di droga solo poche tracce. E non la pistola, di cui però c’era la scatola: una scacciacani imitazione della Walter PPK di James Bond. Ma il rapinatore, che ormai era stato costretto ad ammettere le sue colpe, l’ha fatta ritrovare là dove l’aveva gettata, un’area incolta lungo via Fada, sempre nei pressi della ex caserma. Insieme all’arma c’era anche la busta di plastica verde nella quale il 35 enne infilava i soldi dopo i colpi.

Di rapine ce sono ancora due in cerca d’autore e che l’arrestato non ha ammesso. La polizia prosegue le indagini, mentre si attende l’esito della udienza di convalida dell’arresto per rapina continuata e aggravata.

 

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