2017. 2018. Due numeri. E sono solo date. In realtà potremmo continuare con la cabala numerica, raccontando le cifre di investimento che sono state destinate a due operazioni tra le più importanti nel futuro panorama dei contenitori culturali riminesi per il restauro del Cinema Fulgor e il Teatro Galli: 30 milioni per il Galli e 8.5 milioni per il Fulgor, compresi tutti gli scavi archeologici che si sono resi necessari. Cosa aspettarsi dall’apertura di questi due importantissimi spazi? Quali progetti e prospettive?
IL RAPPORTO SYMBOLA
Facciamo un passo a lato. La scorsa settimana è stato presentato a Roma il rapporto annuale «Io sono cultura» che da cinque anni Fondazione Symbola e Unioncamere producono con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
L’edizione di quest’anno porta il titolo «L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi». Il rapporto è un documento teso a monitorare l’evoluzione del sistema produttivo culturale e creativo del nostro paese. I dati vengono elaborati, condivisi e discussi con i principali attori dell’economia italiana e con una delle principali – oltreché una delle prime – realtà italiane che si occupa di progettazione culturale nel nostro paese, la Fondazione Fitzcarraldo di Torino.
RIMINI, LABORATORIO DELL’INDUSTRIA CULTURALE
I dati che emergono dal rapporto annuale di Symbola, si declinano particolarmente bene descrivendo in maniera abbastanza precisa a ciò che accade a Rimini da qualche anno a questa parte.
Considerando inoltre che «cultura e istruzione» sono l’undicesima priorità del programma Juncker, e che le priorità poste al centro della Commissione Cultura sono il patrimonio culturale, le imprese creative e culturali, il Digital Single Market e il capitale umano, la nostra città pare corrisponda a pieno titolo ad attestarsi come laboratorio per quanto riguarda l’industria culturale. Una delle prospettive di senso che senza dubbio il nostro paese deve – e può – perseguire è quello di mettere in risalto la qualità, la bellezza e la cultura che si incrocia con l’innovazione tecnologica e la green economy. A tal proposito Rimini, due anni fa, ha dato avvio al progetto voluto dal Piano Strategico sul riordino dell’area del Ponte di Tiberio, includendo tra le priorità del progetto la riqualificazione urbana, il riordino dei materiali archeologici, un percorso che portasse a riconsiderare la fruizione urbanistica dell’area con una decisa declinazione verso la mobilità lenta.
NUTRIRE BENE IL CORPO FA MOLTO BENE ALLA MENTE
Un altro settore che viene messo in risalto nel rapporto del 2016 è il settore del food e del beverage e anche sotto questo punto di vista la manifestazione di «Al meni» che senza dubbio quest’anno ha avuto la controprova di “averci visto lungo” con la conduzione che anni fa l’organizzazione ha dato a Massimo Bottura e che quest’anno ha goduto – dato il premio ricevuto proprio pochi giorni prima a New York che lo ha acclamato come chef del migliore ristorante al mondo – della felice intuizione di appena tre anni fa. Il tutto declinato nella chiave di lettura che alcuni hanno chiamato «dalla gastronimia alla comunicucina», che è uno dei leitmotiv della manifestazione.
L’intreccio turismo/agroalimentare è una delle alleanze più promettenti degli ultimi anni: cultura e mondo del cibo, chef stellati che si rifanno alle culture locali e che diventano potenti soggetti di comunicazione e dunque di produzione culturale (pochi anni fa non era davvero chic dire che si era un cuoco!) e anche in questo Rimini si attesta come soggetto interessante per l’industria culturale e turistica nazionale.
UNA MARE DI GENTE AL MARE DI LIBRI
Il sistema produttivo culturale, in Italia, fornisce lavoro a 1.5 milioni di persone, il 6.1% del totale degli occupati. Ma la principale ricaduta del settore, osservando appena oltre il perimetro delle imprese culturali e creative, è il turismo: più di un terzo (il 37,5%) della spesa turistica nazionale è infatti attivato proprio dalla cultura. Anche per quanto riguarda questo specifico dato abbiamo un esempio virtuoso a Rimini, con la manifestazione «Mare di Libri» che per tre giorni l’anno felicemente invade la città di giovani e giovanissimi lettori accompagnati quindi obbligatoriamente dai genitori: se le presenze dell’edizione del 2016, si attestano sulle 5.600, contando che a quasi tutti gli incontri gli ammessi sono solo i giovani, questo significa che per la durata della manifestazione, si sono aggirati per la città almeno il doppio dei partecipanti – considerando che solo un genitore abbia accompagnato la progenie – quando non il triplo – nel caso invece che un’intera famiglia abbia deciso di regalarsi una piccola vacanza culturale.
E intorno a una manifestazione come «Mare di Libri», come a tutte quelle similari, si muove tutto il pacchetto economico della permanenza in una città, vitto, alloggio e – forse – anche un poco di shopping, anche se i partecipanti hanno quasi tutti il morbo di book all’ultimo stadio e quindi, sovente, spendono tutti i loro averi in materiale cartaceo!
Dunque, per tornare al dato esposto in esergo all’articolo, cosa aspettarci per i prossimi due anni tenendo conto di questi nuovi contenitori culturali?
Rimini ci saprà stupire anche su questi due nuovi progetti? Le carte da giocare ci sono tutte, tenendo conto che negli ultimi anni la città ha dato dimostrazione di saper guardare avanti con coraggio. Senza dimenticare la sua storia come territorio, consapevole del fatto – come sottolinea ancora il rapporto di Symbola – «che la sua cultura, dalle radici antiche, è oggi il miglior biglietto per entrare da protagonisti in un futuro migliore. Se l’Italia fa l’Italia, quel futuro non è nostro nemico. Anzi.»
Mila Fumini