In queste ore il Governo si sta confrontando con le Regioni, enti locali, categorie economiche, forze politiche per decidere il nuovo Dpcm che dovrà gestire il periodo di Natale e Capodanno. Un provvedimento che mercoledì sarà illustrato alle Camere dal ministro alla salute Roberto Speranza. Un periodo delicato per le relazioni tra le famiglie e le persone. Un periodo delicato per l’economia nazionale. Per molti settori era il periodo dell’anno che sistemava buona parte del bilancio annuale. Dallo shopping al turismo, soprattutto di montagna. Non sarà così quest’anno. Da settimane si parla di una Natale sobrio e diverso dagli altri anni.
Per gli studiosi la situazione epidemiologica del Paese non consente allentamenti. Il consiglio è di tenere duro, costi quel che costi, perché l’impatto del virus sui sistemi sanitari regionali è ancora troppo forte e troppo alto il rischio di una pericolosa «inversione di tendenza» rispetto al lieve miglioramento dei dati. Vi è grande preoccupazione per una terza ondata di contagi. Il Governo è impegnato anche nei ristori per le categorie economiche più colpite.
Vediamo in sintesi i vincoli che potrebbero essere approvati il 3 o 4 dicembre.
La mobilità
Stop agli spostamenti tra Comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e del primo gennaio. Dal 21 dicembre, inoltre, gli spostamenti tra Regioni gialle potrebbero essere consentiti solo per far ritorno al proprio luogo di residenza, con una previsione che dovrebbe essere estesa ai luoghi di domicilio. Non vengono modificate le eccezioni: ci si può muovere per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Stop sempre dal 21 dicembre, invece, agli spostamenti tra le Regioni per raggiungere le seconde case e crociere ferme nel periodo natalizio.
I ristoranti
Con l’Italia presumibilmente tutta in giallo a metà dicembre, ristoranti e bar dovrebbero riaprire praticamente ovunque. Resta fermo però l’orario limite delle 18 e naturalmente le regole ferree: a tavola non più di quattro, mascherine quando ci si muove all’interno dei locali comuni e obbligo di tenere il registro delle presenze per 14 giorni, anche se in pochi lo fanno. Ristoranti chiusi il 25 e 26 dicembre
I negozi
Gli orari dei negozi dovrebbero allungarsi fino alle 21 in modo da diluire le presenze durante l’arco della giornata ma non oltre per consentire a clienti e lavoratori del settore di raggiungere le abitazioni entro le 22, ora del coprifuoco. Centri commerciali e grandi magazzini aperti nel fine settimana
In famiglia
Niente cenoni e veglioni il 24 e il 31 dicembre. Al massimo ci si dovrà accontentare di un’apericena da concludere molto presto visto che rimane il coprifuoco alle 22 senza alcuna eccezione. Neanche per la messa di Natale che la Conferenza episcopale si è detta disponibile ad anticipare probabilmente alle 20.
Per le riunioni in famiglia, cene o pranzi che siano, il governo si limiterà a dare delle forti raccomandazioni, visto che non è possibile intervenire nelle abitazioni private per controllare a meno che non venga segnalata un’ipotesi di reato. Ovviamente anche in questo caso vale l’orario delle 22. Tutti debbono essere nelle proprie abitazioni.
I viaggi e seconde case
Si può andare nella seconda casa solo se si trova all’interno della stessa regione, a patto naturalmente che ci si trovi in una zona gialla perchè in quelle arancioni e rosse sono comunque vietati gli spostamenti tra comuni. Resta comunque consentito recarsi all’estero. Il nuovo Dpcm aggiornerà le liste dei Paesi per i quali sono previsti tamponi o quarantena al rientro in Italia.
La montagna
Gli impianti nelle località sciistiche resteranno chiusi, nessuna deroga né per i clienti degli hotel né per i proprietari di seconde case, come avevano chiesto i presidenti delle regioni del nord. Niente settimane bianche, almeno fino al 15 di gennaio. Nè in Italia e difficilmente anche oltreconfine. Dopo Francia e Germania ieri anche l’Austria ha deciso di non aprire gli impianti agli stranieri e per chi arriva da Paesi dove l’indice di contagio (come in Italia) è superiore a 100 ogni 100.000 abitanti, sarà richiesta una quarantena di 14 giorni. Lo stesso periodo di isolamento sarà richiesto agli italiani che dovessero comunque decidere di andare a sciare oltreconfine dove è consentito, come in Svizzera e in Slovenia. Gli alberghi in Italia restano aperti, l’ipotesi circolata di obbligo di chiusura degli hotel di montagna non ha trovato alcuna conferma. Molti non apriranno semplicemente perchè con le piste chiuse non ci saranno clienti.
Resta comunque consentito il turismo di prossimità all’interno dei confini regionali
La scuola
L’Unione europea invita gli Stati ad allungare le vacanze di Natale almeno fino al 15 gennaio per creare una sorta di periodo cuscinetto e non diffondere nelle aule eventuali contagi contratti durante il periodo di festività. Ma l’invito è rivolto ovviamente ai Paesi che non hanno mai interrotto le lezioni in presenza o che pensano di riprenderle a gennaio.
In Italia però non è escluso che il nuovo Dpcm preveda il ritorno in classe, anche se con turni e rotazioni, già dal 14 dicembre dei ragazzi delle scuole superiori che sono tornati alla didattica a distanza. Lo chiede la ministra della pubblica istruzione Azzolina ed è favorevole il premier Conte. Perplessità da parte di alcuni presidenti di regione. Alla fine è molto probabile che il ritorno in classe avvenga l’11 gennaio.
Foto di copertina AGI