IL CASO WHATSAPP – dimostra l’importanza del GDPR per la tutela dei nostri dati personali
Il 6 gennaio, in India e negli Stati Uniti, gli smartphone hanno iniziato a ricevere un messaggio da WhatsApp con il quale si informavano gli utenti delle modifiche apportate a privacy policy e termini di servizio.
Di cosa venivano informati esattamente?
Del fatto che – dall’8 febbraio 2021 – il numero di telefono, le informazioni sulle interazioni con altri utenti o aziende, dati sulle transazioni, informazioni sul dispositivo, sull’indirizzo ip e molti altri dati saranno condivisi con le società appartenenti al gruppo Facebook (che controlla sia Instragram che WhatsApp).
Il fatto singolare è che, in caso di mancata accettazione della suddetta condizione, non sarà più possibile utilizzare l’app di messaggistica più famosa del mondo. Si legge infatti che: “Toccando ACCETTO, accetti i nuovi termini e l’informativa sulla privacy, che entreranno in vigore l’8 febbraio 2021. Dopo questa data, dovrai accettare questi aggiornamenti per continuare a utilizzare WhatsApp. Puoi anche visitare il Centro assistenza se preferisci eliminare il tuo account e desideri ulteriori informazioni”.
In sostanza, viene reso palese che WhatsApp non è in realtà una applicazione gratuita, ma ne paghiamo il servizio vendendo i nostri dati personali.
Anche i nostri dati quindi saranno “liberamente venduti” al gruppo Facebook?
Lo stesso messaggio da qualche giorno ha iniziato a comparire anche sui nostri terminali, avvisandoci che, per poter continuare ad usare l’applicazione, è necessario accettare le nuove policy. Tuttavia, grazie al GDPR (General Data Protection Regulation o GDPR, la normativa europea in materia di protezione dei dati), il quale impedisce o comunque limita fortemente dinamiche come quelle descritte, per gli utenti europei le condizioni da accettare non riguardano il trasferimento di dati al “gruppo Facebook”, ma solamente i modi in cui vengono trattati i dati e come le aziende si servono di Whatsapp Business.
La conferma arriva dall’account Twitter di Niamh Sweeney (Director of Policy for WhatsApp, EMEA):
“Non ci sono modifiche alle pratiche di condivisione dei dati di WhatsApp nella Regione Europea a seguito dell’aggiornamento. Resta il fatto che WhatsApp non condivide i dati degli utenti dell’area europea con Facebook allo scopo di consentire a quest’ultima di utilizzarli per migliorare i propri prodotti o le proprie pubblicità”
Lo scudo del GDPR, con particolare riferimento alle stringenti regole in tema di trasferimento di dati extra-UE, nonché alle condizioni per la raccolta del consenso, ha evitato ai cittadini europei di dover obbligatoriamente “vendere” i propri dati personali per poter continuare ad utilizzare l’applicazione.
Per info: I CONSULENTI PRIVACY TEL. 0541 1798723