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Il bambino ebreo rapito dal papa diventa un film, Bellocchio cerca protagonista in Romagna

Da oggi e fino a mercoledì 2 marzo la IBC Movies, guidata dal bolognese Beppe Caschetto e la Kavac Film, guidata dal piacentino Simone Gattoni, accompagneranno il regista Marco Bellocchio in una duplice ricerca sul territorio regionale. La compagine produttiva, che aveva già prodotto il film ‘Il Traditore’, è ora al lavoro, con il supporto della Film Commission della Regione Emilia-Romagna, per la nuova opera del regista dal titolo provvisorio La Conversione, che racconta la vita del piccolo Edgardo Mortara, bambino ebreo allontanato dalla famiglia dalle Autorità dello Stato della Chiesa nel 1858.

Il caso Mortara catturò l’attenzione internazionale in gran parte dell’Europa e del Nord America tra gli anni cinquanta e sessanta del XIX secolo.  Il 23 giugno 1858 a Bologna un bambino di 6 anni fu prelevato d’autorità dalla propria famiglia ebraica quindi trasferito a Roma sotto la custodia di papa Pio IX, per esser allevato come cattolico.  Nonostante le disperate e reiterate richieste dei genitori di riavere il bambino, il Papa rifiutò sempre di riconsegnarlo, potendo dimostrare che il bambino era stato battezzato di nascosto da una domestica cristiana che lo credeva in punto di morte. E le leggi vigenti dello Stato pontificio proibivano la coabitazione di cristiani con ebrei. Ciò contribuì a creare nell’opinione pubblica sia in Italia sia all’estero l’immagine di uno Stato Pontificio anacronistico e irrispettoso dei diritti umani nell’età del liberalismo e del razionalismo, contro cui sarebbe stato opportuno che i Savoia intervenissero militarmente. Ribattezzato Pio, una volta cresciuto Mortara prese i voti e rifiutò sempre di tornare alla sua famiglia. Il caso, poco raccontato in Italia ma molto all’estero, tornò alla ribalta nel 2000 quando papa Giovanni Paolo II beatificò il predecessore Pio IX, suscitando vivissime polemiche.

Il progetto di un film sulla vicenda era stato intrpreso da Steven Spielberg. Le riprese dovevano iniziare a Bologna, ma il 21 febbraio 2017 il regista cambiò idea. Dopo aver appreso dell’abbandono del progetto da parte del regista statunitense, non in grado di trovare un attore adatto al ruolo di Edgardo bambino, Marco Bellocchio nel 2020 si è interessato al progetto, basandosi su un soggetto scritto da lui stesso durante il lockdown a seguito della pandemia di COVID-19.

Marco Bellocchio, il casting director Maurilio Mangano, il responsabile di Emilia-Romagna Film Commission, Fabio Abagnato

Nell’auditorium della Regione riprenderanno nei prossimi giorni i casting per trovare il bambino-protagonista, dopo una prima selezione, e quindi riprendere la ricerca con alcune open call sul territorio bolognese e ferrarese.

Il casting director è Maurilio Mangano, che negli ultimi anni ha lavorato ad importanti produzioni italiane, come Il traditore o Anna, solo per citarne alcuni.

Si cerca quindi un bambino fra i 5 e gli 8 anni, con i capelli castani e la corporatura esile, non sono necessarie particolari esperienze pregresse di recitazione.

Oltre alla ricerca del volto del piccolo Edgardo, Marco Bellocchio accompagnato da un pool di professionisti di grande livello, come l’aiuto regista Barbara Daniele, lo scenografo Andrea Castorina, il produttore esecutivo Patrick Carrarin, la production manager Sonia Cilia ed il location manager Marco Bergamaschi visiteranno alcune delle possibili location che nelle settimane precedenti sono state oggetto di una vasta ricerca, che da Parma a Bologna, Ferrara, Comacchio e Bagnacavallo è andato alla ricerca dei luoghi più adatti per ambientare l’opera.

Emilia-Romagna Film Commission, in collaborazione costante con lo staff della Cineteca di Bologna e con tutti i Comuni che hanno ospitato i casting ed i sopralluoghi nei mesi e settimane precedenti, ha accompagnato il regista e la produzione, per il supporto necessario per l’organizzazione delle riprese.

(Nell’immagine in apertura: a destra Edgardo Mortara insieme alla madre)

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