Reati ancora in calo, percezione di sicurezza aumentata fra i cittadini, “nonostante i titoli di certi giornali”: è il bilancio di un anno di attività per i Carabinieri della provincia di Rimini, illustrato questa mattina dal comandante, colonnello Giuseppe Sportelli.
Dunque, secondo l’Arma, una situazione della sicurezza pubblica nel riminese “sostanzialmente soddisfacente” e che non presenta “particolari criticità”. E questo in un territorio molto particolare, se non altro per via di una densità abitativa altissima – “il doppio di quella di Bologna” – e dove l’84% dei reati si concentra in soli quattro comuni: Rimini, Riccione, Bellaria Igea Marina e Cattolica. E di quali reati si tratta? Il 60% sono “predatori” contro il patrimonio, mentre il 14,7% hanno a che fare con la droga.
Reati che appunto anche quest’anno hanno registrato tutti il segno meno. I furti calano quasi del 15% (da 10.310 nel 2018 a 8.787, -14,77%). Giù le rapine del 22%, da 172 dello scorso anno a 133 nel 2019. Estorsioni, da 58 a 43, con il 55% dei responsabili denunciati.
Capitolo droghe: i delitti connessi agli stupefacenti sono passati da 220 a 195, con 120 arresti e 70 denunce a piede libero. Sono stati 198 i consumatori segnalati e 100 kg il totale della droga sequestrata. Consumo soprattutto di marijuana, cocaina e hashish, che continua a interessare tutte le età e tutti gli strati sociali. Di qui l’attenzione dei Carabinieri sulle scuole, dove sono stati effettuati 14 servizi antidroga presso 10 plessi, anche a scopo deterrente. Ma con i ragazzi si è anche dialogato, e tanto, di sicurezza stradale e abuso di alcol, bullismo e crimini informatici.
Il degrado urbano è stato affrontato con 8 servizi specifici, 53 quelli coordinati per il controllo del territorio, 199 contro le cosiddette “stragi del sabato sera”, 8 nelle colonie abbandonate, 57 nei parchi urbani, 9 contro il sovraffollamento degli immobili, 201 per monitorare i dintorni della scuole, dei luoghi di ritrovo, delle piazze, 693 contro lo spaccio.
Notevole l’impegno dei Carabinieri a protezione delle fasce deboli, anche se per fortuna l’aumento delle denunce sembra portare anche qui a una diminuzione di certi reati: violenze sessuali da 48 del 2018 a 29 di quest’anno, mentre gli arresti restano 20 anche nel 2019 e i denunciati a piede libero crescono da 6 a 10, Maltrattamenti in famiglia da 24 a 19. Crescono però le denunce di atti persecutori, da 13 a 25. Gli arresti furono 3 lo scorso anno, raddoppiati a 6 nel 2019; denunce a piede libero da 10 a 21, i divieti di avvicinamento da 7 a 6.
Sulle strade quasi 13 mila pattuglie hanno elevato 4.298 contravvenzioni, ma anche 437 denunce a piede libero per guida sotto l’effetto di alcol e/o stupefacenti, 687 per guida di mezzi con revisione scaduta, 268 beccati senza assicurazione, 300 per non aver allacciato le cinture, 359 per eccesso di velocità, 245 per guica con il cellulare in mano, 16 quelli trovati senza casco in sella a una due ruote.
Da parte loro i Carabinieri del Gruppo Forestale, come ha sottolineato il comandante colonnello Aldo Terzi, con soli 27 effettivi a disposizione ha eseguito 8.430 controlli, identificando 3.176 persone e controllando 1.385 veicoli. Sono stati accertati 423 illeciti amministrativi (+18% rispetto al 2018), con quasi 250 mila euro di sanzioni (+22% in un anno) e 113 illeciti penali (+27%). Il Gruppo di Rimini si conferma così “tra i più produttivi e a livello regionale il più efficace in rapporto al numero di reparti e alla forza organica effettiva”.
Nel complesso, ha riassunto il colonnello Sportelli, in un anno sono state impiegate quasi 25 mila pattuglie, che hanno controllato circa 150 mila persone e oltre 125 mila veicoli. Un controllo capillare e quotidiano del territorio, quella routine che serve anche a tenere sempre in apprensione i malviventi mentre i cittadini se sentono rassicurati.
Ma poi ci sono anche i casi più complessi e anche preoccupanti. Come l’operazione Hammer che portato alla scoperta di due clan camorristici in lotta fra loro per insediarsi a Rimini, conclusasi l’11 ottobre scorso con 10 misure cautelari: “la prima operazione contro la criminalità organizzata in riviera”. Poi il caso ribattezzato “Danzopoli”, con lo scandalo delle gare di ballo truccate a Sportdance nel 2018 ma scoppiato quest’anno. Ancora, l’indagine “Siviglia 2017”, quando fu smascherata l’attività di spaccio di cocaina da parte di un barbiere di Novafeltria. L’operazione “Centauro” fu invece la complessa indagine che portò alla cattura di un’organizzatissima banda che rubava supermoto e in particolare Ducati in occasione dell’annuale raduno a Misano. Infine, un tristissimo caso di cui si sperava poter venire a capo, quello dell’uomo trovato cadavere in un fosso presso un maneggio di San Giovanni in Marignano. Si scoprì poi che il corpo apparteneva a un giovane pakistano, lasciato morire dentro un veicolo che trasportava cavalli dalla Grecia all’Italia dai trafficanti di uomini che usavano questi stratagemma per introdurre immigrati clandestini. L’autore di quel trasporto è stato non solo individuato, ma estradato in Italia.