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I Revisori dei Conti bocciano il Comune di Rimini ma non sanno dire perché

Nei giorni scorsi è stata resa pubblica la relazione del Collegio dei Revisori dei Conti sul rendiconto finanziario del bilancio del Comune di Rimini. Una relazione che boccia il rendiconto per il 2019.

Scrivono i Revisori nella parte conclusiva: “Sulla base dei rilievi evidenziati nella presente relazione, nonché nel parere negativo formulato in occasione del riaccertamento dei residui attivi e passivi il Collegio esprime un giudizio negativo relativamente all’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2019 ed invita l’Organo Consiliare ad adottare i provvedimenti di competenza”.

Chiamamicitta.it ha interpellato esperti del settore (commercialisti, Revisori dei Conti in altre realtà comunali fuori provincia di Rimini, dirigenti comunali) per un approfondimento tecnico sulla Relazione.

Questi approfondimenti sono concordi nell’offrire un quadro molto diverso da quanto affermato nella relazione. Ma andiamo con ordine.

In primo luogo, appare evidente che, oltre ad aspetti di carattere tecnico, la relazione nel suo insieme evidenzia anche rapporti difficili tra il Comune e il suo organo di Revisione. Una storia di collaborazione e fiducia forse mai nate, nonostante queste parole vengano spesso evocate, che ha portato il collegio ad avere un atteggiamento timoroso ed anche diffidente verso il Comune, con il risultato di stilare quel parere.

Perché si può intuire tutto ciò? Perché tutta la relazione consiste un lungo elenco di approfondimenti che il Collegio non ha potuto fare, senza peraltro spiegare il perché.

Ad esempio, a pag. 9 a proposito dell’indice di tempestività dei pagamenti: “L’indicatore di tempestività dei pagamenti alla fine del 2019 risulta -2,11 in sostanziale tendenza rispetto al dato registrato lo scorso anno quando l’indicatore si è attestato a -2,6.”, il Collegio è impossibilitato a riscontrare la correttezza di tale dato”. Dire che si è impossibilitati a verificare che il dato sia giusto senza spiegare che cosa lo abbia impedito, non mette solo in dubbio la correttezza del dato del Comune, ma anche fa capire che i Revisori non saprebbero come fare questa verifica. Eppure non sarebbe stato complicato, per esempio, fare qualche verifica a campione sulle imprese fornitrici del Comuni e la tempestività dei relativi pagamenti.

Oppure, a pag. 20 sul Fondo perdite aziende partecipate. “In riferimento a quanto riportato nella relazione sulla gestione e nota integrativa, circa la mancata conferma dell’accantonamento di €. 40.582,00, il Collegio non ha potuto verificarne le condizioni di mantenimento o meno dell’accantonamento di tale importo al Fondo”.

Per chiarire ulteriormente questo aspetto, a pag. 23 i Revisori scrivono a proposito dell’indebitamento pro capite che passa da 676 nel 2017, a 606 nel 2018 a 544 nel 2019: “La tabella a dimostrazione dell’andamento del debito pro-capite ha utilizzato il numero di abitanti al 31.12.2018 anche per il periodo 2019. Tale dato, al momento della redazione del bilancio doveva essere aggiornato dall’Ente”. E’ vero- Ma avrebbero potuto anche verificare loro stessi, come chiunque, che la popolazione dal 2018 al 2019 è aumentata di quasi 200 unità, migliorando così il dato a 540.

A pag. 5 i revisori lamentano che tra i fatti sopravvenuti non è stato citato il disastro Covid: giusto, il Comune avrebbe anche potuto farlo. Ma a marzo/aprile 2020 più che una osservazione di rito,  un generico “warning”, non avrebbe potuto essere indicato, tenuto conto che non si conosceva (e non si conosce) né l’entità definitiva del disastro sulle finanze comunali né che cosa lo Stato potrà fare per soccorrere gli enti locali.

Riaccertamento residui. I revisori citano il loro precedente parere negativo, ma non la delibera di Giunta 104/2020 di approvazione del riaccertamento, nella quale si dice che il 7 aprile il Comune ha contro dedotto alle osservazioni del collegio con chiarimenti e documentazioni.  A questa lettera il collegio non ha dato riscontro e non ve n’è traccia nella relazione.

Debiti fuori bilancio. Il richiamo alla verifica di eventuali responsabili è corretto, ma in questo contesto appare anche un po’ pretestuoso: non è affatto detto che il debito comporti una responsabilità erariale (anzi per riconoscere il debito ci deve essere stata una prestazione effettivamente erogata o una sentenza, ecc.). In ogni caso i debiti fuori bilancio sono stati inviati alla Corte dei Conti che saprà ben fare le sue di verifiche. Inoltre se i debiti fuori bilancio sono già stati riconosciuti con delibera consigliare, l’approvazione del Rendiconto è ininfluente.

Riminiterme. Scrivono i revisori: “A fronte di una transazione avvenuta nel corso dell’anno 2018 con la società COOP 7 s.c. l’Ente con decorrenza febbraio 2019 è rientrato in possesso del pacchetto di maggioranza (82,67%) della Società Riminiterme S.p.a. per la quale occorre verificare se rispetta i requisiti previsti dal c.d. Decreto Madia”. Però l’atto assunto a suo tempo aveva tutti i pareri (compreso quello del collegio dei Revisori precedente), un’istruttoria complessa, ed è stato mandato alla Corte dei Conti. Quindi la conformità o meno a questo punto potrebbe essere dichiarata solo da un giudice. La richiesta del Collegio è senza senso e un tale quesito appare incomprensibile.

Infine il capitolo sulle irregolarità non sanate. E’ tutto un richiamo di corrispondenze, richieste, rivendicazioni: appare una distorsione del significato stesso questa parte della relazione.

Da sempre nelle Relazioni dei Revisori vi sono osservazioni e suggerimenti. Rientrano nella normale dialettica tra Ente e Collegio. Normale dialettica che tuttavia in questo caso pare proprio mancare.

In questo caso appare invece singolare che alla relazione venga allegata una corrispondenza tra il Collegio e la Giunta Comunale sulla richiesta di adeguamento dei compensi. Scrivono i Revisori: “Da ultimo ma sicuramente non per importanza il Collegio riscontra la mancata risposta sulla questione relativa all’adeguamento dei compensi formulata fin dal mese di Gennaio 2019 e riepilogata nella nota del 27 Aprile 2020 alla quale non si è ancora avuta una risposta”. Il Collegio non può che evidenziare che alla data odierna non è pervenuta alcuna risposta alla questione adeguamento dei compensi dovuti all’organo di revisione, posta, si ribadisce nel gennaio 2019 ben prima dell’emergenza sanitaria che stà coinvolgendo il Paese e non solo.
Il Collegio ovviamente non può restare insensibile al grande tema dell’emergenza COVID-19 e quindi mostra fin da ora la propria disponibilità a valutare di rinunciare al maggior compenso che l’Ente si apprestasse a deliberare”

In conclusione, questo un parere negativo sul rendiconto finanziario appare incomprensibile. I risultati di bilancio sono corretti, i fondi risultano costituiti regolarmente, i vincoli rispettati, le spese per il personale correttamente calcolate, non ci sono elementi che facciano presagire un disavanzo o indicare gravi disfunzioni gestionali.

Nei prossimi giorni si vedrà come risponderà il Comune e come si giungerà al voto in consiglio comunale.

La Relazione del Collegio dei Revisori

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