Cerca
Home > Il corsivo > I ragazzi del Ceis? Meglio i Figli della Lupa

I ragazzi del Ceis? Meglio i Figli della Lupa

Abbiamo dunque appreso che il caricaturale ministro alla cultura sarà quanto prima a Rimini.
Verrà forse a ricordarci come “il camerata” Dante Alighieri sia stato sì il padre della lingua italiana, ma più ancora l’antesignano “Fratello putativo d’Italia”, progenitore di Monna Giorgia dei Meloni?

O vorrà nell’occasione estendere pure a noi Riminesi l’esortazione ad un perentorio monito affinché mamma Rai smetta di «elargire fondi solo ai film di sinistra» e «faccia una fiction su Oriana Fallaci e Indro Montanelli»? Cosicché ci si possa divertire a prenderlo per i fondelli, dato che la Rai, dove lui ha pasciuto per più di vent’anni, ha già mandato in onda la fiction della Fallaci nel 2015 e che su RaiPlay è facile trovare numerosi contenuti su Indro Montanelli.

Ma niente di tutto questo, poiché la missione riminese del “ministrello fru fru” avrà un ben più alto valore sociale e contenuto etico-culturale, consistendo nel dare avvio alla meritoria opera di smantellamento dell’oscena baraccopoli del Ceis.

Per la trattazione “come si deve” dell’argomento rimando all’articolo di Maurizio Melucci, uscito ieri. A me preme sottolineare il patologico rancore con cui la destra riminese (ieri post-fascista e vetero-democristiana, oggi melon-salviniana) sta da sempre subendo l’insopportabile sfregio e la dolorosa spina nel fianco di quella presenza.


Fu senza dubbio una brutta batosta quella che l’appena nata Amministrazione Comunale democratica fece subire ai padri politici di Gioenzo Renzi e soci, promuovendo la nascita del Centro Educativo Italo Svizzero.

Pazienza che costoro avessero dovuto sotterrare in fretta e furia l’orbace e la camicia nera, facendo poi finta di non averli mai indossati; pazienza il calcinculo al Podestà con il subentro del Sindaco; pazienza il profilarsi di quelle assurde invenzioni chiamate Repubblica, Costituzione, democrazia, elezioni, suffragio universale.

Ma l’aver voluto anche manomettere l’opera di educazione e il percorso di crescita dei fanciulli rinunciando al glorioso “Credere, Obbedire, Combattere”, era per loro una stretta al cuore. Come non cogliere la bellezza di quelle passate adunanze scolastiche di bimbi “figli della lupa” dal marciare incerto? O le marce invece impeccabili, come quella qui sotto ritratta nell’allora Piazza Giulio Cesare, con i ragazzini “balilla” disciplinati e fieri del loro sentirsi futuri difensori dei confini della Patria?

1936 – 1937. piazza G.Cesare, Balilla Legione “- CopiaBrizzi” (Archivio Istituto Storico della Resistenza)

Invece no. Chiamati dai social-comunisti riminesi, arrivano gli stranieri dalla Svizzera a “mettere su” un’anarchica scuola dell’infanzia, dove i bambini non solo non indossano la divisa, ma neppure un grembiule. Dove i banchi sono collocati “come viene viene” e le maestre, mescolate alla rinfusa con le mamme, hanno piuttosto l’aria di addette alle pulizie.

Il fatto che il Ceis sia diventato, via via nel tempo, un punto di riferimento non solo nazionale per la moderna pedagogia, aveva reso fino a ieri pressoché impossibile trovare una qualche autorità culturale disposta a supportare la patetica cordata dei suoi assatanati nemici locali. I quali, mentre sbraitano perché le auto ritornino a transitare sul Ponte di Tiberio, fingono di voler barattare la distruzione del Ceis con l’eventualità che il Comune abbia domani le risorse per appagare la curiosità di scoprire se sotto il suo insediamento si nasconda qualcos’altro dell’Anfiteatro Romano.

Ma oggi che la beceraggine qualunquista s’è fatta governo, la resa dei conti sta finalmente arrivando, all’insegna di una sorta di riedizione del “Credere, obbedire, combattere”, che può già contare sul “ministro del merito scolastico” quale suo inflessibile guardiano.

Sul Corriere di Rimini abbiamo così visto la foto di un compìto Renzi e di un ridanciano Rufo Spina mentre consegnano al “ministrino alla cultura” un dossier in cui si chiede la distruzione del Ceis e, se proprio non se potrà fare a meno, il suo sbolognamento, magari a Gaiofana o a San Vito.

danteI due Fratelli d’Italia hanno portato all’incontro pure un consigliere leghista, tale Marchei, poiché dovendosi demolire quelle deturpanti baracche, lui possa farsi prestare da Salvini una delle innumerevoli ruspe sulle quali si faceva fotografare al tempo in cui divideva il suo mandato ministeriale fra Viminale e Papeete.

È bastata un’occhiata alla copertina del dossier perché il ministrucolo alla cultura abbia già capito tutto e si sia lasciato andare ad un giudizio che non ammette repliche: «La cosa è grave, farò presto un sopralluogo».

Non è dato sapere se egli abbia poi ripetuto la performance cui ha dato vita a proposito della trattazione della messa all’asta di “Villa Verdi”, quando ha twittato una prima volta «Patrimonio da tutelare» e poco dopo fra i commenti ne è apparso uno che recitava «condivido la sua posizione», a firma…di se stesso.

Ben presto si saprà quando il mini-ministro sarà a Rimini. Si può però stare certi che la sua visita non avverrà in orario pomeridiano, poiché dalle 16 alle 18 lui non può perdersi “Pomeriggio 5” di Barbara D’Urso. Preferibilmente in compagnia di Vittorio Sgarbi, come di vede nella foto.

Nando Piccari

Post Scriptum

Quando si dice la sfiga

Con l’aria di chi pontifica “adesso ve lo spiego io come si fa”, un Consigliere leghista di Rimini aveva chiesto che la Giunta, anziché lamentarsi inventando il dramma di crisi aziendali e disoccupazione per effetto della manomissione governativa del superbonus 110, pensasse a farsi carico lei dei relativi crediti fiscali.

La cosa, di suo, avrebbe devastato il bilancio comunale, ma il risvolto divertente è che proprio nelle stesse ore in cui il consigliere esternava quella sua estemporanea richiesta, il Governo aggiungesse ai provvedimenti già presi sul Superbonus anche il divieto per le pubbliche amministrazioni all’acquisto di quei crediti fiscali.

Ora c’è curiosità di vedere se al prossimo Consiglio quel leghista si presenterà con le dita fasciate… dopo essersele morsicate.

Ultimi Articoli

Scroll Up