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“La nuova pista ciclabile nel Parco della cava è un totale disprezzo per l’ambiente”

La lettera di un gruppo di cittadini residenti nella zona del Parco della Cava.

Abbiamo già comunicato recentemente con la stampa locale stimolando l’uscita di articoli online e su carta stampata. Ora desideriamo informarvi di una problematica collegata alla prossima realizzazione della grande rotonda tra la strada statale 16 Adriatica e la strada statale 72 Consolare per San Marino. Assieme a questa rotonda sta per essere realizzata una pista ciclabile che collegherà la zona a monte della statale Adriatica con quella a mare.

Il problema è relativo al fatto che un ampio tratto di ciclabile è completamente inutile. Inutile perché esiste già un’alternativa e non c’è nessun bisogno di gettare tonnellate di cemento nel parco. Sembra incredibile, ma è proprio così. Anche se può sembrare impossibile che un’amministrazione comunale permetta la deturpazione di uno spazio verde quando ciò è del tutto inutile sta per accadere proprio questo. 

Dalle immagini prese dall’alto appare evidente come una parte del tracciato (quello rosso dentro il parco) sia del tutto superfluo perché una pista ciclabile (il tratto giallo) esiste già da tempo. Basta solo aprire gli occhi.

Se provassimo a chiedere ad alcuni alunni delle scuole primarie di fingersi buoni amministratori comunali intenzionati a realizzare un percorso per le biciclette unendo due punti A e B sfruttando in un caso un percorso già esistente o nell’altro provocando abbattimento di alberi e deturpazione di prati quale alternativa pensate che sceglierebbero?

Se invece ponessimo lo stesso quesito ai nostri amministratori quale pensate sarebbe la soluzione scelta? Nel caso malaugurato in cui essi scegliessero la seconda possibilità verrebbe da domandarsi seriamente come amministrano ciò che dai cittadini gli è stato affidato. Purtroppo sembra che questa incapacità stia per determinare un disastro.

Per accettare questo scempio anche questa volta verremo allettati dal “due per uno”?

Verrà usata anche qui la stessa illuminata teoria compensatoria che prevede in sostituzione di un albero secolare abbattuto la comparsa di due gracili alberelli? Quando un prato viene deturpato qual’è la ricompensa prevista? Forse un’area verde di superficie doppia rispetto a quella perduta da ricavare al posto di un parcheggio?

Chi paga poi per i lavori necessari? Qualcuno potrebbe obiettare che il costo del progetto non graverà sui conti del comune perché esso sarà a carico dell’ente che realizzerà la rotonda, ma con quale logica si affida lo sviluppo della nostra città a tecnici chiamati a tracciare percorsi a caso su Rimini? La logica del risparmio oppure quella della cattiva gestione del bene pubblico? E che risparmio c’è nella distruzione dei nostri parchi?

Se dovesse essere realizzata la “PISTA CICLABILE DOPPIA” sarà come un sigillo, ma purtroppo non una innocua impronta lasciata su della cera rossa. Sarà una colata di inutile cemento grigio versato su uno dei pochi spazi verdi rimasti a Rimini ad imperitura dimostrazione di incapacità e totale disprezzo per l’ambiente”.

Baldinini Olga, Chiarabini Gemma, Delbianco Carmen, De Silvestri Moreno, Mennone Giosuè, Mondaini Elisa, Morri Ugo, Panigalli Christian, Rocchi Denis, Tamagnini Loretta, Zilli Francesca.

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