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I candidati rispondono – Gloria Lisi: “Piano periferie per Rimini nei primi 100 giorni”

Gloria Lisi, 44 anni, due lauree –  Giurisprudenza e Scienze Religiose – insegnante, sposata con due figlie, nel 2002 ha iniziato a svolgere attività di volontariato presso la Caritas. Dal 2011 al luglio 2021 è stata Vicesindaco e Assessore del Comune di Rimini nelle giunte Gnassi con deleghe alle politiche dell’educazione e della famiglia, welfare e protezione sociale, politiche di integrazione, politiche socio-sanitarie, politiche abitative, città dei bambini. Si è candidata a sindaco con la sua lista “Rimini per Gloria Lisi sindaca” e il sostegno di MoVimento 5 Stelle,  “Rimini Benessere”, “Rimini per le Imprese”, “Un futuro verde per Rimini”, ““A political party”.

Mancano pochi giorni alle elezioni del 3 e 4 ottobre, che risultato si aspetta dalle urne?

“Sono sicura che i riminesi sapranno fare la scelta giusta. Credo che fare pronostici sia un esercizio davvero azzardato. Dal risultato del voto mi aspetto un incoraggiamento e una chiara indicazione dei riminesi a che la politica torni a occuparsi di lavoro, di salute, dei temi sociali, delle fragilità, della qualità della vita in città, di sicurezza e decoro in quelle aree delle periferie che sono state lasciate per troppo tempo senza particolari attenzioni, ma soprattutto mi aspetto che dopo questo voto si apra una nuova stagione politica che dia spazio all’ascolto e al dialogo con i cittadini abbandonando la spregiudicatezza del solo uomo al comando”.

Che giudizio ha del lavoro dell’amministrazione Gnassi?

“Ho fatto parte per 10 anni di questa amministrazione, e sono orgogliosa del grande lavoro che ho fatto per i nostri cittadini. Ho raggiunto obiettivi prestigiosi e messo a terra numerosissimi progetti per dare ai riminesi più fragili e più bisognosi sostegno e cure. Ho dato nuove scuole ai ragazzi, sono stata a fianco dei cittadini, dei medici e di tutti gli operatori sanitari nella fase più critica della pandemia Covid. Ho dato risposte e sostegni alle associazioni di volontariato e alle tante emergenze abitative. Ho fatto quello che la città mi ha chiesto di fare. Rivendico molte delle scelte che questa amministrazione ha fatto in questi 10 anni. Ma quella stagione è finita. Continuare a credere che solo con le opere faraoniche risolviamo i problemi dei riminesi è una scellerata miopia. Alla città serve adesso un sindaco che sappia rilanciare la città, ma che si impegni a farlo con una visione ed una nuova governance che l’aiuti ad occuparsi dei riminesi e dei loro bisogni, delle loro piccole e grandi fragilità che sono cresciuti tantissimo dopo questa tremenda emergenza sanitaria”.

Quali sono le sue priorità per la prossima legislatura?

“Le priorità sono molte. La prima è dare un segnale di ripartenza nelle piccole cose: nella manutenzione di strade, parchi e aree pubbliche. Dobbiamo dare la certezza che cominciamo a prenderci davvero cura della città. La seconda riguarda le fragilità purtroppo presenti in città. Fragilità che la pandemia ha acuito. Dobbiamo fare uno sforzo ancora maggiore affinché i servizi sociali, il volontariato, gli imprenditori illuminati possano prendersi cura di chi fa fatica a ripartire, di chi è rimasto indietro. La terza riguarda il lavoro da fare sulle aree degradate della città, da troppo tempo abbandonate a sé stesse. Dobbiamo agire con decisione per prevenire ogni focolaio di disagio, reprimere ogni fenomeno di illegalità e di violenza, illuminare e videovigilare meglio le strade e le piazze, riportare nelle zone periferiche della città, vivibilità, decoro urbano, socialità e tanto tantissimo sport”.

In caso di ballottaggio farà degli accordi? E con chi?

“Al riguardo sono sempre stata molto chiara sia con gli elettori sia con le liste che mi sostengono: Gloria Lisi non si metterà ad un tavolo per ricercare accordi di potere. Non saprei che altro aggiungere se non ribadire che i voti di tutti i cittadini che vogliono il cambiamento, da qualunque schieramento provengano, sono graditi e ben accetti, ma senza che siano preceduti da baratti e/o compromessi. Con la mia scelta di candidarmi ho dimostrato di essere una persona libera e coerente, corretta e trasparente e tale resto anche nel caso di un ballottaggio. Sono fatta così e così mi comporto, nella vita privata come in quella di amministratore”.

Esiste un problema periferie a Rimini?

“Dobbiamo lavorare sulle periferie per una questione di equità sociale e per non avere una Rimini a due velocità. Le periferie sono la città del futuro. Dobbiamo ricordarci che il 90 per cento della popolazione urbana è lì che vive ed è lì che si impara e pratica la convivenza, la tolleranza, la civiltà, lo scambio e la crescita. È lì che abitano i giovani carichi di speranze e voglia di cambiare. Nei primi 100 giorni di mandato avvierò un Piano Periferie, che comporterà la riqualificazione di parchi, giardini, strade, marciapiedi, arredo urbano, illuminazione pubblica, telecamere di videosorveglianza ecc. al fine di migliorare la vivibilità e qualità della vita delle nostre comunità. E darò il via al cosiddetto programma della “città in 15 minuti”. Una serie di interventi che svilupperanno il concetto di “città dei 15 minuti”, in cui il lavoro, i negozi, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il benessere, la cultura, lo shopping e il divertimento potranno essere idealmente tutti raggiungibili entro quindici minuti da casa propria, a piedi o in bicicletta”.

La sicurezza a Rimini è un’emergenza?

“Diciamo subito che occorre sottolineare, con gratitudine, dello sforzo e dell’impegno continuo di tutte le forze dell’ordine presenti sul nostro territorio, ma non possiamo esimerci dal rilevare lo stato di insicurezza in cui versa la città. Non si tratta solo di una percezione di pericolo e disagio aumentato ma di un peggioramento evidente della realtà quotidiana. Troppo spesso assistiamo ad episodi violenti, di microcriminalità e di illegalità diffusa ai quali si aggiungono incuria e degrado soprattutto nelle aree marginali della città. La città, i cittadini, gli operatori economici hanno bisogno di sentirsi sicuri. Senza sicurezza tutti ci sentiamo più fragili ed indifesi. Non ci sono ricette miracolose per questo. C’è una unica strada da percorre con determinazione e senza indugi. Quella della prevenzione, del controllo e della repressione. Anche se è una competenza delle Forze dell’ordine il comune può fare molto. Innanzitutto, con una profonda lotta al disagio e al degrado urbano. Occorre intervenire istallando una rete molto stretta di videosorveglianza, coprire ampie zone della città con un piano di illuminazione più liberare dal degrado i luoghi di aggregazione della marginalità, soprattutto in periferia, aprire spazi sociali di integrazione sociale. Ma anche far rispettare le regole e le nostre leggi attraverso un più stretto coordinamento con tutte le forze dell’ordine”.

Come giudica gli interventi nel centro storico?

“Credo che tutte le persone di buon senso convenissero sul fatto che occorreva intervenire profondamente per riqualificare il centro storico della nostra città. Lo si è fatto con grandi progetti e pingui investimenti. È stato fatto un buon lavoro? Dal punto di vista estetico ognuno può dare il suo parere. Quello che a me è apparso evidente è che è stata fatta una grande opera di riqualificazione e di rigenerazione, sottovalutando in maniera alquanto colpevole la fruibilità degli spazi e delle strutture che sono state rigenerate. Mancano i parcheggi, manca la facile accessibilità, soprattutto dei disabili, non si è tenuto conto delle fragilità e delle difficoltà di attraversamento, di sosta. Insomma, tutto esteticamente bello come una bella cartolina che tiene lontano i cittadini”.

Ci sono alcuni temi che stanno facendo discutere. Cosa pensa di:

  • Nuovo tracciato SS16
  • Riqualificazione Mercato Coperto
  • Parcheggi zona mare e centro storico

“La nuova Statale 16 Adriatica è un’opera strategica fondamentale perché risponde alle attuali necessità di gestione di traffico in transito e, non meno importante, anche per scongiurare l’alta incidentalità. I tempi chiedono di correre, dato che ne abbiamo già perso tanto fino ad oggi. Dobbiamo accelerare, considerando anche che si tratta di un progetto già finanziato. E’ implicito che, data l’importanza che riveste per tutti noi l’ambiente, anche su questo aspetto, così come è emerso da un’iniziativa del senatore Marco Croatti del M5s, è garantita la massima attenzione e, nello specifico, per quanto riguarda i tracciati definitivi, auspico si possa minimizzare l’impatto ambientale. Concludo garantendo il mio impegno affinché la realizzazione di questa importantissima opera avvenga in risposta delle esigenze del territorio e anche attraverso l’ascolto dei bisogni dei cittadini riminesi, che è mia intenzione rappresentare in tutte le sedi opportune”.

“Sulla riqualificazione del Mercato Coperto partiamo con il dire che la realizzazione del nuovo mercato coperto è un progetto ormai improcrastinabile su cui, come in altri casi ancora più eclatanti, si è voluto agire senza condividerlo con gli operati del Mercato stesso e senza alcuna volontà di spiegarlo alla città. In molti e tra questi soprattutto le associazioni di categoria e gli stessi ambulanti stanziali che vi operano avevano avanzato non poche perplessità ancor prima che l’Amministrazione lo approvasse per poi ritirarlo in tutta fretta. Molte forse anche troppe sono infatti le criticità che sono emerse da subito, a partire dalla stessa formula di realizzazione che prevedeva il ricorso allo strumento della finanza di progetto ma esponeva gli operatori ad un forte e sicuro incremento dei degli attuali canoni concessionari. In particolare, andava a penalizzare gli attuali esercenti dell’orto frutta e della pescheria. Considerate le tante questioni ancora aperte, accompagnate ancor più dalle criticità dovute alla vicinanza del Tempio Malatestiano e dell’ex convento di San Francesco e alla carenza di posti auto, credo che prima di avviare ogni nuovo progetto sia necessario avviare un ampio confronto nella città”.

“Parcheggi zona mare e centro storico: incrementare sia in zona mare che nel centro storico le strutture per la sosta rappresenta uno dei miei più importanti ed urgenti obiettivi nell’ambito della strategia più ampia della mobilità sostenibile. Penso che si necessario lavorare per un sistema di parcheggi che includano parcheggi multipiano in elevazione, parcheggi scambiatori. Da qui poi la necessità di modulare tempi e tariffe tenendo conto delle diverse specificità ed esigenze delle zone interessate”.

In quanto destinazione turistica, che modello di città ha in mente?

“Se è vero che il Turismo è la nostra risorsa primaria non possiamo sottrarci a dare una seria programmazione ad interventi che servono ad ammodernare l’offerta ricettiva e a fare della nostra città un luogo sempre più bello e accogliente in cui vivere. Occorre quindi intervenire sui nodi strutturali agendo sia sulle infrastrutture dei trasporti, primo tra tutti il nostro Aeroporto che deve essere sostenuto e potenziato ed inserito, insieme alla Fiera e al Palazzo dei congressi, all’interno di una cabina di regia che si confronta e dialoga con l’Amministrazione Comunale e gli operatori turistici della città, nell’elaborazione di strategie e di percorsi di riposizionamento e di aggregazione rivolti ai nuovi mercati turistici internazionali, sia su quelle dell’accoglienza e della mobilità urbana. Se vogliamo puntare su un turismo che si apra alla condivisione emozionale dei nuovi viaggiatori dobbiamo dare valore, per esempio, a quel triangolo, a cui io credo molto, che è fatto di turismo, arte e cultura, restituendo dignità ai territori dell’entroterra e valorizzando il nostro patrimonio artistico e monumentale. Dobbiamo puntare sul turismo identitario, usando i fondi del PNRR, per esempio, per riqualificare le strutture alberghiere, per portare il digitale e la banda larga dove non ci sono, in modo da valorizzare le aree marginali che possono diventare più attrattive, soprattutto per i giovani ed infine avviare una piccola rivoluzione della nostra offerta che, sostenendo con maggior empatia il turismo congressuale e sportivo, punti molto sulla destagionalizzazione, che per noi può e deve essere la nuova carta vincente. È inaccettabile che la stagione si debba fermare ai tre mesi estivi”.

Cosa pensa di fare per i giovani di Rimini? E gli anziani secondo lei di cosa hanno bisogno?

“I ragazzi e le ragazze hanno smesso di progettare e di avere prospettive spesso anche per difficoltà economiche, ma soprattutto per mancanza di visione, per sfiducia, disillusione. Quello che più ci deve di più interrogare è la loro perdita di prospettiva e fiducia per il futuro. Credo sia urgente una grande alleanza tra Istituzioni, famiglie, associazionismo che rimetta al centro i diritti dei giovani e giovanissimi non solo di progettare il futuro ma di vivere a pieno il presente. Con una prospettiva di vita che si allunga sempre di più in questi anni di crisi economica abbiamo assistito ad un fenomeno positivo: quello di pensionati ancora attivi che garantiscono una sorta di welfare parallelo in grado di sostenere i compiti educativi e di cura pubblici e delle famiglie. Dobbiamo lavorare per un modello in cui il Comune sarà sempre più regolatore di servizi di qualità agli anziani erogati da privati profit e non profit che garantiscano un adeguato sostegno a chi più ne ha bisogno”.

A Rimini ci sono secondo lei problemi di discriminazione di razza, genere o orientamento sessuale?

“Rimini è una città, medaglia d’oro al valor civile, fortemente antirazzista, accogliente e dai grandi valori di umanità. Una città in cui esiste un forte movimento civile che dal basso e da decenni combatte contro ogni forma di discriminazione, promuove iniziative e nella vita di tutti i giorni sa come confrontarsi con tutte e tutti. Su questo nessuno può avere dubbi. In un contesto, come quello attuale, però, carico di numerosi e significativi cambiamenti sociali e demografici, la questione della discriminazione acquista ogni giorno un peso sempre più rilevante rispetto alla necessità di garantire a tutte le persone i propri e riconosciuti diritti. In questo non può e non deve mancare un nuovo impegno collettivo, sia da parte delle istituzioni, che della società civile”.

Cosa pensa del green pass e in generale delle misure contro la pandemia?

“Sono assolutamente d’accordo. Se i medici ci dicono che l’unica strada percorribile per frenare l’epidemia e mitigarne gli effetti negativi è la vaccinazione bisogna farla. Punto e basta. Questa epidemia ci ha “rubato” un anno e mezzo di via ed ha messo economicamente in ginocchio tanti settori produttivi, ha lasciato migliaia di lavoratori a casa, senza dimenticare l’impressionante numero di vittime. L’univa via d’uscita è vaccinarsi. E il Green Pass è la logica conseguenza di questa strategia”.

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