Enzo Ceccarelli, 63 anni, è il candidato a sindaco di Rimini per il centrodestra. Albergatore, padre di quattro figli, è stato sindaco di Bellaria-Igea Marina dal 2009 al 2019.
Ceccarelli, che giudizio ha del lavoro dell’amministrazione Gnassi?
“Negativo. I dieci anni della giunta Gnassi/Lisi/Sadegholvaad ci lasciano una pesante eredità. Le opere realizzate sono state fatte a “pezzi”, senza valutarne le conseguenze e con decisioni dall’alto, autoritarie, e senza consultare i cittadini. Per dieci anni si è parlato di fogne e si continua a scaricare a mare. Poi è stata la volta dei “lungomari più belli del mondo” che al momento sono incompleti – sui 6 chilometri dalla palata al bagno 100 sono stati realizzati solo poche centinaia di metri – senza sufficienti parcheggi e con una mobilità caotica che crea, nei momenti di maggiore afflusso, file interminabili. Poi ci sono i problemi di gestione e manutenzione di queste opere. Allestire i lungomare con listelli di legno è una follia. Chiunque va per mare sa quanti soldi e quante ore di lavoro servono per mantenere un’imbarcazione di legno, lo stesso succederà per questo lungomare. La barca però è la passione di un privato, qui dovranno pagare tutti i cittadini. Cosa ancora più grave è il problema di metodo: Gnassi ha deciso sempre in solitudine. La bella esperienza partecipativa del Piano Strategico è stata completamente abbandonata. Insomma potremmo andare avanti per ore. Concludo solo dicendo che Gnassi non lascia nessuna eredità politica. I suoi “delfini” hanno scelto strade diverse per ragioni di potere, è riuscito a spaccare un partito importante come il Pd. Insomma, nonostante la propaganda incessante della macchina comunale sono stati dieci anni negativi a cui dovremmo rimediare lavorando sodo”.
Quali sono le priorità della sua prossima legislatura?
“I problemi immediati riguardano la sicurezza, i parcheggi, la mobilità e l’assistenza. Sulla sicurezza vanno recuperati i rapporti con le istituzioni, i rappresentanti dello Stato, le forze dell’ordine e gli altri comuni. Il tema della sicurezza è fondamentale per una città turistica. Così come la viabilità e i parcheggi. Dobbiamo lavorare subito per garantire ai riminesi e ai nostri ospiti la possibilità di parcheggiare che adesso è pressoché negata. Abbiamo già pronto un piano che può essere dispiegato velocemente. Poi va sistemata la mobilità togliendo subito le incongruenze – basti pensare all’assurda situazione di via Ducale e del centro storico – per poi approntare un piano complessivo. Infine c’è da gestire una pandemia che è ancora in corso, anche se speriamo in notizie positive. Anche qui l’atteggiamento del Comune, come mi hanno raccontato negli incontri di questi giorni i rappresentanti degli operatori sanitari, non è stato costruttivo. Nell’immediato c’è tanto da fare”.
In caso di ballottaggio farà degli accordi, e con chi?
“Spero di vincere al primo turno e sento nell’aria che potrebbe esserci questa possibilità. In caso di ballottaggio dialogheremo volentieri con quelli che non si riconoscono nell’amministrazione di Andrea Gnassi e con le liste escluse valutando se esistono politiche e valori comuni”.
Esiste un problema periferie a Rimini?
“Negarlo è da sciocchi. Abbiamo iniziato la nostra campagna elettorale proprio a Miramare per lanciare un messaggio verso le periferie abbandonate e trascurate. Non solo quelle che insistono sul mare, ma anche quelle del forese. La lista dei problemi è lunghissima, ma qui si fanno sentire più forti i temi di sicurezza e mobilità. Basti pensare ai casi di cronaca nera di questi ultimi anni che purtroppo hanno fatto circolare negativamente il nome di Rimini a livello internazionale. Ma c’è anche un forte problema sociale: Gnassi ha puntato tutto sul centro storico e creato cittadini di serie A e cittadini di serie B. Un errore gravissimo, anche perché le zone come Miramare, Bellariva, Torre Pedrera, Rivabella e Viserba hanno potenzialità enormi. Con noi tutte le zone e tutti i cittadini saranno alla pari e risolveremo problemi annosi come quello della mobilità a Santa Giustina”.
La sicurezza è un problema a Rimini?
“Anche qui chi lo nega è in malafede. Da anni Rimini è agli ultimi posti nelle classifiche nazionali sulla sicurezza. Sappiamo già la replica: colpa dei flussi turistici. Non è proprio così. Ritorniamo al problema sociale di prima: nelle periferie manca il rapporto con il territorio, non mi piace chiamarlo controllo, l’amministrazione ha dimostrato di sapere ben poco delle periferie. Del resto, se stai rintanato in centro non vedi il resto della città. La sicurezza è uno dei principali problemi di Rimini. I nostri cittadini e i nostri ospiti vogliono sentirsi sicuri. Come detto per risolvere questi problemi serve un nuovo atteggiamento nel rapporto con le altre istituzioni e Comuni limitrofi, serve una politica diversa di controllo, serve l’illuminazione e serve mettere in rete le telecamere, pubbliche e private, non per controllare la vita delle persone, ma per prevenire e intervenire sulla criminalità. C’è poi tutto il tema delle infiltrazioni della malavita organizzata che preme sempre più fortemente sulla città. Ricordo che nella mia precedente esperienza amministrativa sono stato il promotore del comitato provinciale sulle infiltrazioni, anche in questo campo sappiamo come muoverci”.
Come giudica gli interventi in centro storico?
“Alcuni interventi sono riusciti, altri meno. Il problema anche in questo caso è il metodo. Si è chiuso “sperimentalmente” il ponte di Tiberio senza valutarne le conseguenze e senza mettere in campo le alternative. Si è fatto il Fellini Museum senza consultare nessuno, facendo infuriare la maggior parte degli intellettuali, molti dei quali di estrazione culturale di sinistra, che gridano allo scempio e all’autoritarismo. Il risultato poi è una ridicola vasca davanti al castello. Gnassi lo paragona al Guggenheim di Bilbao, ma siamo di fronte ad uno sproloquio.
Del teatro Galli sarebbe meglio non parlarne perché non è un’opera di Gnassi. Il sindaco ha solo concluso ciò che era stato deciso da altri, e soprattutto ha inaugurato un’opera voluta fortemente da associazioni che poi Gnassi non ha neppure ascoltato nella contestata trasformazione di piazza Malatesta”.
Ci sono alcuni temi che fanno discutere. Cosa pensa di
– nuovo tracciato SS16
– Riqualificazione mercato Coperto
– Parcheggi zona mare e centro storico?
“Per quel che riguarda la statale 16 il vecchio tracciato non riesce più a sostenere il traffico in zona, tanto che l’autostrada, nei fatti, viene utilizzata come una sorta di tangenziale a pagamento della città metropolitana costiera. Ci sono proteste per il consumo di territorio soprattutto nella zona Nord. È necessario tenere conto dell’impatto sui terreni degli agricoltori della zona Nord. Siamo in forte ritardo per la realizzazione di questa infrastruttura.
Il mercato coperto va riqualificato, ma anche in questo caso mi sembra che sia apparso, un po’ all’improvviso e a tempo pressoché scaduto, un progetto che ha sollevato qualche perplessità. Andremo ad analizzare tutte le carte, parleremo con tutte le attività coinvolte e poi prenderemo la decisione migliore.
Sui parcheggi abbiamo elaborato un piano che può essere messo in funzione in tempi abbastanza brevi per trovare soluzioni per la prossima estate. E’ chiaro che serve un piano complessivo sia dei parcheggi che della mobilità, cosa che in 10 anni di giunta Gnassi è mancata”.
In quanto destinazione turistica, che modello di città ha in mente?
“Una città comoda, dove tutti si trovino a proprio agio. In questa campagna elettorale ho fatto qualche volta l’esempio della casa: noi vogliamo una casa sicura, accogliente, dove poter ospitare gli amici. Rimini in questo momento è scomoda. Entrare ed uscire dalla città è faticoso, i collegamenti ferroviari sono lenti e serve l’alta velocità, i due caselli autostradali in attività sono insufficienti e ne serve uno per la Fiera e la via Emilia, che renda più agibile arrivare alla Marecchiese. Non sono più rinviabili grandi piani di sostegno alla riqualificazione turistica e un piano spiaggia. E su tutte queste questioni vogliamo inaugurare un nuovo metodo. Non vogliamo dire agli operatori: Dovete fare questo!, intendiamo parlarci e dire: Inseguite i vostri sogni, pensate a migliorare la vostra attività, noi cercheremo di mettere a disposizione strumenti semplici e chiari, di mobilitare investimenti pubblici e privati, senza la pretesa di voler insegnare il mestiere a nessuno. Del resto, io e la mia famiglia, gestiamo un albergo e un’attività sulla spiaggia, quindi questi problemi li conosco bene, così come so bene che il prodotto poi bisogna andare a venderlo sul mercato globale e anche qui mi aiutano le esperienze nell’unione turistica di costa e di sindaco”.
Cosa pensa di fare per i giovani a Rimini? E gli anziani secondo lei di cosa hanno bisogno?
“Nelle classifiche della qualità della vita de “Il Sole – 24 ore”, Rimini ha scarsi risultati sia per quel che riguarda la qualità della vita per i giovani e gli anziani. Per i giovani non mancano certo le attrattive di divertimento, quello che manca riguarda la formazione, l’istruzione, lo sport. Fondamentale sarà tornare ad investire in maniera importante sull’Università, creare anche qui un rapporto costruttivo tra pubblico e privato, favorire tutte quelle iniziative, ad iniziare dagli Istituti Tecnici superiori, che garantiscano formazione di alto livello e occupazione. Stiamo pensando anche ad una fondazione dedicata allo Sport, che raccolga investimenti pubblici e privati, per aiutare i nostri ragazzi nel loro percorso sportivo che non deve fermarsi all’adolescenza, ma deve continuare nel tempo.
Per gli anziani serve una sanità e un’assistenza di territorio. Sappiamo che la digitalizzazione sta rivoluzionando il mondo della sanità, ma allo stesso tempo queste persone hanno bisogno d’assistenza e cure vicine a loro, molto spesso a domicilio. In questi giorni ho avuto molti incontri interessanti su questi temi e faremo di tutto per rafforzare questa assistenza. Così come dovremmo avere la sensibilità di aiutare gli anziani nella vita quotidiana. La tecnologia è fondamentale, tra i nostri piani c’è quello di spingere sulla digitalizzazione della macchina comunale, ma su certe fasce di popolazione serve il contatto umano, la spiegazione, la necessità di svolgere le pratiche. Per questo l’amministrazione deve essere una casa aperta, sia nel mondo digitale che in quello reale.
A Rimini ci sono problemi di discriminazione di razza, genere o orientamento sessuale?
“Rimini, come tutte le città della nostra Rivera, è una città aperta. L’accogliere ogni anno milioni di turisti ci ha aiutato, quasi naturalmente, a rifiutare certe discriminazioni. Certo, nella nostra società, in ogni settore e in ogni classe sociale ci sono chiusure. Sulla gestione del fenomeno migratorio e sull’accoglienza dei migranti certe scelte politiche sono state sbagliate. Certe zone della città sono abitate quasi esclusivamente da immigrati. E’ uno sbaglio, in questo modo non si favorisce l’integrazione. Così come spesso i migranti vengono ammassati in strutture inadeguate per favorire qualcuno che confonde l’accoglienza con il business. Tutto questo crea degrado, tensioni, avvilisce la dignità delle persone, crea fenomeni di microcriminalità e quindi, come conseguenza. E’ una spirale sbagliata che va sradicata alla radice. Così come va contrastato l’insediamento di attività di scarso livello che danneggiano l’immagine del nostro turismo. Certo, ognuno è libero di intraprendere l’attività che vuole, ma certi standard andrebbero mantenuti”.
Cosa pensa del Green Pass e in generale delle misure contro la pandemia?
“Il Green Pass può essere utile per uscire più velocemente dalla pandemia. Su temi dell’emergenza Covid, dallo scorso anno, la gestione della comunicazione istituzionale non è stata certo impeccabile e ha creato confusione e dubbi. Inutile fare la lista delle contraddizioni di quest’anno e mezzo così come è inutile fomentare polemiche. Dobbiamo remare tutti assieme in una direzione e tornare al più presto alla normalità, il traguardo sembra vicino”.