1520-2020 In quest’anno da dimenticare per il dramma della pandemia, si devono però ricordare, oltre ai 500 anni dalla morte di Raffaello, anche i 500 anni dall’arrivo a Rimini dello stampatore ebreo Gershom Soncino, che qui ha stampato opere in ebraico e in volgare per 7 anni.
L’importanza di questa presenza a Rimini non era sfuggita allo storico riminese Luigi Tonini e una ricorrenza così non può essere ignorata, per cui alcuni studiosi riminesi (Guido Bartolucci, Giovanni Luisè, Francesca Panozzo, Cristina Ravara Montebelli), qualche mese fa hanno deciso di proporre alla cittadinanza alcuni approfondimenti su questi anni dei Soncino a Rimini, nel corso di una giornata di studio presso la Sala del Giudizio del Museo della Città.
Si era fissata come data per questa giornata di studio il 18 dicembre, confidando che la pandemia desse finalmente segnali della sperata tregua ed erano già state avviate le collaborazioni con Italia nostra Rimini, l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea della provincia di Rimini, il Museo ebraico di Bologna, ma le nuove restrizioni del Covid-19 hanno imposto la chiusura dei Musei, delle Biblioteche e degli Archivi.
Tutto è rimandato alla giornata della cultura ebraica del prossimo anno: con un anno davanti si auspica che oltre ad una giornata di studio si possa anche realizzare una mostra con alcune delle opere stampate a Rimini dal Soncino e conservate sia presso la Biblioteca Gambalunga che in altre Biblioteche romagnole: Sefer kol bo (1525); Sefer ravinn Behaie Ben Hasher Biur al Hatorah (1525); Comedia di Lodouico Ariosto intitolata li soppositi (1526); Comedia di Bernardo Divitio da Bibiena intitolata Calandra (1526).