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Hotel della Riviera nel mirino delle mafie, prefetto di Rimini: “10 interdittive in tre mesi”

L’allarme lanciato da Roberto Saviano prima sul Corriere della Sera e poi a Che tempo che fa? in qualità di ospite della trasmissione di Fabio Fazio trova una conferma nelle parole del prefetto di Rimini che al Corriere di Bologna ha spiegato che “da settembre ad oggi 13 attività sono state interdette e 10 di queste sono alberghiere“.

Lo scrittore e giornalista campano aveva raccontato di come le mafie si stiano sostituendo allo Stato finanziando le aziende in difficoltà di liquidità per poi incorporarsele. L’allarme riguarda tutte le regioni italiane ma in particolare al nord. In particolare durante la trasmissione di Rai 3 aveva spiegato che la strategia è quella di “non chiedere soldi come per i racket ma distribuire soldi. La mafia si presenta con un altro imprenditore che ti vuole aiutare. Non ti chiede interessi da usura, entra con una quota minima nell’azienda. Dopo qualche mese inizia chiedere il rientro e da quel momento iniziano a portarti via l’azienda”.

Lo stesso giornalista aveva spiegato più in profondità sul Corriere della Sera e a Che tempo che fa che “A Rimini, dice Saviano, gestori dei grandi alberghi che ormai erano in affanno, sono arrivati direttamente i segmenti criminali ad offrire danaro oppure proposte di acquisto. I grandi hotel sono riusciti a difendersi. Le mafie non si sono presentati con i loro soldati per minacciare gli imprenditori che non vogliono vendere ma hanno deciso di comprare spiagge, pensioni, Bed & Breakfast, li stanno drogando con i loro soldi, crescono per essere pronti per fare concorrenza agli hotel che non hanno voluto vendere. Il messaggio è chiaro secondo Saviano: “ Se non vendete noi siamo pronti a farvi concorrenza togliendovi clienti”. 

Dal Prefetto è arrivata anche una seconda conferma ed è quella relativa alla capacità di reazione del territorio. «L’azione di prevenzioneha detto al Corriere di Bolognaanche grazie allo straordinario impegno delle forze dell’ordine, è svolta attraverso controlli mirati e frequenti, nonché un monitoraggio costante nell’ambito sia del gruppo ispettivo antimafia sia del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Forti anche la collaborazione ed il dialogo tra la Prefettura e la Procura della Repubblica nel rispetto delle diverse sfere di competenza».

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