Oltre alle gravi conseguenze umanitarie, il conflitto tra Russia e Ucraina sta producendo un impatto economico negativo su molte aziende emiliano-romagnole che hanno rapporti commerciali con i due Paesi. Per questo, la consigliera del Pd Nadia Rossi interroga la Giunta affinché “solleciti il governo ad avviare o prorogare misure di ammortizzatori sociali per la tutela dei lavoratori e delle aziende dei settori maggiormente colpiti”.
“La provincia di Rimini– sottolinea Rossi- è fra quelle più esposte per export verso la Russia. Nei primi nove mesi del 2020, secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio della Romagna, le esportazioni verso il Paese sono state pari a 71,2 milioni, di cui 46,5 milioni da parte di aziende della moda. Questo settore e tutta la sua filiera hanno subito una flessione importante durante i mesi della pandemia. A tutela dei lavoratori, il governo ha attivato e prorogato la Cassa Covid per diverse aziende, misura in scadenza il 31 marzo in coincidenza con la conclusione dello stato d’emergenza nazionale. Tuttavia, la Cassa Covid prevedeva una ripartenza economica post pandemia messa in difficoltà dal conflitto in corso. Per questo si rende necessario prorogare le misure”.
La consigliera aggiunge: “Anche il settore turistico rischia gravi ripercussioni: fino alla vigilia della guerra, per la Riviera si prospettava una ripresa di visitatori stranieri, in particolare da Mosca e Kiev. Poche settimane fa Travel group, secondo operatore turistico al mondo per fatturato, ha inaugurato degli uffici direttivi nei locali dell’aeroporto Fellini di Rimini, con la previsione di voli da San Pietroburgo, Mosca e Kiev. Ma alla luce dei fatti più recenti, l’amministratore di Ariminum, società di gestione dell’aeroporto, ha quantificato una perdita di 50 voli a settimana dai mercati dell’est, per un totale di 300mila passeggeri in meno nel corso del 2022, anno che avrebbe potuto rappresentare una rinascita e un’occasione di sviluppo e crescita per il turismo locale. A tutto ciò va aggiunto il caro energia che sta ulteriormente mettendo in ginocchio centinaia di imprese”.
“Da un’indagine del Centro Studi Confindustria Romagna- conclude Nadia Rossi- condotta durante la prima settimana di marzo su un campione del 18% delle imprese associate che fanno import ed export in Romagna, circa 500 realtà, quattro su dieci, mettono in conto un calo del fatturato estero fino al 20% nel primo semestre del 2022 provocato dagli effetti del conflitto in corso e delle conseguenti sanzioni che sono scattate nei confronti della Russia”.