La parlamentare europea PD Elisabetta Gualmini in un lungo post parla del ruolo delle donne e di Emma Petitti: “Ieri, mentre ascoltavo la relazione di Zingaretti sul protagonismo delle donne alla Direzione PD mi è venuta in mente la caparbietà di Emma Petitti. Emma è l’unica donna, ad oggi, che si è fatta avanti da diversi mesi per le elezioni a sindaco della sua città (Rimini), non avendo paura tra l’altro di mettersi in gioco alle primarie. Nessuna investitura dall’alto, dunque. E’ stata eletta alle scorse elezioni regionali con moltissime preferenze; il suo impegno sui diritti e sul contrasto alle diseguaglianze e la sua capacità politica di esserci e di ascoltare sono noti. Eppure, pare di capire, le si sta chiedendo, o meglio sottilmente consigliando, di farsi da parte”.
Precisa la Gualmini: “Sia chiaro, io non so nulla delle dinamiche interne al PD di Rimini; né mi permetto di entrarci. (E a Bologna non sono della partita.) Ho il massimo rispetto – ammirazione? – sia per la straordinaria amministrazione di Gnassi, che ha segnato la storia di quella città, sia per gli esponenti del Pd locali”.
“Ma qui la questione è tutt’altra e non c’entra nulla con le vicende interne a Rimini. Io e Emma abbiamo percorsi e provenienze politiche diverse e su diverse cose non la pensiamo allo stesso modo. E chi mi conosce sa bene che non sono una groupie delle quote rosa. Ma l’ipocrisia che sento nell’aria è insopportabile. Non ci si può lamentare della mancanza di donne nei diversi ruoli istituzionali e poi affossare appena possibile chi prova ad alzare la testa; non ci si può riempire la bocca di “Women new deal”, di “empowerment delle donne”, di “valorizzazione delle energie delle donne” (cito alla lettera) e poi fare la gara a indebolire chi prova a invertire la tendenza. Emma ha deciso di non farsi indietro e di voler fare questa battaglia. Si facciano le primarie e si faccia scegliere agli elettori. Meglio di così …”. conclude Elisabetta Gualmini.