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Il gruppo Giù le mani dalla scuole di Rimini: “Chi ha vinto la gara d’appalto?”

Il gruppo di cittadini “GIU’ LE MANI DALLE SCUOLE DI RIMINI” chiede all’amministrazione comunale riminese che fine abbia fatto l’esito della gara di appaltoche ha regalato milioni di euro della collettività ai privati e disgregato la scuola pubblica”.

In un comunicato pubblicato su Facebook, il gruppo segnala che “l’apertura delle offerte al ribasso è avvenuta oramai da più di trenta giorni e a oggi tutto tace, nessuno ne parla, nessuno risponde alle decine di famiglie che presto dovranno decidere in quali scuole d’infanzia iscrivere i propri figli”.

E il testo prosegue così:

“Nessuno risponde a quelle famiglie che si chiedono a quale cooperativa saranno affidati i propri figli, con quali criteri saranno selezionate le insegnanti e quale esperienza avranno, quali progetti pedagogici saranno applicati e soprattutto quali garanzie di continuità potranno offrire aziende private con un turnover del personale ai massimi livelli.
Il progetto di disgregazione dello stato sociale è al primo punto di questi politici d’assalto, che ti sorridono dagli organi di stampa, mentre sottraggono risorse e diritti al territorio locale, convogliando consensi e interessi.
L’amministrazione non risponde, impassibile nonostante una manifestazione cittadina con più di 600 persone, la raccolta di 3.500 firme per la scuola pubblica, la convocazione dal prefetto, un’assemblea generale dei sindacati, una conferenza a tema con pedagogisti, il supporto degli operatori precarizzati delle cooperative riminesi e bolognesi, la costruttiva esperienza fornita da Bologna Nidi, uno sciopero generale, comitati dei Nonni e dei Genitori, opposizioni contrarie, i recenti scandali sull’affidamento degli appalti scolastici in altri comuni.
Pensate quali rischi corriamo, pensiamo quali interessi sono coinvolti.
Vogliamo chiudere con questa ennesimo grido d’ingiustizia promettendo all’amministrazione che continueremo a spiegare ai cittadini quale futuro lavorativo state creando per i nostri figli, li preparate per la vita con un deserto educativo e formativo, quando poi saranno pronti a lavorare dopo anni di sacrifici il vostro modello economico offrirà un futuro precario a 900 euro al mese in qualche cooperativa da Voi scelta.
COMPLIMENTI, DEI VERI STATISTI.
Riportiamo integralmente la lettera aperta pubblicata sui social da un insegante il giorno dello sciopero, nella speranza che certe parole scaldino il cuore di pietra di certa gente. Tra le Sue parole vogliamo ricordare il precedente direttore didattico Antonio Cialabrini, persona competente in ambito pedagogico che frenò per anni l’avidità e gli interessi della politica.
“Oggi in questo giorno speciale le mie colleghe con le confederazioni sindacali e le famiglie, manifestano il disappunto in riferimento alla scelta del Comune di Rimini di privatizzare le scuole e nidi d’infanzia.
Io non posso essere con loro fisicamente ma affermo il mio sostegno.
Credo che insieme alle colleghe anziane e giovani, abbiamo dato in anni lontani, recenti, in corso, un’affermazione di qualità, di cultura alla città, determinando anche un’identità alle nostre scuole attraverso i tanti progetti: Progetto Natura, Progetto Atelier, Progetto Qualità, Progetti Didattici che vengono ogni anno rinnovati per coinvolgere e preparare i bambini in un contesto ricco di emozioni, ricerca creativa, narrativa, didattica, culturale, etica.
Un ringraziamento visto che sono a fine carriera lo rivolgo a tutte le persone che mi hanno dato la possibilità di svolgere il mio lavoro con passione, interesse, rivolto al benessere dei bambini e delle loro famiglie.
Un ringraziamento particolare al nostro storico direttore didattico Antonio Cialabrini che purtroppo ci ha lasciati alcuni anni fa, il quale ci ha sempre aiutate lavorando nel vero senso della parola con noi insegnanti, vorrei ricordare con stima anche uno dei pochi politici che ha sostenuto a suo tempo nidi e scuole d’infanzia l’ex Assessore Aldo Mario Cappellini.
Un ringraziamento particolare a tutte le colleghe, e a chi collabora (sindacati, nonni, genitori, politici) a sensibilizzare i nostri governanti e cittadinanza a pensare alle Scuole Pubbliche come bene inderogabile della città, senza togliere valore alle Scuole Private ma “il pubblico dovrebbe restare Pubblico”.
Facendo riferimento all’Assessore Attuale ai Servizi Educativi il quale afferma che privatizzando le Scuole non cambierà niente, allora io chiedo, perché privatizzare?
Maria G. R. – 20/12/2016
SE NON CAMBIA NIENTE SINDACO,
PERCHE PRIVATIZZARE….?

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