Con la siccità prolungata era già da tempo severamente proibito accendere fuochi, così come ordinato dalla Regione Emilia Romagna. Eppure nonostante le alte temperature e il garbino che soffiava il 21 giugno scorso un uomo residente in Valconca aveva voluto lo stesso ripulire il proprio campo bruciando le sterpaglie di troppo. Ma è bastato un attimo perchè le fiamme divampassero fuori controllo. A Saludecio, tra le località San Leone e Monte del Prete Basso, l’incendio era arrivato a lambire alcune abitazioni, con comprensibie angoscia dei residenti. Nella zona di via Monte del Prete Basso, lungo la Starda Provinciale 17 nella frazione di Sant’Ansovino, si era dovuto evacuare alcuni casolari e mettere in salvo il bestiame delle stalle.
Ci erano volute molte ore di difficile lavor e tutto l’impegno di 40 vigili del fuoco, intervenuti con 13 mezzi, e dei volontari della protezione civile per circoscrivere il rogo. Per frtuna a un certo punto il vento era girato allontanado il pericolo dalle zone più abitate.Alla fine il bilancio dei danni era stato comunque pesantissimo; circa quaranta gli ettari di terreno bruciati, insieme ad alcuni uliveti, una vigna e grano appena trebbiato.
A distanza di quasi due mesi, i carabinieri Forestali della Stazione di Morciano, coordinati dalla Procura di Rimini, hanno identificato il presunto responsabile e formulata l’accusa di incendio colposo.
A seguito degli accertamenti compiuti con la tecnica investigativa del M.E.F. (Metodo delle Evidenze Fisiche), i Forestali sono risaliti al punto di origine del rogo, “conseguente ad un abbruciamento controllato eseguito in adiacenza ad una zona a particolare rischio incendio”.