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Home > Cultura e Spettacoli > Grand Hotel di Rimini, un mito che va oltre il racconto

Letizia Magnani: “Grand Hotel: Rimini il mito” – Minerva.

Non mi è piaciuto. E voi direte: e allora? E io vi rispondo: è una mia valutazione.
Per il 110° compleanno del Grand Hotel di Rimini mi aspettavo un testo diverso, non certo un libro dove una signora (che non conosco, ma questo non è colpa sua) ci racconta, in maniera molto autoreferenziale, che ha conosciuto questo, ha incontrato quello, ha detto cosa, ha suggerito qualcosa di altro. E un divagare qui e là su personaggi che hanno in qualche modo incrociato la storia di questo grande albergo riminese.

“Letizia Magnani, giornalista professionista e scrittrice, al turismo e alla Romagna ha dedicato numerosi articoli e libri. Si occupa dell’ufficio stampa e della comunicazione del gruppo Batani Select Hotels ed è consulente di importanti realtà economiche e imprenditoriali, fra cui IEG Expo e il Parco della Salina di Cervia. E’ stata la responsabile delle relazioni esterne del Centro Pio Manzù”.

Questo il suo profilo raccontato nella manchette del libro. Lo riporto perché ben sintetizza la trama del libro: nel corso della sua attività professionale Letizia Magnani ha avuto occasione di conoscere molte persone e di vivere alcuni momenti della vita del Grand Hotel e Lei ce li racconta. “Perché raccontare le storie che sono state è un dovere per chi fa il mio mestiere”. Ottimo, ma allora è una brochure promozionale, prima personale e poi del Grand Hotel. Non il libro per un compleanno così importante.

La storia del Grand Hotel è raccontata dalla Magnani riprendendo i testi dai volumi di Ferruccio Farina (“La Riviera di Rimini, 1843-1993” Società Gas, 1993 e “Una costa lunga due secoli. Storie e immagini della Riviera di Rimini” Panozzo, 2003); Alessandro Sistri (“Imprese storiche. Racconti di aziende centenarie nel riminese” Banca Popolare Valconca, 2015); Pietro Arpesella (“Da Lerici a Rimini … passando per l’East River” Maggioli, 1995); Giuseppe Chicchi (“Diario di bordo. Intervista a Pietro Arpesella” Capitani, 2000) e riproponendo un paio di interviste di Salvatore Giannella.

“Questa storia è così ricca da raccontarsi quasi da sola. In mezzo a tutto e tutti c’è Federico Fellini. Già proprio lui, il regista dei registi, che ha fatto di Rimini e del Grand Hotel un’icona mondiale. Sarà per questo che, entrando al Grand Hotel di Rimini, si ha l’impressione di respirare la storia e contemporaneamente di vivere un sogno. Perché questo Hotel è molto più di un hotel. E’ un sogno e un mito. E’ l’hotel per definizione, è l’hotel degli hotel. Ma ancora di più. E’ soprattutto l’incarnazione del lusso oltre il lusso. Il Grand Hotel di Rimini è diventato monumento nazionale, ma ancora prima di esserlo per legge, nel 1994, lo era”.

E’ una storia che inizia il 7 marzo 1906, quando il Sindaco di Rimini Camillo Duprè firma a Milano con la Smara (Società Milanese Alberghi Ristoranti e Affini), i cui soci sono imprenditori della buona borghesia milanese e lombarda, l’accordo per la costruzione di un Grand Hotel entro il 31 dicembre 1908. Impegno che sarà mantenuto con l’inaugurazione della nuova splendida struttura alberghiera l’1 luglio 1908, costruita in poco più di due anni. Il progettista è l’architetto svizzero Paolo Somazzi. “Sintesi di più stili e del gusto complesso del tempo, capace di apparirci ancora innovativo e semplicemente bello, maestoso, enorme”.

“Sono i grandi imprenditori del turismo ad aver reso uniche le località, anzi ad averle cambiate, con azioni e visioni fino a farle diventare destinazioni riconoscibili e per questo importanti”. Il succedersi degli imprenditori alla guida del Grand Hotel sicuramente testimoniano questa verità.

La società Smara, divenuta nel frattempo Sabr, alla fine degli anni Trenta entra in crisi economica. Il 30 aprile 1931 il Comune acquista dal Banco di Napoli, divenuto nel frattempo proprietario dell’immobile, il Grand Hotel e tutti gli arredi. Il Comune, nella persona del Podestà Pietro Palloni, affidò poi la gestione alla Società Anonima Immobiliare Adriatica di Bologna che la terrà sino al 1940.

Durante la guerra il Grand Hotel sarà occupato prima dai tedeschi e poi dai soldati inglesi, polacchi, greci e canadesi. “Da nobile dimora della migliore gioventù europea degli anni d’oro, il Grand Hotel era diventato sede di uffici, di alloggi e di bivacchi di militari”.

Subito dopo la guerra il Grand Hotel ritornò in possesso del Comune che lo ripristinò alla meglio. Al termine di un lungo confronto, anche pubblico, il Comune e l’Azienda di Soggiorno vendettero la struttura a Manfredo Durante alla fine del 1952, con l’obbligo di effettuare lavori di ripristino per “riportare il Grand Hotel alla maestosità di un tempo”.

Pietro Arpesella (1908-2003) comprò dalla famiglia Durante nel 1963 il Grand Hotel, che gestì per 35 anni, fino al 1997, quando gli subentrò Andrea Angelo Facchi (1917-2012), imprenditore poliedrico che operava dalla Repubblica di San Marino.

Dirà Arpesella nel corso dell’intervista che gli fece Giuseppe Chicchi: “Quando a Rimini succedeva qualcosa di importante, il Grand Hotel c’entrava sempre”. Con Arpesella negli anni Settanta l’albergo attuò l’apertura annuale e negli anni Ottanta, con la realizzazione della Sala Congressi, aprì la stagione del turismo congressuale.

Facchi nel 2002, già ultraottantenne, accettò l’offerta di acquisto della Advance Hotel governata da Pier Paolo Bernardi e Casto Iannotta. Nel 2007 sarà Antonio (Tonino) Batani (1936-2015) ad acquistare il Grand Hotel per la considerevole cifra di 65 milioni di euro. “Aveva desiderato tutta la vita il Grand Hotel di Rimini, che considerava come una bella donna da conquistare e di fronte alla quale ci si deve togliere il cappello”.

Lo aggiungerà agli altri suoi grandi alberghi del Gruppo Batani Select Hotels di Cervia, Milano Marittima, Cesenatico. “Con Batani il Grand Hotel di Rimini ha puntato sulla qualità e ha rilanciato la sua immagine internazionale, ovviamente riqualificando la struttura, Per questo il rifacimento delle stanze, dotandole di tutti i confort, ma lasciando loro il fascino dell’antico e della storia, è stato il vero vanto di Batani”. Oggi il Gruppo è guidato dalla figlia di Tonino, Paola Batani.

La dichiarazione del Sindaco Andrea Gnassi, a conclusione del libro, è, come sempre, pungente e stimolante: “La contraddizione è la nostra benzina, ciò che ci permette di non restare fermi, ma di cambiare ogni giorno. La condizione della nostra città è il viaggio. E il Grand Hotel è il veliero di un viaggio che non finisce mai”.

Paolo Zaghini

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