I fatti:
Nel 2012 è stata trovata l’Intesa tra Regioni e Governo per dare soluzione alle aree pubbliche per il commercio ambulante. Infatti la direttiva servizi (Bolkestein) include anche i posteggi per ambulanti nelle procedure di evidenza pubblica. Sino ad oggi l’ambulante che deteneva il posteggio otteneva invece il rinnovo automatico.
L’Intesa ha stabilito che ad iniziare dal 2017 i Comuni indiranno un bando in cui, in sede di prima applicazione, riconosceranno un diritto di anzianità di posteggio, nella misura di una percentuale del 40%. Questa intesa (che ha valore di legge) ha trovato il consenso delle organizzazioni del settore.
In questi anni qualche sindacato di base ha tentato di unire il dibattito e le soluzioni tra la vicenda delle spiagge e quelle degli ambulanti. Gli addetti ai lavori sanno che sono due situazioni diverse e normate in modo diverse nella direttiva servizi.
L’errore del Governo
A distanza di cinque anni dall’approvazione dell’Intesa e in prossimità dell’applicazione del 2017, improvvisamente il Governo – su pressione dell’ANCI e di un gruppo di deputati – si accorge che “al fine di allineare le scadenze delle concessioni garantendo omogeneità di gestione delle procedure di assegnazione nel rispetto dei principi di tutela della concorrenza” è opportuno prorogare il termine delle concessioni di posteggio in essere al 31 dicembre 2020“.
Questo il testo filtrato al termine del Consiglio dei ministri, mentre il testo del “Milleproroghe” pubblicato in Gazzetta Ufficiale parla di un rinvio al 31 dicembre 2018. Poco cambia nella forma e nella sostanza.
Con una norma unilaterale, fortemente sospetta di illegittimità dal momento che l’unica titolare delle disposizioni concernenti le concessioni di posteggio è l’Intesa in conferenza unificata ai sensi dell’art.70 comma 5 del Decreto Legislativo 59/2010, sono state vanificate le normative di venti regioni, i bandi di centinaia e centinaia di comuni, gli adempimenti di tantissimi operatori che si stavano adeguando ai requisiti previsti dai bandi.
Infatti la Regione Emilia Romagna aveva già predisposto la pubblicazione dall’1 al 31 dicembre 2016 dei bandi per l’assegnazione dei posteggi nei mercati, nelle fiere e negli isolati. Le domande dovevano essere presentate dal 2 al 31 gennaio 2017.
La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha, anche, recepito il documento unitario della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 3 agosto 2016, con il quale vengono fornite ai Comuni e agli operatori del settore le indicazioni operative sui criteri da applicare nelle procedure di selezione per l’assegnazione di posteggi su aree pubbliche interpretando e chiarendo alcuni contenuti dell’Intesa che fu sancita il 5 luglio 2012 in Conferenza unificata.
Questa proroga trova contrarie le associazioni di categoria della Regione Emilia Romagna: Confesercenti e Confcommercio, che rappresentano la stragrande maggioranza delle 9.305 imprese con oltre 12.000 addetti, 733 mercati e 32.589 posteggi che operano in Regione.
In realtà c’è chi ritiene che la posta in gioco sia diversa da una semplice proroga.
Infatti i bandi, (con il riconoscimento di anzianità di posteggio) non fanno paura a chi è in regola con il DURC e con i pagamenti della TOSAP, a chi non specula e lucra sugli affitti e sulle gestioni.
Fanno invece paura a chi non paga l’INPS, non paga la TOSAP, a chi pretende di poter gestire da dietro una scrivania centinaia e centinaia di posteggi.
Questa è la reale posta in gioco che il Governo rischia di avallare per scarsa informazione della materia.
Da ultimo, ma non per importanza, si sono getttate nell’incertezza più totale sia una intera categoria che le amministrazioni comunali.