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Glauco Cosmi: musica e politica di razza malatestiana

Sa saràl mai
E sl’ultme, pèinsie bèin, sa saràl mai / la mòrta che t’an è ancora cnusù / se, te libre d’la vta che t’è scrét / tc’è arivàt tl’ultma pagina cuntèint / perché t’è scrèt tótt quel che t’à piasù.

(Cosa sarà mai. / E in ultimo, pensaci bene, cosa sarà mai / la morte che non hai ancora conosciuto / se, nel libro della vita che hai scritto / sei arrivato all’ultima pagina contento / perché hai scritto tutto quello che ti è piaciuto)

Abbiamo tratto questo testo dal volume postumo di versi inediti in dialetto riminese (“A vòj ragnè se mänd”) scritti da Glauco Cosmi nel corso della sua vita, quasi pensieri privati non destinati ad un pubblico. Ma la sorella Rossana, la compagna di una vita Minnie Torsani (1913-2004) e gli amici Giorgio Giovagnoli e Sergio Zavoli dopo la sua scomparsa li hanno trovati e deciso di editarli: il libro uscì nel 1995 per i tipi di Cosmi Editore.

27-29 dicembre 1965. Rimini, Sala dell’Arengo. Glauco Cosmi interviene al 7° Congresso del PCI Riminese

Ma del resto già nel 1992 Zavoli nel delicato e affettuoso ritratto di Glauco che aveva scritto per il volume “40 anni di Sagra Musicale Malatestiana” (Cassa di Risparmio di Rimini, 1992) affermava: “Presto, Glauco, pubblicheremo le tue poesie. Esse vanno lette per tante ragioni: per diletto, per amore, per ritrovare o perdere, definitivamente, qualcosa (…)  perché ci siamo accorti che da qualche tempo non muoiono solo gli altri, ma un po’ alla volta ce ne andiamo noi stessi. E’ come se il caso, dopo averci messo in fila, ogni tanto ne sfilasse uno; e Dio sa cosa vuol dire, dalle nostre parti, tirarci via nel pieno del sole e del mare”.

“Un giorno che venni a Rimini – scrive ancora Zavoli – andai a trovarlo dove lavorava. Lo sorpresi in un ufficio contiguo alle stampatrici, sorvegliate attraverso un vetro come dalla regia di uno studio radiofonico. Mi raccontò che ogni tanto, fra pile di biglietti da visita e di manifesti da morto, apriva un registro per scrivere una poesia in dialetto. C’era un verso per tutti, e il loro insieme faceva la cronaca più bislacca e geniale che la città potesse ispirare”.

Glauco era nato il 15 ottobre 1921 da Anita Dora Seghettini (1893-1982) e da Nicola Cosmi (1891-1973). A Rimini. O meglio nel Borgo San Giuliano. E dal perimetro delle mura malatestiane non si sarebbe mai mosso per tutta la vita.

15 marzo 1969. Santarcangelo, Casa del Popolo. Picchetto d’onore alla camera ardente del giovane segretario della FGCI Loris Soldati (1947-1969) tragicamente scomparso in un incidente d’auto la notte del 13 marzo. Da sin. Glauco Cosmi, Augusto Randi, Walter Moretti, Silvano Rossi

Giuliano Bonizzato con la sua penna caustica così ha descritto Cosmi (in “La Voce” del 15 marzo 2010, “Il recupero delle radici. Glauco Cosmi e la malatestianità”): “Esiste tra noi, una razza del tutto particolare. Quella dei Malatestiani (…). Il termine ‘malatestiano’ (nel significato di appartenere ad una specie particolare) fu lanciata proprio da Glauco nel 1989 quando, nella sua veste di editore, decise di dare alla mia prima raccolta di ‘pezzi’ di folclore riminese, il titolo di ‘Cronache Malatestiane’, scrivendo nella sua Prefazione che ‘in quel pezzo di terra che ha come centro Rimini accadono cose che non succedono in nessuna altra parte della Romagna, perché lì non vivono romagnoli bensì ‘malatestiani’, gente che ha un suo rapporto speciale con l’Universo Mondo’. (…)”.

“Sotto la rusticità di facciata, i malatestiani celano, accuratamente, una sensibilità e spesso una cultura, di livello superiore. Abbiamo sotto gli occhi l’esempio dello stesso Cosmi, una delle personalità più geniali ed eclettiche della nostra città (giornalista, pubblicista, autorevole critico musicale, regista di opere liriche, autore teatrale) quanto mai ‘rustico’ nei rapporti correnti, eppure in grado di esprimere una calda umanità soprattutto nei confronti dei più deboli e sprovveduti. (…) Malatestiano al punto che se questa definizione glie l’avessi appioppata, in vita, mi avrebbe certamente risposto con una parolaccia”.

“Amava il teatro, aveva però un’unica smisurata passione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita: la Musica”. Così è scritto nella nota biografica non firmata (ma probabilmente attribuibile alla sorella Rossana) su “A vòj ragnè se mänd”.

Giugno 1971. Cerimonia d’inaugurazione della nuova sede della Federazione Comunista Riminese in Via Valturio con la partecipazione del sen. Umberto Terracini. Da sin. Glauco Cosmi, Terracini, Zeno Zaffagnini. Di spalle Giuseppe Tomasetti

“Le prime esperienze teatrali Cosmi le fece nel 1940, periodo d’oro della Goliardia Riminese; furono infatti rappresentate alcune riviste musicali goliardiche di grande successo di cui Cosmi curò la stesura dei copioni e la regia prendendovi parte anche come interprete (aveva spiccate doto d’attore)”. Ma in quegli anni giovanili ebbe anche frequentazioni con gerarchi fascisti, cosa che per tanti anni poi, dopo la Liberazione, gli venne rimproverata. Fu riformato dal servizio militare per problemi seri alla vista (per tutta la vita fu costretto a portare spessi occhiali scuri, tanto da diventare questi un suo tratto identificativo).

“Nell’immediato dopoguerra incominciò per Cosmi il suo impegno nella vita culturale e sociale che si andava, a fatica, ricomponendo in una città semidistrutta dai bombardamenti aerei. Da quel periodo in poi, vivacissima, importante, molteplice fu la sua attività e molti gli amici fra cui Fellini e Sergio Zavoli”.

Promotore con Zavoli, Gino Pagliarani (1922-2001) e Renato De Donato (1910-1971) subito dopo la Liberazione di “Voci della città”, “aereo giornale” come lo definì Zavoli. “All’ora stabilita, spalancate le persiane la gente lo riceveva attraverso le finestre. Era un notiziario sonoro, diffuso da una rete non proprio capillare di altoparlanti. Trasmesso due volte al giorno, alle 13 e alle 19. La sigla musicale, un valzer di Strauss, l’aveva scelto Glauco”. Poi, su questa idea, nell’estate del 1946 De Donato creò il Publiphono, la “voce” informativa dei bagnanti al mare.

Giugno 1971. Cerimonia d’inaugurazione della nuova sede della Federazione Comunista Riminese in Via Valturio. Da sin. Tino Cosmi, Lorenzo Cagnoni, Glauco Cosmi. Di spalle Giuseppina Gelasio, Valerio Ghinelli

Intanto, attraverso la rete degli amici intellettuali, si era avvicinato al Partito Comunista a cui rimase legato poi sino alla morte. Ricorda l’amico critico letterario Antonio Piromalli (1920-2003): “La prima conoscenza con Glauco Cosmi per me è avvenuta a Rimini, alla fine del 1950, nella commissione culturale del Partito Comunista presieduta dal giovane Renato Zangheri”.

Al secondo Congresso della Federazione Comunista Riminese (5-7 gennaio 1951) è passato alla storia il suo intervento, il primo e l’unico fino a quel momento dedicato alle tematiche del turismo. Intervento che fu ripreso ed enfatizzato dal resoconto de L’Unità che colse, in un Partito segnato ancora profondamente dal mondo contadino, la peculiarità riminese di un’economia turistica che stava prendendo slancio e che chiedeva attenzione.

Dopo un’esperienza milanese alla fine degli anni ’40 come giornalista del Corriere della Sera, poi una frequentazione come studente di lingue all’Università Cà Foscari di Venezia, ritornò a Rimini per sempre. “Fu accanto al padre nella gestione della tipografia situata nel centro storico” (in Via Serpieri per poi trasferirsi nella sede di Via Bottego), “attività questa che svolse non per scelta o per vocazione ma per amore verso il genitore”.

Fece della sua tipografia, attiva per tantissime attività economiche (fra cui l’Embassy), il centro stampa del Partito Comunista riminese (assieme alla Tipografia di Luigi Cavalli di Morciano di Romagna): volantini, manifesti, depliant, opuscoli elettorali, giornalini portano impresso il suo timbro.

Giugno 1971. Cerimonia d’inaugurazione della nuova sede della Federazione Comunista Riminese. In uno dei nuovi uffici Glauco Cosmi e Gianni Baldinini a colloquio

Enorme fu il lavoro che dovette compiere nei primi mesi del 1955 per la stampa di decine di migliaia di copie, diffuse in tutta Italia, dell’opuscolo contro la sospensione da Sindaco di Walter Ceccaroni (“Rimini, Scelba e i monopoli”, tratto da un ciclo di pubbliche conferenze del compagno Mario Soldati (1924-1965), redatto a cura della segreteria del PCI riminese ; con la collaborazione dei compagni Veniero Accreman (1923-2016) e Valerio Ghinelli  (1922-2007). Cosmi, 1955. 84 p. ; 17 cm. Numero speciale di Nuova Voce, settimanale di lotta democratica del Circondario di Rimini, A. 7., n. 19, 24 febbraio 1955).

Alla fine del 1960 Cosmi venne cooptato nel Comitato Federale del PCI Riminese (il 5° Congresso della Federazione si era svolto dal 15 al 17 gennaio 1960). Verrà poi eletto ancora nel Comitato Federale al 7° Congresso (27-29 dicembre 1965) e all’8° Congresso (3-5 gennaio 1969). Tornò poi a far parte ancora del Comitato Federale al 10° Congresso (27 febbraio-2 marzo 1975).

Candidato nelle liste del PCI alle elezioni del 15 giugno 1975 non sarà eletto. Entrerà in Consiglio Comunale il 15 febbraio 1977 al posto del dimissionario Giovanni Grossi. E poi il Sindaco Zeno Zaffagnini lo chiamò in Giunta, con le deleghe all’ambiente e all’anagrafe comunale, nell’aprile 1979 in sostituzione dello scomparso Ruggero Diotallevi (1925-1979). L’incarico di Assessore alla cultura, a cui aspirava, era intanto occupato dall’amico Gianni Baldinini (1921-2000).

27 febbraio-2 marzo 1975. Rimini, Salone Fieristico. Glauco Cosmi interviene al 10° Congresso del PCI Riminese

Alle elezioni dell’8 giugno 1980 venne rieletto in Consiglio Comunale, ma la speranza di poter occupare l’incarico di assessore alla cultura andò frustrata anche questa volta: esso venne dato a Primo Ghirardelli (1942- ), segretario comunale uscente del PCI riminese.

Nell’anno poco più in cui svolse l’attività di assessore all’ambiente impostò e diede inizio ad un intenso piano per l’incremento del sistema fognario riminese e nella legislatura successiva, come consigliere, contribuì attivamente alla realizzazione dei progetti culturali comunali.

Ma la vera passione della sua vita era e sarebbe per sempre stata la musica. “Fin da bambino aveva rivelato notevoli doti musicali che, sotto la guida del padre, melomane irriducibile, si affinarono nel tempo, sviluppando in lui una particolare sensibilità musicale che lo farà poi avvicinare alla grande musica colta e lo porterà, adulto, ad essere considerato, unanimemente, uno dei più autorevoli cultori e critici musicali della sua città”.

“Il 1950 vide la nascita di quello che è tutt’ora considerato il più importante avvenimento musicale nella vita culturale della città: la Sagra Musicale Malatestiana a cui si legherà indissolubilmente il nome di Cosmi che ne fu uno dei principali artefici e, sicuramente, l’elemento trainante”.

“Questa meravigliosa ma anche sofferta esperienza lo portò ad avvicinare nomi prestigiosissimi nel panorama artistico musicale non solo italiano, ma internazionale: per citarne alcuni Renata Tebaldi, Arturo Benedetti Michelangeli, Uto Ughi, Carlo Zecchi, Andrei Gavrilov, coi quali poi strinse rapporti di grande amicizia”.

17-19 marzo 1977. Rimini, Salone Fieristico. Glauco Cosmi interviene all’11° Congresso del PCI Riminese

Membro della Commissione musica dell’assessorato alla Cultura, membro della Commissione del Liceo Musicale Lettimi, trovò anche il tempo di curare, con passione ed entusiasmo, regie di opere liriche che andarono in scena al Teatro Novelli o tra gli spettacoli estivi di Piazza Malatesta, al Bonci di Cesena, al Comunale di Bologna.

Ricorda Zavoli: “stava sempre in cerca delle orchestre più colte e dei più limpidi cori d’Europa, studiando i complessi uno a uno prima di portarli nel Duomo e circondarli di tutto, di rispetto e anche di amicizia, fuorchè di mondanità”.

E poi prosegue ricordando il funerale di Glauco, il secondo di quel maledetto mese di agosto del 1991 che vide la scomparsa, oltre che di Cosmi l’11, anche quella dell’amico pittore Demos Bonini il giorno 20 (1915-1991). Il 16 marzo 1991 era scomparso anche l’amico Curzio Quondamatteo (1908-1991), il fratello di Gianni: “Il corteo era la prova documentale, pubblica, di come finisce una generazione. La tua compagnia di canto, Glauco, procedeva quasi serena. Forse era la nostra prova d’addio. C’eravamo tutti, dalla Tebaldi sino a Floriano [Biagini] (1920-2004), che non distingue la Traviata da un Te Deum”. Una “cattiveria” di Sergio verso l’amico Floriano, che come ho ricordato poco tempo fa invece fu un frequentatore della Sagra sino alla fine della sua vita.

25 settembre 1983. Rimini, Teatro Novelli. Glauco Cosmi con Federico Fellini alla presentazione del film “E la nave va”

Non voglio raccontare la storia della Sagra, ci sono tante pubblicazioni che ne parlano. Voglio limitarmi a dire anch’io quella che Giampiero Piscaglia ha detto recentemente (il 2 agosto 2018) in una intensa serata al Rotary Riviera di Rimini parlando appunto della storia della Sagra: “Glauco seguì con passione la sua creatura per più di quarant’anni, interrotto soltanto dalla sua improvvisa scomparsa”.

Nel 1975 una nuova avventura culturale, quasi un riprendere un discorso rimasto interrotto nel 1946. Cosmi divenne il direttore della prima emittente radiofonica privata di Rimini, Radio Rimini. Lo rimarrà sino al 1982 quando gli subentrò l’arch. Paride Pulcinelli (1937-2017) che da titolare di Radio 3 Coriano acquisì la testata riminese.

Cosmi per Radio Rimini conduceva vivaci tavole rotonde sui temi più disparati, ma con una grande attenzione ai temi culturali a lui più cari. Il 25 dicembre 1975, giorno di Natale, alle ore 9,00 la sua voce cavernosa annunciò nell’etere: “Iniziano oggi le trasmissioni di Radio Rimini”.

Minnie Torsani, proprietaria del negozio di articoli musicali in Via Mentana, compagna di Glauco Cosmi

La compagna di una vita di Glauco, Minnie Torsani, alla sua morte avvenuta il 28 febbraio 2004, lasciò al Comune di Rimini un fondo di 100 milioni di lire (51.645 euro) da destinare alla Sagra Malatestiana nel ricordo di Glauco Cosmi. Per anni una serata della Sagra sarà dedicata al ricordo del fondatore, organizzatore, suggeritore musicale di questa iniziativa. Il grande pianista Arturo Benedetti Michelangeli (1920-1995) definì Cosmi “il più generoso e disinteressato fra quanti ho conosciuto nel mondo della musica”.

Il suo profilo biografico si conclude così: “Personaggio particolare, eccezionale, spesso anche scomodo, ha lasciato un segno profondo nella vita della sua città e sicuramente un affettuoso ricordo nel cuore dei suoi concittadini. Fu indubbiamente una figura di grande spessore morale e intellettuale”. Sono queste probabilmente parole affettuose scritte dalla sorella Rossana, nata nel 1926, a Lui profondamente legata. Sul cui destino nulla si sa: scomparsa della città a cavallo del 2000, l’anagrafe comunale in data 10 ottobre 2004 l’ha cancellata dall’elenco dei cittadini riminesi per “irreperibilità”.

Paolo Zaghini

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