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Giuliano Cardellini, dell’arte e della giustizia

Che cosa può fare l’arte oggi?  Se non altro, serve a fornire un altro punto di vista all’uomo moderno, che vive in un mondo dove tutto è prodotto in serie, idee comprese.  Uno di coloro che stanno provando a vedere oltre attraverso l’arte è  Giuliano Cardellini e viene da Morciano di Romagna.

Un artista di professione direte voi; invece no, perché Cardellini fa l’avvocato. Ma insieme alla carriera forense ha portato avanti diversi interessi come la fotografia, la poesia, la recitazione, la pittura e la scultura, eccellendo in tutti questi campi. E siccome di arte e di giustizia si parlerà sabato 18 e domenica 19 febbraio in vista della Giornata Mondiale della Giustizia Sociale del 20 febbraio, Cardellini non poteva mancare: dopo numerose esposizioni sia in Italia che all’estero, in occasione di questo evento presenterà a Cattolica, in Piazza Nettuno, la sua opera inedita ‘Trafitto.’

Giuliano Cardellini

Giuliano Cardellini

Cardellini, quando ha scoperto di possedere una vena artistica?

«Fin da bambino: a 9 e 10 anni ho scritto alcune poesie pubblicate su un giornalino della scuola e già da piccolo facevo dei disegni che il maestro apprezzava con voti alti. Poi dai 12 ai 14 anni ho studiato musica, suonando il clarinetto. Da ragazzo, invece, mi sono dedicato alla fotografia, con stampa in bianco/nero, ricevendo alcuni premi. Dal 2004 ad oggi si sono succeduti, in una crescente evoluzione, la poesia con due libri pubblicati, il teatro con circa 60 spettacoli organizzati, venti testi per canzoni, tre testi teatrali, poi pittura, scultura e installazioni».

Lei è l’avvocato: come riesce a conciliare una professione così inquadrata nelle regole con la libertà creativa dell’artista?

«Il ruolo di avvocato è vero che è inquadrato, ma è anche vero che richiede intuizione e capacità creativa per potersi districare in mezzo alle innumerevoli norme.
Quello di artista è, o dovrebbe essere, assolutamente libero e creativo, senza condizionamenti della società, altrimenti, secondo me, si è artisti a metà, poiché ci si lascia condizionare dai gusti e dalla volontà dell’opinione dominante. Invece, secondo me, essere artista è, al contrario, fare attenzione alle reali problematiche della società. Ascoltarne i bisogni più intimi farsene portavoce e trasmettere con le proprie opere un grido, una speranza, una presa di coscienza. D’altronde devo riconoscere che la mia formazione di avvocato mi è utilissima anche per le mie opere, per quel senso del diritto e della giustizia, che poi ho trasmesso nelle mie creazioni».

Ha mai pensato di lasciare l’avvocatura per dedicarsi a tempo pieno a una delle sue passioni?

«Ho amato la professione di avvocato, per certi versi la amo ancora, ma l’amore in questo caso volge al termine, anche perché è subentrato da tempo l’amore per l’arte: un amore forte, impulsivo, esclusivo e crescente. E’ tanto cresciuto che ora non è una passione, ma fa parte indissolubile della mia vita, soprattutto con le ultime opere di pittura, scultura ed installazioni. Sì, ho più volte pensato di lasciare la professione, per dedicarmi interamente all’arte. L’ultima condizione che mi rimane da soddisfare è quella dell’indipendenza economica, circostanza che sento molto vicina alla sua concretizzazione. Se mi immagino anziano, mi vedo intendo a realizzare una opera d’arte e cercarne la sua ispirazione, ma non assolutamente ad esaminare questioni di diritto».

Mirabilia22 (Small)

Che cos’è per lei la contemporaneità? Quando un artista può definirsi contemporaneo? Lei si definisce tale?

«La contemporaneità è la acuta osservazione delle problematica del nostro periodo. Quindi sia nell’arte che nella letteratura è necessario esplicitare un linguaggio nuovo, dei mezzi nuovi, delle immagini nuove che siano peculiari del nostro tempo. E’ chiaro che un influsso da parte dell’arte e della letteratura precedente è innegabile, anzi va studiata ed approfondita, ma al solo fine di conoscere un percorso, per poterlo poi sviluppare in maniera specifica al nostro tempo. Mi considero un artista contemporaneo perché sperimento, ricerco, utilizzando materiali, tecniche, tecnologie, che solo nel nostro periodo sono presenti. Ma soprattutto penso, sulla situazione attuale e sul futuro del genere umano».

Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero. Quando ha iniziato questo percorso artistico, si aspettava il successo?

«Sinceramente non mi aspettavo un tale successo quando ho iniziato con pittura, scultura e installazione. E’ vero che la fonte creativa è unica, ma è anche vero che ognuno ha diverse predisposizioni per singole arti. Ad esempio: Michelangelo, genio incommensurabile con la pittura e la scultura, ma con la poesia è solo discreto. Pirandello, genio incredibile come drammaturgo, buon scrittore, ma scarso poeta. Però ho cercato un mio specifico percorso, una mia quasi unicità, che consiste nel fondere insieme il verso poetico trasformato in materia, con altra diversa materia, il tutto cercando di essere armonico, armonioso e con tanti contenuti intrinseci. Forse è questa la motivazione dei miei successi».

Ci parli della sua ultima opera che presenterà questo week end a Cattolica. Che cosa significa Trafitto? E’ riferito all’uomo moderno?

«Con questa opera ho voluto denunciare la dilagante corruzione e le gravi ingiustizie sociali che sono, in tanti casi, conseguenze dirette di questa corruzione. L’artista non può rimane inerte, come tanta gente ormai assuefatta, ma deve denunciare le ingiustizie sociali e fare delle proposte avendo in mente un modello di società. Con questa opera imponent,e 35 quintali con una altezza di 3.50 metri, intendo sensibilizzare su queste tematiche e risvegliare la coscienza delle persone. Le opere non vanno spiegate troppo, vanno viste, poi, se è arte, succede qualcosa, ascoltiamo questo qualcosa».

Anche per lei il progetto migliore è sempre il prossimo? Cos’ha in cantiere?

«Ogni progetto può essere importante e non sono d’accordo su quella affermazione, anche perché “la perfetta simbiosi” di tematica, colore, materia, impatto emozionale, può essere rara e quindi può arrivare in qualsiasi momento. Ho comunque tanti progetti in mente. Sto preparando opere per una serie espositiva su alcune mostre tematiche, sull’inquinamento, sul risparmio energetico, sulla tutela dell’ambiente e sull’esistenza umana».

Nicola Luccarelli

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