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Rimini. Basta cellulari in gita scolastica

In gita scolastica senza cellulari. Il primo a lanciare la provocazione e la proposta è stato Paolo Crepet, psichiatra e sociologo che si occupa anche di educazione nell’età dello sviluppo. Ha raccontato di aver assistito, circa un anno fa ad “una scena del genere: c’era una comitiva di studenti delle medie in gita a Venezia: erano talmente assorti a controllare il cellulare che il prof si era preso il compito di avvertire della presenza di ostacoli. “Scalino”, “buca”, e così via… ma come ci siamo ridotti?” Di qui la proposta di Crepet di abolire il cellulare in gita.

La proposta è stata raccolta da numerose istituti in giro per l’Italia ed è arrivata anche a Rimini.

La prima esperienza è stata fatta alle scuole Panzini e Bertola. I ragazzi sono andati in gita al Corno alle Scale sull’appennino bolognese per tre giorni. E per tre giorni i ragazzi sono rimasti senza cellulare e senza tablet. Ammessi solo macchine fotografiche e lettori musicali.

La proposta è stata bene accolta dai genitori. Il contatto con i figli in gita avviene, come qualche anno fa, tramite il telefono fisso dell’hotel. Anche i ragazzi in gita, dopo un primo disorientamento, hanno condiviso l’esperienza. Ne uscita più socialità tra gli studenti. Si sono accorti di quanto sono preziosi anche i silenzi, hanno parlato molto di più tra loro, hanno creato relazioni più reali e meno virtuali riuscendo a superare anche le naturali conflittualità tra individui.

Altre esperienze simili sono in programma alla scuola Borgese ed in altri istituti riminesi

(La foto di copertina tratta dal film di Federico Moccia “Non c’è Campo”)

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