“Anche nel nostro territorio negli ultimi mesi la cronaca ha più volte portato l’attenzione su casi clamorosi di evasione fiscale.
Nulla di cui stupirsi – scrive Giovanni Paglia, candidato Alleanza Verdi Sinistra – considerando che in Italia ogni anno si contano almeno 100 miliardi che vengono a mancare alle casse dello Stato.
Si tratta di una cifra enorme, che se recuperata consentirebbe di abbassare le tasse alle lavoratrici e ai lavoratori, ma soprattutto di investire in sanità, istruzione e welfare.
È inoltre innegabile – prosegue la nota di Giovanni Paglia – che l’evasione si accompagni spesso ai più gravi casi di sfruttamento lavorativo.
Per non parlare dell’elusione delle grandi multinazionali, tanto conclamata quanto tollerata.
Eppure la destra propone addirittura un intero catalogo di condoni, lasciando intendere che pagare il dovuto sia una cosa che riguardi solo i cittadini onesti o chi non può farne a meno, mentre chi sottrae risorse alla collettività deve essere premiato.
La nostra idea è opposta: non deve esserci tolleranza nei confronti di un fenomeno tanto negativo.
Ecco perché riteniamo – continua Giovanni Paglia, candidato Alleanza Verdi Sinistra – si debba dare il massimo impulso alla lotta all’evasione fiscale, soprattutto sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia.
Oggi è infatti possibile procedere alla tracciabilità di tutti pagamenti, utilizzando le banche dati per incrociare i dati dei contribuenti; promuovere l’uso della moneta elettronica, garantendo la gratuità delle operazioni sotto i 100 euro; rafforzare la fatturazione elettronica e lo split payment, soprattutto sugli acquisti on line e tramite POS.
Chiediamo inoltre – conclude Giovanni Paglia – che venga introdotto l’obbligo di rendicontazione pubblica paese per paese, così da rendere trasparente dove e quanto facciano affari le Corporation; che ci sia la massima trasparenza rispetto ai loro assetti proprietari; che sia raddoppiata l’aliquota al 15% fissata dal G7; che siano cancellati gli accordi segreti sul fisco stipulati dallo Stato italiano con le multinazionali estere.
Un’Italia più giusta è possibile, se la si vuole”.
