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Giorgio Grossi, PD: “Ecco come saranno i nuovi quartieri”

Alcune idee per istituire i nuovi  Consigli di Quartiere. Le riflessioni di Giorgio Grossi, del circolo del Partito Democratico di Via Euterpe.

 

Premessa

Che la Democrazia sia “un paziente grave” dell’intero Occidente è un dato certo. In crisi è la sua autorevolezza e la conseguente sfiducia nel Sistema che si manifesta con un calo progressivo della partecipazione al voto. Il nostro Comune non fa eccezione alla “regola”. Siamo attorno al dimezzamento degli aventi diritto (55,59%) nelle ultime amministrative. Il problema è serio e le soluzioni per invertire la china non sono affatto semplici. L’unica certezza che abbiamo è la necessità di sperimentare nuovi percorsi di partecipazione alla vita democratica capaci di coinvolgere tutte quelle persone che singolarmente o associate non si rassegnano ad una vita ineluttabilmente peggiore di quella esistente. All’insegna dei dilaganti sovranismi e populismi e di quelle autocrazie che minacciano la pace nel mondo come sta oggi accadendo nel nostro vecchio continente.

 

Costruire il “noi”

I tentativi di risanare la Democrazia  non possono che passare attraverso la costruzione del “noi”. Resettandone le fondamenta: partiti, sindacati, altre tradizionali forme di associazionismo. Costruendo nuove “pareti” attivando nuove forme di partecipazione. Come ad ed esempio le Agorà, promosse dal PD a livello nazionale e in via di attuazione sul nostro territorio sui temi Lavoro e Partecipazione.

 

I nuovi Consigli di Quartiere

I Consigli di Quartiere, istituiti nella nostra Regione proprio per allargare la partecipazione dei cittadini al governo della città in un periodo di grande trasformazione della nostra società in ogni campo, sono negli ultimi anni stati soppressi in molti territori. Tra cui il nostro Comune. Per limiti oggettivi del loro operato. Per scelta politica. Focalizziamo la riflessione sul primo aspetto, poiché il secondo ci porterebbe in un orizzonte sconfinato: la soppressione dei servizi della medicina di base territoriale, la restrizione dei finanziamenti a Scuola, Cultura Ricerca enfatizzati dal dilagare della Pandemia. Due i limiti oggettivi da azzerare: il rischio di una neo-riproposizione di piccoli Consigli Comunali e la burocratizzazione delle procedure con rigidi protocolli istituzionalmente codificati.

 

Niente liste, solo stakeholder (portatori di interesse) e nessuna obbligatorietà dei pareri

Niente liste di qualsiasi genere nei nuovi Consigli di Quartiere. Ma solo cittadini che si mettono in gioco Che possono ovviamente appartenere a forze politiche ed economiche e sociali o far parte di qualsiasi associazione di volontariato o del civismo. Ma niente liste, solo nomi e un certo numero di firme in supporto alle candidature. Uniche discriminanti: essere residenti o domiciliati nel quartiere, essere fruitori o portatori d’interesse del quartiere in qualità di esercenti di un’attività commerciale, professionale o di studio. 

Il ruolo propositivo e consultivo dei nuovi Quartieri potrà  essere esercitato in ogni campo che tutela il bene comune del Quartiere. Concertando di volta in volta con il Sindaco, la Giunta, il Consiglio e le sue commissioni le specifiche modalità. Su cosa, quando e come.

 

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