Cerca
Home > Sport > Giorgio, bisogna che parliamo

Giorgio, bisogna che parliamo

La speranza l’avevo cullata.
Speravo che la querelle sulla multa potesse essere superata in maniera indolore o quantomeno attraverso un dolore controllato maturo e ben gestito, cioeè dialogando.
Oggi pomeriggio Giorgio Grassi, firmandosi amichevolmente col solo nome di battesimo,  ha diffuso il comunicato seguente indirizzato a tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Rimini.
“A tutti quelli che hanno a cuore il Rimini F.C.
A 50 giorni dalla nascita di un progetto per un nuovo calcio visto da molti più come una provocazione utopistica che come un proposito fermo e determinato, devo riscontrare che c’è molta confusione sotto il cielo, nonostante che i media sul territorio si sforzino di fare al meglio il loro mestiere di informare e divulgare fatti e le opinioni di contorno.
Torniamo solo però ai fatti, che sono gli unici che contano:

A – Da subito ho detto che il successo e il futuro del calcio a Rimini sarebbero dipesi dalla Società, dall’Amministrazione, dalla Tifoseria, dall’Imprenditoria e dall’Informazione e che ciascuna di queste forze avrebbe dovuto dare un contributo utile e costruttivo.

B – Non conoscendo prima del 10 agosto la realtà della tifoseria bianco-rossa, ho incontrato più volte in assemblea e poi anche in piacevoli incontri conviviali tutti quelli che l’hanno desiderato, deducendo che ci sono varie anime all’interno, con sfumature diverse, ma tutte unite dal tifo per la squadra. A una rappresentanza in particolare e alla domanda precisa: che cosa ti aspetti da noi? Ho risposto come rispondo a tutti, fate il tifo per e non contro…. e soprattutto non date danni collaterali alla Società. Questo è stato un ritornello che ho ripetuto ogni volta che si è presentata l’occasione e nessuno mi ha mai contraddetto.

C – I fatti di San Piero con la relativa ammenda sono già stati analizzati ed il comunicato della Società del 16/09/2016 è stato duro, ma chiaro. Alla luce del punto B, la richiesta del recupero della somma non è provocatoria, ma dovuta ed è rivolta a tutta la tifoseria che è stata sanzionata per intemperanze e non solo una parte di essa che sembra essersi caricata di tutta la responsabilità. Nelle settimane scorse, la tifoseria ha dimostrato grande slancio per aiutare le popolazioni del Centro-Italia colpite dal terremoto. Ora chiedo cortesemente che la tifoseria si faccia promotrice di una raccolta pari a circa 1 euro a testa per ciascun tifoso presente a San Piero in occasione della prossima partita casalinga: la somma raccolta dovrà essere consegnata in segreteria e Rimini F.C. aggiungerà altri 300 euro e la somma complessiva sarà devoluta alle vittime del sisma. Il calcio a Rimini deve avere un grande cuore e senso di responsabilità su tutto quello che si deve fare e no!

D – Le sanzioni comminate alla Società per responsabilità oggettiva si spiegano facilmente. La terna arbitrale e le forze dell’ordine non sono quasi mai in grado di identificare i responsabili di comportamenti ingiuriosi oltre misura, di discriminazione razziale e sessista, di palesi intimidazioni fisiche, senza arrivare ai casi estremi di lesioni personali. E’ scontato però che in caso d’identificazione, le responsabilità penali sarebbero individuali. Quando le Società si iscrivono ai campionati, dalla A alla Terza categoria sottoscrivono un codice di comportamento che le obbliga, e non solo moralmente, a farsi carico per quanto possibile della sicurezza degli impianti di gioco e dei locali adibiti ai giudici di gara e della loro incolumità. Per quale motivo dovrebbero essere le stesse tifoserie che affermano di volere il bene dei propri colori, le prime a danneggiare non solo moralmente per comportamenti anti-sportivi, ma anche economicamente la squadra del cuore? Dove sta la logica poi nel rifiutarsi di rifondere la Società? Non vi sembra un po’ vigliacco procurare danni e poi trincerarsi dietro l’anonimato?

E – L’Assemblea del 16, convocata per chiarirsi con la tifoseria sul comunicato post-Sampierana e per chiedere anche perché già ad Argenta alcuni sostenitori pretendessero di entrare senza pagare, non si è svolta in un clima di vero dialogo e di riconoscimento anche delle ragioni della nuova Società. In occasione dell’inaugurazione della Nuova Sede, la casa di tutti gli sportivi, dalle 10 alle 19 ho dato il benvenuto a centinaia di persone che hanno quasi all’unanimità elogiato il nuovo corso, riconosciuto gli sforzi e i sacrifici fatti e condiviso l’idea che si possa provare a cambiare, partendo proprio da questa città. Avevo chiesto solo e ripetuto a ciascuno che ci aspettavamo rispetto; bene, a malincuore devo concludere che in generale durante l’assemblea, questo valore fondamentale per una convivenza civile è mancato!

F – Ho seguito con curiosità la stampa e tutte le trasmissioni sportive, soprattutto nelle parti dedicate al confronto Tifoserie/Società sul recupero della multa: diversità di opinioni com’è giusto, ma anche disinformazione ed approssimazione nell’analisi, assieme ad atteggiamenti pilateschi ed opportunistici, un bel po’ di cerchiobottismo, “ma sì, sono cose che succedono e sempre succederanno”, “questo è il calcio bellezza”, “la Società è inesperta”, ”Grassi viene dai campi minori”, “bisogna dialogare e anche la Società è stata troppo dura”. A me sembra invece che la Società abbia portato avanti una questione di principio e per questo non negoziabile, perché comportamenti anti-sportivi sono tali sia su un campo con una recinzione a rete, come allo Juventus Stadium, i reati sono sempre reati e vengono perseguiti dalle forze dell’ordine in base al Codice Penale. Come si può essere equidistanti quando troppi tifosi si fanno scudo dell’anonimato e dei numeri, per tenere comportamenti che diversamente non avrebbero tenuto. Le cose vanno sempre chiamate con il loro nome.

G – 750 abbonati in Lega Pro, 1810 in Eccellenza. Qualcosa dev’essere successo, qualcosa di nuovo si è respirato in città. Questa risposta inattesa ed entusiasmante significa forse che qualcosa di straordinario è stato percepito, che bisogna cambiare, che bisogna ricominciare dall’etica, dai valori, dai bambini, dalle famiglie, insomma è chiaro a tutti che un altro calcio è possibile! Questi 1810 abbonamenti sono frutto della passione che ancora annida tra la gente, troppo delusa e tradita negli ultimi tempi e che ha sentito parole di realismo e di verità. Nessuna fazione, gruppo, movimento se ne appropri o se l’intesti o se ne faccia vanto per strumentalizzarla e piegarla alle proprie finalità. E’ un immenso atto di fiducia, una sfida per tutti quelli che insieme, Società, Politica, Tifoseria, Imprenditoria e Informazione saranno chiamati a dimostrare con i fatti e le opere che vogliono davvero il bene del Rimini Football Club.
Buona fortuna a tutti noi… ne abbiamo bisogno!

Giorgio”

Ho letto  attentamente tutto il testo più volte affinché mi fosse più  chiaro possibile il significato di tutto lo scritto.

Faccio una piccola premessa: ho incontrato Giorgio  quattro o cinque volte, come tifoso e come membro del tifo organizzato.
Confermo che i capisaldi del progetto li ha sempre ripetuti più e più volte, ma ho imparato in fretta a non trascurare nulla di ciò che dice. Pesa sempre molto benele parole e spesso da un singolo piccolo passaggio o particolare riesci a comprendere il significato pieno di un suo discorso.

Non mi nasconderò dietro un dito, non mi ritengo un cerchiobottista  in quanto già convinto della mano pesante della società nel precedente comunicato. E resto ancor più convinto del fatto che al posto di questa nuova missiva serviva, un’assemblea. Serviva, serve e servirà un confronto chiarificatore.

A colpi di comunicati e di striscioni non si andrà lontano , a meno che il bersaglio cui si mira non sia quello grosso.
Il significato che ho colto io viene confermato dall’ultima parte.

Dove si ammonisce un po’ tutti a non fare proprio il risultato dei 1810  abbonati: quel risultato è figlio della bontà e della novità di questo progetto. 

Tutta la parte precedente del comunicato temo si rivolga ai 750 dello scorso anno  con un chiaro “con voi o senza di voi”.

La durezza, forse meglio,  la totale mancanza di flessibilità nel cercare di minimizzare l’episodio di San Piero sta a significare da parte di Grassi secondo me questo: “il mondo che io sto avvicinando al calcio può convivere con voi, ma può anche fare a meno di certe situazioni che sino ad oggi erano sempre state considerate parte del gioco e/o  inevitabili; per questo non ci sarà dialogo con chi mette a rischio la riuscita del progetto”.

Libera interpretazione. Giorgio può chiarire la reale portata della cosa e io potrei aver preso fischi per fiaschi, e a dire il vero me lo auguro.

Quelli come me, a quasi 50 anni, dopo quasi 40 anni di gradoni del Neri, possono comprendere che il mondo cambia e far propri i cambiamenti. Ma quelli come me apprezzeranno sempre una coreografia o una bella e fitta sciarpata, tanto quanto una bella giocata sul campo.

Non tiriamo sassi, non facciamo cori cattivi e sappiamo che il mondo del calcio è destinato a cambiare e cambierà. Ma ovunque quando si muovono centinaia di persone purtroppo esiste una minoranza incapace di stare entro i limiti minimi di senso civico, non si può per questo bollare tutto e tutti o un intero movimento.

Sarebbe come bollare di inciviltà i dipendenti tutti di un’azienda in gita premio, perché 4 o 5 di questi in vacanza liberano i peggiori istinti: 5 incivili non possono bollare una comitiva di 100 persone.

A noi tifosi sta adesso incontrarci, decidere cosa pensiamo e poi proporci per un incontro volto a spiegare quello che sino ad ora non siamo riusciti a far capire a Giorgio.

Incontri ce ne sono stati tanti, ne serviranno ancora.
Forza Rimini!

Emanuele Pironi

Ultimi Articoli

Scroll Up