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Gemmano, Paola Bianchi: “In rete cresce il mio archivio delle posture”

Il progetto ELP (Ethos, Logos, Pathos) della coreografa e danzatrice Paola Bianchi, torinese d’origine ma ormai romagnola d’adozione, perché vive da molti anni a Gemmano, sta continuando a resistere nonostante il periodo di isolamento cui siamo tutti costretti.

«Da più di un anno sto indagando la trasmissione di “archivi di posture” attraverso la parola descrittiva», spiega la danzatrice. «Per quanto precisa e meticolosa, la descrizione verbale di una postura genera sempre un’interpretazione personale e singolare della stessa ed è proprio questa variazione personale che mi interessa».

Paola, come nasce l’idea e come si sviluppa? «L’idea nasce dal desiderio di portare la danza là dove per sua natura non può arrivare: alla radio e alle persone non vedenti, e uno degli obiettivi del progetto ELP è quello di eliminare l’emulazione del corpo del maestro. Il tentativo di imitazione crea spesso frustrazione da ambedue le parti, dato che ognuno ha la propria fisicità e il proprio modo di usare il corpo. La democratizzazione della modalità di trasmissione che sto sperimentando consente a qualunque corpo di incarnare qualsiasi postura e movimento assumendoli individualmente svincolati dall’insoddisfazione di un risultato fissato a priori. Oltre ad aver incontrato molti gruppi eterogenei di persone non professioniste (ragazzi e ragazze, donne e uomini, non vedenti e ipovedenti) ho sperimentato il metodo con dieci giovani danzatrici e danzatori durante due residenze realizzate all’Arboreto di Mondaino e alla Lavanderia a Vapore di Torino nel 2019, sperimentazione che porterà alla creazione dello spettacolo EKPHRASIS che debutterà in estate (forse). Ognuna/o di loro ha ricevuto una serie di tracce audio contenenti le descrizioni verbali di alcune posture. L’incarnazione personale apre le porte alla ricerca del senso canalizzando l’attenzione sull’essenza – essere e non fare. Le posture che sto trasmettendo arrivano da una ricerca intorno alle immagini che nella nostra cultura occidentale hanno segnato un punto fermo, a volte un punto di non ritorno. Ho chiesto a una quarantina di persone di inviarmi le immagini pubbliche (non private) che per varie ragioni si fossero fissate nella loro memoria (un esempio è l’attentato alle Torri Gemelle). Delle 350 immagini ricevute ne ho scelte 88, le ho incarnate attraverso uno studio approfondito che ha generato il mio solo ENERGHEIA che avrei dovuto portare in scena al Teatro degli Atti di Rimini l’8 aprile e che al momento è spostato a maggio. Ho quindi sezionato questo mio solo estrapolando le posture del mio corpo nei momenti che coincidevano con il punto più vicino all’immagine di partenza. Ne è nato un archivio di posture che ho descritto e registrato in voce e che trasmetto via audio. Questo processo genera diversi formati performativi, parte dei quali dovrebbero debuttare in estate al Festival di Santarcangelo e al festival Inequilibrio di Rosignano, ma vedremo cosa succederà».

In che modo hai scelto ora di coinvolgere altre persone attraverso il web per entrare a far parte del progetto? «Il 7 marzo scorso, quando ancora Rimini non era “zona rossa” ma i teatri e i luoghi della cultura già chiusi, ho lanciato su Facebook e Instagram una chiamata aperta a tutti chiedendo di partecipare all’esperimento. Chi aderisce riceve un audio con la descrizione di una postura, la ascolta, la assume, si fotografa nella postura e mi invia la fotografia. Non occorre alcun requisito particolare, nemmeno legato all’abbigliamento o allo scenario in cui scattare la fotografia. Alla fine di tutto, chi vorrà, finirà in un video collettivo. Ci si può aggregare così come ci si può fermare quando si vuole. ELP | ARCHIVI DI POSTURE è come una camminata di gruppo, chi vede passare il gruppo si attacca, chi è stanco si ferma, chi corre poi deve aspettare».

Chi ha aderito finora? «A oggi hanno aderito 170 persone tutte di diversa età e provenienza. Si va dai 5 agli 89 anni e stanno partecipando anche persone dall’estero. Tra queste ci sono anche colleghe e colleghi ed è bello il confronto e il dialogo che si creano continuamente».

Maggiori informazioni sul progetto si trovano su https://elpdance.blogspot.com/

Irene Gulminelli

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