I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza ed i funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Rimini, nell’ambito dei rapporti di collaborazione, hanno posto in essere mirate attività di controllo volte a tutelare le forme regolari di lavoro da possibili deviazioni, per evasione fiscale e contributive, nonché da abusi quali i fenomeni di lavoro irregolare e di sfruttamento della manodopera.
Nel corso dell’anno, i Finanzieri e gli Ispettori hanno avviato e concluso attività ispettive nei confronti di 9 imprese operanti principalmente nei settori turistici-alberghieri e ristorazione portando alla luce numerose irregolarità nella gestione dei lavoratori.
In particolare, le ispezioni condotte hanno permesso di accertare nei cofronti delle aziende l’impiego di 17 lavoratori completamente “in nero”, nonché 384 lavoratori irregolari su una platea di 427 lavoratori identificati ed irrogare sanzioni fino ad un massimo di 140 mila euro.
Inoltre, sono ancora in corso le operazioni di controllo nei confronti di ulteriori di 2 imprese, nei cui confronti è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto stavano utilizzando personale “in nero” in misura superiore al 10% del totale dei lavoratori presenti sul posto di lavoro. Tali provvedimenti sono stati revocati a seguito del pagamento della somma aggiuntiva di 2.500 euro per ogni impresa e della regolarizzazione dei lavoratori trovati “in nero”.
Tra le varie attività svolte congiuntamente, risalta l’esito dell’operazione “FREE JOB”, dello scorso mese di maggio, che ha fatto emergere, dietro un’apparente regolarità formale, un sistema di distacco di manodopera in violazione delle normative in materia di occupazione e mercato del lavoro che ha coinvolto, dal 2019 al 2021, ben 361 lavoratori.
L’attività svolta dalla Guardia di Finanza, in stretta collaborazione con i funzionari dell’Ispettorato del Lavoro, conferma e consolida il costante impegno a contrasto del lavoro nero e irregolare che rappresentano una piaga per l’intero sistema economico sottraendo risorse all’erario, minando gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consentendo una competizione sleale con le imprese oneste.