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Garattoni, “più alloggi sociali, meno cemento”

Luigino Garattoni di Sinistra Italiana interviene sulla situazione delle abitazioni residenziali pubbliche
“La crisi economica che si sta profilando  sta determinando un peggioramento dei dati legati all’emergenza abitativa.
Il quadro nazionale
 Circa 3,2 milioni di famiglie, lavoratori precari, studenti, anziani sono in estrema difficoltà per pagare il canone di locazione. Attualmente risulta che oltre 650.000 famiglie siano inserite nelle graduatorie per l’accesso agli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica. Nei mesi scorsi 600.000 famiglie hanno chiesto contributi per l’affitto e vi sono centinaia di migliaia di famiglie con sfratto.
Il quadro locale
A Rimini ci sono una media di 470 persone senza tetto; ci sono tantissime lavoratori/trici che abitano in alberghi e residence perchè il reddito che percepiscono non è sufficiente a pagare l’affitto mensile o perchè la precarietà dei propri contratti di lavoro non fornisce le garanzie richieste dai proprietari immobiliari. Ci sono 2217 richieste già approvate nelle graduatorie degli alloggi sociali (1802 ERP e 415 calmierato). Tra il 2010 e il 2019, i canoni di locazione delle abitazioni sono stati in costante aumento e il costo arriva ad incidere oggi del 40% sui redditi delle famiglie; parallelamente il mercato immobiliare è sempre più finanziarizzato e la casa da bene sociale è divenuto sempre più elemento di riproduzione di disuguaglianza  e di privilegi e rendite. Diritto alla casa vuol dire parlare di diritto alla città, del tema dell’accesso ai servizi, agli spazi, al welfare, alle risorse, da parte di tutte e tutti ma anche di cosa ha prodotto la scelta di concentrare risorse ed investimenti sulla monocultura e industria turistica: assenza della ridistribuzione della ricchezza prodotta; un’industria che si sorregge sullo sfruttamento di persone e ambiente; un modello che ha regolato anche il mercato immobiliare privato (affitti estivi, mercificazione di alcuni quartieri, gentrificazione, rincari nei costi dell’affitto). Fin qui, la normalità pre-pandemia. Ora, l’imminente fine del blocco degli sfratti per morosità incolpevole adottato per l’emergenza Covid-19 insieme all’assenza di forme universali di sostegno al reddito “rischiano di gettare sul lastrico, svuotare i risparmi e incrementare l’indebitamento di migliaia di inquilini.
Per questo serve mettere in campo azioni concrete, che inizino ad affrontare il tema della redistribuzione della ricchezza e che si pongano l’obiettivo della giustizia e sostenibilità. Che vuol dire politiche abitative degne di questo nome, un intervento deciso da parte delle istituzioni nel calmierare il mercato di locazione privato; ripensare i servizi per le persone senza dimora fuori dalle logiche assistenziali ed emergenziali; porsi l’urgenza di aumentare il numero di alloggi a canone sociale, a partire anche dalla ristrutturazione delle tante strutture alberghiere abbandonate e fatiscenti. Che vuol dire salario, rispetto dei contratti, riconoscimento del giorno libero, pagamento degli straordinari, alloggi per le lavoratrici e i lavoratori stagionali impiegati nella fabbrica turistica diffusa. Che vuol dire ridare potere alla cittadinanza, che abita questi territori, potere nella gestione, uso e funzione degli spazi pubblici e comuni nonché delle politiche urbanistiche, nel rispetto del territorio e dell’ambiente. Questo come minimo dovrebbe essere alla base di un nuovo programma di governo  e il terreno su cui dovrebbe esprimersi chi si candida alle prossime elezioni.
Gli alloggi ERP ed a canone calmierato sono stati in gran parte deliberati tra il 2001/2006  ed il più importante investimento ha riguardato il contratto di quartiere di Via Pascoli che ha visto l’abbattimento di appartamenti risalenti al 1947 e la loro ricostruzione in loco senza consumo di nuovo territorio, con una progettualità che dava impulso alla socialità e  alla coesione sociale.
Gianni Mattioli deputato dei Verdi e sottosegretario alle infrastrutture eletto a Rimini perorò il progetto che ottenne un consistente finanziamento dal ministero e ottenne pure un finanziamento per il collettamento  degli scarichi fognari di San Marino, venivano riversati nel Marano, al depuratore di Santa Giustina.
Dal 2006 ad oggi non si è deliberata alcuna altra costruzione di alloggi ERP.
Proposte
Più alloggi sociali, meno cemento.
Dare attuazione al punto 19 del Pilastro Sociale Europeo. Il capitolo dell’edilizia residenziale pubblica è citato chiaramente nelle raccomandazioni europee all’Italia, come priorità di spesa, a partire  dalla Raccomandazione n.2 : “ Accesso al sistema di protezione sociale adeguati” ed i fondi del Recovery Fund rappresentano un’occasione per recuperare il gap che vede l’Italia scontare un deficit strutturale di alloggi a canone sociale fermandosi al 3,7% di ERP a fronte di una media europea del 16%  ;
Incremento degli alloggi pubblici  e degli alloggi temporanei: Incentivi per canone sociale.
Recupero immobili pubblici e privati vuoti e lasciati degradare, diventando così anche strumento di riqualificazione urbana;
Riqualificazione ai fini energetici degli alloggi pubblici usufruendo delle detrazioni fiscali del 110% e le normative della variante definitiva al RUE ;
Turnover. Modifica della legge regionale per aumentare il turnover, oggi veramente limitato, affinchè   la casa sociale sia un diritto per tutti.

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