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Futuro Verde: “Sì alle pale nel mare di Rimini, no alle trivelle”

Futuro Verde A.P.S., l’associazione di promozione di una transizione ecologica giusta e partecipata dal basso del Riminese, interviene nel dibattito sulla centrale eolica e lo fa con la consegna delle proprie osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica, nell’ambito della procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), per la realizzazione della centrale eolica posta al largo delle coste di Rimini.

“Nella giornata di domenica – ricorda Futuro Verde – i quotidiani, anche locali, riportavano con grande attenzione la nuova corsa alle trivelle in Italia e in Adriatico, con piattaforme presenti e altre in arrivo davanti anche alle nostre coste romagnole, anche più vicine delle pale oggetto di dibattito. Dalle parole e le dichiarazioni di diversi in questi giorni sembra quasi, che la risposta alla crisi energetica sia lì, nel gas che ancora giace sotto al mare. Pochi si sono soffermati sui numeri: si parla di quantità di gas sotto al suolo italiano di poco oltre i 40 miliardi di metri cubi. Negli stessi articoli, troviamo scritto, anche, che l’Italia ne consuma circa 75 miliardi di metri cubi, all’anno. All’anno! Non è accettabile, perciò, un massacro dei fondali marini per una riserva che, se estratta tutta, basterebbe solo per sei mesi”.

E prosegue: “Pensare di arrivare alla indipendenza energetica usando le riserve fossili italiane è, oltre che gravissimo, viste le conseguenze dei cambiamenti climatici sul nostro paese, anche davvero antieconomico, visti gli investimenti da fare per un periodo molto limitato di estrazione. Come scrisse tempo fa Luca Pardi, primo ricercatore CNR, “dire che il nostro paese è ricco di idrocarburi è come dire che l’Italia è il paese degli elefanti perché ce ne sono due allo zoo di Pistoia e altri tre o quattro sparsi per i circhi”. Ovviamente, su questo possibile scempio all’Adriatico, già costellato di oltre 100 piattaforme di estrazione c’è il silenzio di chi dice che invece sono le pale eoliche che non vanno bene, anche se a 17 chilometri dalla costa, in quanto, comunque, deturpano il paesaggio. Viene da chiedersi se trivelle invece lo impreziosiscono. Senza contare che l’impatto ambientale, tutto da dimostrare per l’eolico, è invece certo per le trivelle”.

Oggi un quotidiano locale titola “Pale eoliche, il no degli ambientalisti”. “Sciocchezze – ribatte Futuro Verde – gli ambientalisti sanno benissimo cosa sia la transizione energetica ed eolica, e quale ruolo urgente e fondamentale debbano avere le rinnovabili. Anche e soprattutto per salvare ambiente e paesaggio contro le devastazioni del cambiamento climatico. Gli ambientalisti si sono liberati da molto tempo della sindrome NIMBY, quella per cui va tutto bene, basta che non sia nel mio giardino. Tutte le opinioni sono rispettabili per carità, ma non si applica a tutto l’ambientalismo la visione miope e anacronista solo di qualcuno”.

“Futuro Verde è un’associazione ambientalista e, come tante, è assolutamente favorevole al progetto, che ritiene urgente ed essenziale per correre verso la produzione di energie elettrica tutta rinnovabile (e fatta in casa senza dipendere da altri). Tanto è vero che ha inviato al Ministero per la Transizione Ecologica le proprie osservazioni sul progetto di centrale eolica offshore. Osservazioni, che sottolineano come i cambiamenti climatici siano una grave e invadente realtà dei giorni nostri e di quelli futuri e, insieme all’esaurimento delle risorse naturali, sono da considerare come il problema più grave e di difficile soluzione che l’uomo si sia trovato ad affrontare nella sua (breve) storia sul pianeta. Problema, che non può essere risolto senza una transizione ecologica, che passa da quella anche energetica e dunque non si può assolutamente prescindere dall’abbandono delle fonti fossili come nostra primaria fonte di energia, a favore di energie rinnovabili e, quindi importante dire anche che senza impianti di questo tipo è impossibile raggiungere il 100% di energia rinnovabili. come previsto dal Patto lavoro e clima della nostra Regione. Futuro Verde APS, alla luce dei documenti componenti la Valutazione di Impatto Ambientale, invita il MITE all’espressione di un giudizio favorevole di compatibilità ambientale. Documenti, che almeno chi amministra o i rappresentanti di categorie dovrebbero leggere, visto che alcuni insistono che il parco eolico non vada bene nemmeno a 9,5 miglia (quasi 18 chilometri), e dovrebbe andare oltre le 12 miglia, dimenticando che “Il limite verso il largo a nord est è definito dai giacimenti di sabbie relitte, aree particolarmente sensibili per aspetti ambientali, e dalle relative aree di concessione della Regione Emilia Romagna, che utilizza tali pale o sedimenti per i ripascimenti e per gli interventi contro l’erosione costiera.” È scritto nella VIA, e i documenti sono a disposizione di tutti. In più crediamo fortemente, che i 710 Gwh prodotti dal l’impianto , ovvero il 40% del fabbisogno energetico della provincia, possano diventare, con le giuste verifiche e accordi, un’opportunità per il nostro territorio”, conclude FUTURO VERDE A.P.S.

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