Ho letto con interesse l’articolo di Maurizio Melucci circa la fusione dei Comuni nella nostra ex Provincia.
Sostiene Maurizio nel suo articolo che non pare giusto cancellare con un semplice passaggio di spugna storie anche secolari di piccoli comuni, con le loro tradizioni, cultura e senso di appartenenza a un determinato territorio.
Suggerisce piuttosto un meccanismo di fusione basato sul modello Unione dei Comuni con l’accorpamento delle funzioni e dei servizi e quindi con un solo apparato amministrativo nelle sue suddivisioni tradizionali (segreteria, affari generali, tributi, vigili e pubblica sicurezza, lavori pubblici, anagrafe ecc.) e invece rappresentanze istituzionali conservate.
Riferisce delle immagini di questi giorni relativamente alle aree del terremoto del Centro Italia in cui i Sindaci, anche dei piccoli Comuni, hanno rappresentato un punto di riferimento di grande rilievo.
Non e’ da trascurare l’osservazione e proviamo a ragionarci.
COSA DICE LO STATO E LA REGIONE
E’ molto complessa la legislazione relativa alle Unioni e alle Fusioni dei Comuni, ne voglio addentrarmi in una normativa che occorre conoscere con competenza e precisione.
Non è il mio mestiere, a me interessa il discorso organizzativo e politico.
Distinguiamo allora:
nelle Unioni dei Comuni vengono accumunate le funzioni amministrative e i servizi (sono delle piccole provincie) e vengono mantenuti le rappresentanze istituzionali (Sindaci e Consigli comunali), mentre nelle Fusioni dei Comuni scompaiono le rappresentanze istituzionali (un solo Sindaco e un solo Consiglio Comunale) e vengono accorpati, naturalmente, funzioni e servizi.
Lo Stato e la Regione Emilia Romagna favoriscono la Fusione dei Comuni con provvedimenti legislativi e incentivazione economica. I Comuni di Montescudo e Montecolombo hanno avuto ad esempio incentivi economici che si protrarranno per 10 anni da Stato e Regione e per i primi tre anni di 682.000 euro anno.
Favorire le Fusioni dei Comuni significa in definitiva semplificare e, in ragione di questo, gli Organismi superiori (Stato e Regioni) ne favoriscono l’attuazione anche con incentivi economici.
In un momento come questo di recessione dell’economia favorire la semplificazione, gli accorpamenti con risparmio di risorse e aumento della ‘massa critica’ rappresenta un intervento significativo sia per favorire lo sviluppo di un territorio, sia per dare una immagine di funzionalità ai cittadini.
QUALE DECISIONE ALLORA ?
Personalmente sono per la Fusione di Comuni.
Ha ragione Maurizio nel dire che occorre non perdere la propria storia, è una osservazione importante.
Ma favorire le fusioni non significa perdere la storia: basta osservare la fusione dei Comuni di Montescudo e Montecolombo per rendersi conto che così non è stato e la presenza di un solo Sindaco con la fascia tricolore per entrambe le realtà a me pare una bella immagine.
Sono anche per la fusione e meno per le Unioni perché credo che sia stato avviato un processo di semplificazione al quale non ci si può più sottrarre.
La Riforma del Titolo V della costituzione ci richiede questo sforzo realizzativo di semplificazione.
La Regione Emilia-Romagna nei suoi atti programmatici stima infatti di passare da 341 Comuni a 300 nell’arco di questa legislatura.
Mi sono riguardato sul web gli articoli sulla fusione di Montescudo con Montecolombo e a me pare, come ho già detto, che la storia delle comunità sia stata rispettata.
D’altra parte basta percorrere su Internet l’elenco dei Comuni della nostra provincia e la numerosità della popolazione per rendersi conto come certe realtà ormai non stanno più in piedi.
Quello che mi stupisce è che siano ancora così poco numerosi coloro che, fra gli Amministratori, affrontino un argomento di cosi grande rilievo per la semplificazione amministrativa.
Basta girare per le strade (in bici) dei piccoli e medi Comuni per rendersi conto di quante poche risorse siano disponibili per la cura della viabilità e la manuntezione.
Ben venga allora questo sforzo realizzativo, chi prima e meglio farà sarà qualche chilometro piu’ avanti di altri (per rimanere nell’esempio ciclistico).
UNA LEGISLAZIONE MOLTO COMPLESSA
Ma non facciamo troppe illusioni, ancora un lungo cammino ci attende.
Mi sono riguardato la Legislazione attinente alla soppressione delle Provincie, quella Nazionale e quella Regionale e mi sono reso conto di quanto articolato e probabilmente poco chiaro sia il processo riorganizzativo.
In relazione alle varie funzioni e servizi i rapporti fra Stato, Regioni, Aree Vaste e Comuni e i vari organi intermedi – Agenzie, Consorzi, Aree Metropolitane, Unioni, Autorità – appare quanto mai vario e articolato.
E conoscendo ‘i mali’ della burocrazia italiana fare chiarezza in questo intricato contesto non sarebbe male, per dare flessibilità, rapidità decisionale e capacità di innovazione.
Un ampio spazio per Istituzioni e Forze Politiche, sperando che esista la volontà di farlo.