La banda di veri professionisti, calata da Milano alla Ducati World Week per fare man bassa di moto da sogno ed arrestata dai Carabinieri di Riccione nel luglio del 2018 aveva complici anche in Riviera.
Dopo mesi di indagini sono caduti nella rete degli inquirenti 19 persone raggiunte da misure cautelari. Tre meccanici riminesi agli arresti domiciliari mentre il capo della banda, Jonathan Braidic, 32 anni di 32 anni è stato arrestato a Cinisello Balsamo e portato nel carcere di San Vittore. Ad una parte degli imputati, compresi i meccanici riminesi sono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione di moto.
L’indagine era partita nel luglio 2018 dai Carabinieri di Riccione quando hanno arrestato quattro persone, tre uomini e una donna, tutti italiani, residenti a Cinisello Balsamo e dintorni e già noti alle forze dell’ordine.
Recuperati 10 “gioiellini”, 5 dei quali prima ancora che i proprietari si fossero accorti del furto, per un valore complessivo di circa 150 mila euro. I tre uomini, E.D.O di 30 anni, B.C.F. di 36, C.A. di 35, per non dare nell’occhio erano venuti in riviera con moglie e figli, prendendo alloggio in un hotel di Misano come per una normale vacanza. La donna, C.B. di 32 anni, era invece da sola ed era incaricata di guidare l’auto usata per le perlustrazioni, una Giulietta bianca, per cercare di destare meno sospetti.
Ma i Carabinieri della compagnia di Riccione erano già in allerta dopo i furti di “ferri” pregiati segnalati in occasione delle gare di Superbike. E dai cittadini erano arrivate segnalazioni proprio su quella Alfa Romeo bianca, che era stata vista aggirarsi presso i luoghi di ritrovo, e quindi di parcheggio, degli appassionati delle due ruote: bar, pub, ristoranti, hotel sui lungomare di Misano e Riccione.
Le modalità della banda erano queste: la Giulietta individuava gli obiettivi più golosi durante le perlustrazioni. Quindi, di notte, un ladro portava via le moto a spinta, o caricandole su di un furgone – anch’esso poi rintracciato e sequestrato – per spostarle poco distante, in zone di sosta tranquille di alberghi o presso locali pubblici,. Qui venivano parcheggiate con discrezione, preferibilmente con la targa rivolta a un muro. In un secondo tempo i veicoli venivano messi in moto, pronti per essere guidati fino alla base della banda. Qui probabilmente le moto venivano smontate per rivenderne i pezzi, anche su internet, ma anche piazzate al completo su mercati esteri.
Nel bottino, soprattutto Ducati, ma anche Bmw, Honda, Kawasaki, Yamaha. Le vittime dei furti provengono da mezza Europa, come il pubblico della Ducati Week che ha portato in riviera 80 mila fan delle “rosse” di Borgo Panigale. Cinque di loro non si erano ancora accorti che la loro moto si era volatilizzata durante la notte: i Carabinieri gliel’hanno riconsegnata al loro risveglio.
Ora la conclusione delle indagini con l’individuazione degli altri complici, in particolare i meccanici riminesi che avrebbero aiutato la banda milanese.