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Furto di medicinali oppioidi, infermiera di Rimini ai domiciliari

Un’infermiera in servizio all’Ospedale Infermi di Rimini, è stata sottoposta agli arresti domiciliari poiché gravemente indiziata dei reati di furto aggravato, falso materiale e truffa aggravata ai danni dello Stato. Questa mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Rimini hanno dato esecuzione alla misura cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Rimini su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Rimini ai Carabinieri del Nucleo Investigativo a seguito di una segnalazione inoltrata dall’AUSL Romagna relativa all’emissione in favore della donna di prescrizioni di un farmaco antidolorifico, avente come principio attivo l’Ossicodone (un oppioide ricompreso nelle tabelle dei medicinali per i quali è necessaria la ricetta medica), risultate numericamente sproporzionate rispetto al normale uso posologico del medicinale.

Si tratta di un farmaco è utilizzato anche come droga da tossicodipendenti ed è stato oggetto più volte di traffici illeciti.

Attraverso l’assunzione di informazioni da testimoni, accertamenti documentali ed acquisizione di immagini dai sistemi di videosorveglianza nelle farmacie ove erano state più frequentemente presentate le ricette sospette, i militari dell’Arma hanno raccolto elementi che, compatibilmente con la fase delle indagini preliminari, hanno permesso di ipotizzare che la donna, una 41enne in servizio presso il reparto di Ortopedia dell’Infermi, approfittando della sua attività lavorativa, avesse sottratto – per oltre un anno e ripetutamente – dai bollettari dei medici con cui prestava servizio delle ricette in bianco, compilandole poi con i propri dati anagrafici e apponendovi timbri diversi da quelli dei medici titolari dei ricettari nonché firme apocrife, formando così le false prescrizioni per ottenere la medicina in parola.

Complessivamente sono oggetto di indagine circa 130 prescrizioni emesse nell’arco di 14 mesi, con il conseguente prelievo di poco meno di 250 confezioni del farmaco ed il relativo danno presunto per il Servizio Sanitario Nazionale stimato in oltre 3.500 euro.

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